Nel 1896 venne pubblicato un pendente in ematite dei musei di Berlino, proveniente dalla collezione di E.Gerhard. Questo raffigura un personaggio crocifisso sormontato da una luna e da sette stelle. Sotto vi è l'iscrizione in greco Orpheos Bakkikos. È davvero curiosa come simbologia, perché ci lascerebbe pensare ad un immagine presunta cristiana se non fosse che è stata datata tre secoli prima dell'anno zero dell'era cristiana. Come già sapete vi sono numerosissime similitudini tra Dioniso, Orfeo ed il presunto profeta dei cristiani e questo monile non può che rafforzare l'idea che i cristiani abbiano scopiazzato la storia del loro profeta da un mito più antico.
mercoledì 30 ottobre 2024
lunedì 28 ottobre 2024
Le assurdità storiche
Sicuramente la storia è stata fortemente alterata: è possibile che 1000 garibaldini possano aver sconfitto un esercito di 80000 uomini?
Massenzio era anche lui cristiano in ottimi rapporti con il Vescovo di Roma
Pochi sanno che anche Massenzio era cristiano, Sotto certi punti di vista forse più cristiano di Costantino perché era supportato dal Vescovo di Roma che però in realtà aveva pochissimo peso dato che il cristianesimo iniziò ad affermarsi dall'Oriente, addirittura nel concilio di Nicea, imposto da Costantino,
non era presente il vescovo di Roma
mercoledì 23 ottobre 2024
I dinosauri erano sconosciuti eppure sono riprodotti nel Medioevo
All'epoca della costruzione del tempio , cioè in pieno Medioevo , l'esistenza dei dinosauri vissuti oltre 65 milioni di anni fa era completamente sconosciuta!
Santa Croce in Gerusalemme
La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme ha una particolarità: oltre a conservare (si dice) pezzi della croce, con chiodi e spine, nella cripta ha una statua di Giunone trovata Ostia, a cui furono sostituite la testa e le braccia per trasformarla in Sant'Elena, madre di Costantino. Ora, è da "ammirare" questa disinvoltura pretesca che possiamo notare anche da un altro particolare: Alla base della chiesa furono gettate carrettate e carrettate di terra presa dal colle del Calvario di Gerusalemme e trasportata via mare, in modo tale che ci si sentisse non sopra Roma pagana ma sopra la città di Gesù! Come si possa avere una statua di Giunone e terra del Calvario assieme è davvero un mistero! Se guardate la facciata (in foto) i 4 pilastri ricoprono quattro gigantesche colonne presa da vicini templi. Insomma, la regola è NASCONDERE. Chi visita le pertinenze della Basilica, pagando un salato biglietto, scoprirà anche un orto ben curato. peccato che anch'esso nasconda quello che una volta era il Circo Variano, più grande ancora dello stesso Circo Massimo, è ben visibile, Quello che si può vedere ancora oggi e un anfiteatro l'unico conservato a Roma oltre al Colosseo: Il Castrense
sabato 19 ottobre 2024
Quasi ogni mattina fiori freschi per la madre-papa
Il 𝘚𝘢𝘤𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘗𝘢𝘱𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘎𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘯𝘢 che, secondo la tradizione, sarebbe stato eretto nel luogo dove nel medioevo una donna leggendaria, passàtasi per uomo e divenuta papa, durante una processione verso il Laterano fu colta dalle doglie, morendo poi di parto e venendo quindi qui sepolta; più verosimilmente la cappellina, sita a Roma in via dei Querceti, fu edificata per proteggere un affresco mariano posto sul muro ad altezza d’uomo.
