La storia del Grande Mosaico del Nilo di Palestrina è piena di misterioso fascino. Viene considerato un capolavoro artistico dell’era ellenistica e uno tra i più grandi finora conosciuti al mondo. Rappresenta una vera e propria cartina geografica dell’Egitto ed offre, in prospettiva, l’inondazione del Nilo dall’Alto Egitto fino a giungere al Delta sul Mediterraneo.
Il mosaico è probabilmente databile verso la fine del II secolo a.C. ed era il pavimento di un’abside ubicata nella parte terminale di un’aula del Foro di Praeneste sicuramente dedicata al culto di Iside o Serapide. Fu scoperto solo agli inizi del Seicento in quella che allora era uno spazio adibito a cantina del Palazzo Vescovile e il Vescovo di Palestrina diede l’incarico di farlo staccare dal suolo per inviarlo a Roma.
Attualmente visibile al Museo Archeologico Nazionale di Palestrina sin dalla sua casuale scoperta, il mosaico ha stimolato lo studio di molti esperti accomunati dal riconoscere il Nilo quale soggetto.
Nessun commento:
Posta un commento