martedì 6 gennaio 2015

Riflessioni di Zolla sulla festa (alessandrina)

“Questo lo sfondo della festa dei re maghi.
I maghi sono le tre facce del tempo che si riconducono, mercé la contemplazione di una stella fatidica, all’Uno: all’inizio, alla premessa del tempo, alla trascendenza, alla pietra filosofale. Uno dei re, dirà lo pseudo-Beda, è di barba canuta: il passato; l’altro di barba nera: il presente; il terzo è l’imberbe e rosso futuro. Così sono raffigurati nella navata di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, sulla parete sinistra, a capo della processione femminile che si snoda verso il Bambino partendo dalla città, dall’utero (mentre sulla parete destra la processione degli uomini parte dal palazzo o seme, e accede, capeggiata da sant’Apollinare, al Cristo in trono). I maghi recano omaggio al seme nella matrice (i santi cristiani alla potenza dispiegata del seme)”. (Elémire Zolla)

Una curiosità sui Magi: nella tradizione cristiana, la parola “mago”, derivante dal greco “magoi”, indica i membri di una casta sacerdotale persiana, in seguito anche babilonese, che si interessava di astronomia e astrologia; in senso lato, i Magi erano dunque “studiosi dei fenomeni celesti”. Nell’antica tradizione persiana, i Magi erano i più fedeli e intimi discepoli di Zoroastro, custodi della sua dottrina che, secondo il Vangelo di Matteo, giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare Gesù, Re dei Giudei, appena nato.

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