venerdì 18 ottobre 2024
Il Tempio di Nohoch Mul
giovedì 17 ottobre 2024
Costruita sopra un tempio dedicato a Bacco
Chiesa di santa sabina a Silanus, Nuoro. Nasconde dei misteri, come la sua costruzione. Potrebbe essere stata edificata come tempio pagano dedicato a bacco in periodo romano. Usato per i relativi culti
Lastra in marmo da un santuario di Afrodite
Lastra di marmo con in rilievo il pube, una vulva e l'iscrizione: ΖΜαρAγδι[ο]ν / Ευχην / αφροδιτηι (zMarAgdi[o]n /Euchin / afroditii).- È stata trovata nella pianura dove si trovava il santuario di Afrodite a Kalamos, fondato dalle cortigiane che seguirono Pericle nella sua campagna militare contro Samo. - II secolo a.C. - Samos Pythagorion Archaeological Museum, Grecia
mercoledì 16 ottobre 2024
Così come Giotto dipinse di getto il cerchio al papa, segno fra sapienti
«Quando l'Eterno tracciò un cerchio sulla superficie dell'abisso, io c’ero», dice la Saggezza nel Libro dei Proverbi. E che cos'è quel cerchio?* Quel cerchio costituisce le frontiere che Dio stesso ha tracciato per creare il mondo. In questo senso si può dire che, per creare, Dio si è limitato. Limitarsi significa rinchiudersi in un universo che funziona ed evolve secondo leggi proprie. Al di fuori, al di là di quell'universo, si ignora cosa esista. Le leggi della vita studiate dalla scienza non sono altro che i limiti che Dio si è imposto nella sua creazione. Sono quei limiti che danno struttura, forma, contorno e coesione alla materia. Un mondo che non fosse circoscritto entro dei limiti sarebbe instabile e non potrebbe sopravvivere, poiché all'interno di quei limiti tutta la materia è in movimento e non chiede altro che fuggire.
martedì 15 ottobre 2024
Cavalli a Verona
Verona è
ricca di testimonianze legate all’epopea cavalleresca, al cavallo come all'asino che troviamo rappresentato in molti monumenti. Prenderemo in esame un controverso lavoro pittorico partendo da un luogo carico di storia: una chiesetta, nel centro urbano di
Verona: San Giorgetto, davanti all’hotel Due Torri, a lato del sagrato della
chiesa di Sant’Anastasia. La piccola chiesa era il tempio dei cavalieri Teutonici
ordine cavalleresco militare che aveva la caserma operativa proprio dove oggi è
i più vecchio e prestigioso hotel di Verona “Hotel Due Torri”, questi fedeli
combattenti furono chiamati dai della Scala per difendere la stessa casata da
rivolte interne.
Ritornando a
San Giorgetto, la chiesetta è arricchita da un bellissimo affresco opera di
Giovanni Maria Falconetto, commissionato nel 1514 circa, fu una delle prime
opere ispiratrici del nostro artista, Luigi Scapini, coinvolto ed affascinato
dal possibile messaggio segreto. Storia
e mito si compensano e si integrano, uno sfuma nell’altro rinforzandosi. Il
prezioso dipinto probabilmente era legato all’iniziazione cavalleresca, anche
se il titolo è lontano da questa interpretazione: “l’annunciazione”, quella
donna che passa per Maria, è posta al centro dell’insieme, stranamente dentro un
luogo circondato da mura e ha vicino un unicorno, che rappresenta, non a caso, la purezza, la protezione e la
stessa cavalleria medievale, inoltre attorno vediamo tutta una
serie di animali simbolici sia dentro che fuori dalla fortificazione, ma quello
che colpisce è il cavaliere che inginocchiato prega coperto dell’armatura verso
la Dea misticamente assorbito, per l’ufficialità quell’essere femminile è la
divinità cristiana, ma potrebbe essere anche la Sofia, comunque una stranissima
rappresentazione di Maria, sicuramente una donna-divina pura a cui ci si affida
per realizzare alti ideali, un essere da invocare affinché aiuti, protegga e
rinforzi la prodezza, l'onore, la fedeltà, la lealtà
ed il principio che la vera nobiltà trascende.
Vicinissimo alla chiesetta con l’affresco del
Falconetto troviamo ancora il santo
protettore della cavalleria, dentro la grande chiesa di Santa Anastasia: il
famoso affresco del Pisanello: “San Giorgio e il drago” conosciuto anche come:
la regina di Trebisonda.
Sottolineo che Silvia Ronchey nel suo
appassionante saggio: L’enigma di Piero ci introduce alle vicende
misteriose, che legano questo dipinto alla sapienza neoplatonica attraverso il filosofo
Giorgio Gemisto Pletone, che approda in Italia nel 1438,
come consigliere dell'imperatore bizantino Giovanni VIII partecipando al
Concilio di Ferrara e Firenze finanziato da Cosimo de Medici, sarà l’inizio del
Rinascimento.
Santa
Anastasia era anche l’arrivo, la meta del Palio “nuovo” che si correva a
Verona, iniziando dal 1450, le partenze erano diverse a seconda dei concorrenti,
dato che oltre al palio dei cavalli esisteva anche il palio delle donne (o
prostitute), degli uomini, dei mussi. Per i cavalli si partiva da Santa Lucia
Extra, si passava per porta San Sisto, chiamata Porta Stupa, dato che i
fondamenti dell’edificio poggiando su terreno limoso ebbe a cedere, così i
veneziani decisero di ricostruirla, 1550-1551 solidamente per opera
dell’Architetto M. Sammicheli chiamata Porta Palio.
Preciso che
prima del 1450, il Palio aveva un altro percorso: partiva dai sobborghi di
Tomba e l’arrivo era a San Fermo Maggiore, Passando per porta Santa Croce.
A Verona la preparazione del Palio era costituita da un preliminare: “El Bogon” si sviluppava un giorno prima dei palii, consisteva in un moto circolare, un tracciato spiraliforme, assimilabile ad una danza labirintica o girotondo processionale iniziato in Piazza Erbe, anche il “Venerdì Gnocolar” partiva con” El Bogon” che però cominciava da Piazza dei Signori. Tutti i partecipanti si muovevano espandendosi in maniere centrifuga. Il Bogon ricorda le numerosissime ammoniti fossili impresse nelle pietre che ricoprono la città, la chiocciola legata alla è strettamente legata alla sezione aurea alla successione dei numeri del Fibonacci o allo stesso cerchio magico che il mago disegna nel terreno per difendersi e schermarsi, atto vicino alla fondazione delle città, Urbe vicino Orbe sfera e nella fondazione di Roma sappiamo che con l’aratro qualche scrittore antico ci parla non solo della prima Roma quadrata, ma anche una fondazione con una aratura circolare, il sistema solare segue un movimento spiraliforme come le galassie Ricordo che il testo da me prodotto: DEE E CAVALLI nei riti misterici del calendario, di Emanuela Chiavarelli Pellini Luigi 2019, partendo dall'aspetto religioso degli albori, dove il cavallo ne diventa l’essenza, l’animale totemico, portatore di forza e di bellezza prorompente, essere infero e divino, un animale totemico che anticipa il toro, legato dai miti celesti. Le Iadi, l’ammasso stellare che ora rappresenta la testa della costellazione del toro precedentemente era sulla fronte del cavallo cosmico, secondo i testi vedici riportati da Tilak,
Sempre i testi antichi ci
parlano delle ierogamie equine, dobbiamo risale alle testimonianze di uno
scrittore religioso chiamato Girardo Cambrensis del Galles 1175-1203, che assistette
disgustato all’unione rituale del futuro re d’Irlanda con una cavalla bianca,
che poi venne uccisa e cotta in un calderone, in quel brodo il re si monderà e
poi si ciberà della stessa carne dell’animale sacrificato.
Ricordo Lo Aśvamedha
Induista: rito
sacrificale di origini antichissime che
appartiene alla cultura indoeuropea, che conserva dei paralleli in Iran, a Roma
e in Irlanda. Anche esso legato alla fondazione di una
dinastia regale. In questo caso il cavallo sacrificato, dopo una processione,
viene smembrato e il pene viene postato alla vagina della della futura regina
affinché possa concepire nel suo ventre l’erede al trono. Trovo delle forti
similitudini con le fiabe russo-siberiane dove il re si bagna nel latte della
cavalla regale, retaggi di saghe Sciamanico Buriate-Yakuti
Quelle che noi conosciamo nei miti come amazzoni
sono donne guerriere realmente esistite, certo avevano un rapporto speciale
con i loro cavalli erano un tutto uno
con il loro destriero, potevano stare in sella per giorni senza scendere, non
avendo i testicoli potevano cavalcare libere a differenza degli uomini, senza il pericolo
di non poter procreare, una particolare forma di matriarcato, venivano dalle
steppe, legate alla religione sciamanica abituate al saccheggio, le cronache ci
informano che riuscirono a depredare il ricco tempio di Artemide ad Efeso,
colpivano e fuggivano con rapidità erano imprendibili perché velocissime,
costantemente a cavallo, legate ai sciiti, la loro natura era selvaggia ed
indomita, feroci anche più degli uomini. Furono trovate delle tombe di queste
guerriere che testimoniano la venerazione verso una pietra nera lucente.
Le pietre sono intimamente legate all'aspetto religioso, ed il cavallo è rappresentato da sempre dall'uomo, dipinto nelle grotte o fissato nelle pietre legate intimamente all’architettura e all’edificazione. La
pietra, testimonierà gli albori dell’avventura entrerà non solo in uso nelle costruzioni, ma come, talismano, reliquia, roccia
apotropaica vicina al divino, pietra di fondazione, superando la pietra d’inciampo
o di volta, avremo betili di tutte le dimensioni sia conici che cilindrici, il
Piloton di Montorio fu oggetto di culto primigeno e poi riconvertito dal
cristianesimo. Potremo annoverare il Benben intimamente pietra “radiante” anche essa conica
legata alla tradizione egizia, similare all’Omphalos di Delfi, la pietra nera di Emesa che Eliogabalo la
portò a Roma, ricordando il santuario di Baalat Gebal dove si
venerava una divinità femminile, sotto forma di pietra a cippo conico effigiato
anche sulle monete dell’Imperatore Carino III sec.d.C. . La pietra sacra nella
grotta del monte Argeo in Cesarea (Cappadocia). Nell'età
pagana preislamica, nascerà la litolatria in Arabia, legato alla pietra nera,
oggi venerata a la Mecca, legata indissolubilmente alla Pietra Nera di Cibele,
che fu portata da Pessinunte a Roma nel 204 a.C., per alcuni autori, era
gemella di quella tutt’ora venerata dall’Islam, ricordando che Rea-Cibele era sposa di crono che è
rappresentato come stallone…….
Divinità
femminili legate al culto del cavallo:
Cibele Cubaba dee connesse al cavallo, come le dee legate agli animali: come la misteriosa dea
dei paleoveneti Reitia, Potnia Theròn: rettaggio della Grande
Madre Mediterranea
Quello di Reitia è un culto unico nel suo genere. Sviluppatosi tra il 7000
e il 3500 a.C., ha fatto parte esclusivamente della zona abitata dal popolo
dei paleoveneti, probabilmente anche per
il legame esoterico attribuito all’alfabeto venetico, utilizzato, in un primo
tempo alla sola composizione di orazioni dedicate alla stessa Dea.
Nelle statuette e raffigurazioni votive a lei dedicate, Reitia veniva
spesso raffigurata con la testa di cavallo oppure con arti di uccello (simbolo
del suo legame con i due elementi terra e cielo), oppure circondata da animali,
il volto celato da un velo e la cosiddetta chiave di Reitia tra le mani.
Inoltre per i Veneti c’era la prescrizione di sacrificare cavalli rigorosamente
bianchi,
I migliori cavalieri dell'antichità furono proprio i Veneti antichi.
Per loro il cavallo era una presenza sacra: come simbolo questo
animale
accompagnava il defunto dell'Aldilà, tirando il carro della morte (stele
di Camin), come nei dromos delle tombe etrusche dove si sacrificava un cavallo
nero a guardiano delle camere funerarie sotterranee. Inoltre nelle tombe e nei
santuari dei paleoveneti furono ritrovate molte statuette bronzee che
rappresentavano cavalli.
Addirittura, in certe sepolture il cavallo accompagna il suo
cavaliere-gueriero, come sarà in uso presso le popolazioni longobarde.
Il cavallo rappresenta e rimane l'animale sacro (come simbolo, ma non come
feticcio). Ricordo una pubblicazione curata nel 2003 dalla Soprintendenza per i
Beni Archeologici del Veneto, con l’accattivante e significativo titolo: “I
Veneti dai bei cavalli bianchi”. I paleoveneti furono dei grandi allevatori
ed esportatori di cavalli sopra tutto verso la Grecia, animali selezionati ed
usati nelle gare legate alle feste nei vari santuari ellenici, Sappiamo che nel 440 a.C. Leonte di Sparta vinse la
85ma Olimpiade proprio con dei
cavalli veneti
.
sabato 12 ottobre 2024
Uno dei geni della pittura contemporanea
venerdì 11 ottobre 2024
Ad Albano Laziale una straordinaria cisterna per l'acqua
Nel cuore della basilica di San Pietro fu trovato il sarcofago di Flavio Agricola
Così scrive Vittorio Fincati: <<Appena ho saputo che sotto al baldacchino del Bernini in Vaticano fu trovato il sarcofago pagano di un "porcus ex grege Epicuri" con una iscrizione, mi sono procurato l'unico documento che ne parla. Farò un articolo dedicato. Anticipo che quando il papa di allora seppe del reperto e dell'iscrizione andò su tutte le furie e ordinò di SCOMUNICARE tutti coloro che avessero parlato di quel ritrovamento. Poi fece intonacare l'iscrizione e sparire il sarcofago (sulle cui vicende dirò). Certo che bisogna capirlo: se si fosse saputo che sopra la presunta tomba di Pietro ci stava la tomba di un pagano della illustre famiglia FLAVIA e che invitava il passante a bere e scopare giovani donne (la moglie era una sacerdotessa di Iside...), quantomeno molti cristiani avrebbero dubitato della sacertà di quel luogo.>>
Jean-Paul Sartre e la nostalgia di Dio
Ci sono atei e agnostici, comunque anche la stessa creazione avviene dal nulla, definire questo nulla è pratica impossibile per la limitatezza umana, personaggi come Margherita Hack si definiva atea, ma nel suo ateismo era ben consapevole che la fisica moderna conosceva solo il 5% della materia, li si insedia Dio in tutta la sua inarrivabile complessità
giovedì 10 ottobre 2024
La divinità trovata era legata ad Aion Zevian e al Leontocefalo chiamato anche: Servo di Mitra
Conoscete il 𝐒𝐚n𝐭𝐮𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐒𝐢𝐫𝐢𝐚𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐆𝐢𝐚n𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨? Si tratta di un luogo di culto romano del 𝐈𝐕 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐥𝐨 d.C. davvero pieno di fascino.
domenica 6 ottobre 2024
Collepardo: il pozzo d'Antullo
A Collepardo in provincia di Frosinone, è possibile ammirare una delie più spettacolari manifestazioni della natura: il pozzo d'Antullo, grandiosa voragine di origine carsica, unica in Europa. Esso è un baratro completamente naturale creatosi a seguito dello sprofondamento di una grotta la cui volta, assottigliatasi per lo stillicidio delle acque sia crollata sotto il peso della vegetazione sovrastante. La cavità infatti ha la forma di una campana con la circonferenza inferiore molto più ampia di quella del ciglio superiore. Questultima misura circa 300 m e la profondità di 80 m. Il fondo è coperto da un ricca e lussureggiante vegetazione resa sempre verde dalla presenza di sorgenti d'acqua sotterranea. La rarità del fenomeno e lo stesso aspetto selvaggio e sinistro ha acceso nei secoli la fantasia del popolo che ha intrecciato leggende e fantastici racconti sull'origine di questo "pozzo".