giovedì 21 agosto 2014

Le immense capacità dell'essere umano

Paola Giovetti

LE POTENZIALITÀ DELL'UOMO E LA SUA CREATIVITÀ





Noi siamo abituati a porre limiti molto precisi - e abbastanza angusti - alle nostre possibilità e riteniamo di non poter andare, sia a livello fisico che psichico e intellettuale, oltre determinati confini. Certi fenomeni definiti paranormali, cioè nell'accezione popolare quasi miracolosi, mostrano invece che questi limiti possono essere enormemente dilatati e indicano potenzialità umane insospettate e ben più ampie di quanto avremmo mai potuto immaginare. Il loro significato non è tanto da individuarsi nei fenomeni in se stessi, quanto nel simbolo che essi rappresentano. Si conoscono per esempio certe prestazioni degli yogi e dei fachiri indiani, che pure sono uomini come noi, che possono apparire miracolose ma che rientrano nelle umane possibilità: mi riferisco a capacità da loro acquisite attraver¬so pratiche ascetiche, digiuni, mortificazioni corporali e lunghissimi training. Essi acquisiscono in questo modo una completa padronanza del proprio corpo e divengono capaci di un'incredibile resistenza a prove psichiche che ai comuni mortali non sembrerebbero possibili. Yogi e fachiri invece superano tutto con serenità e addirittura con indifferenza, a dimostrazione della superiorità della mente e dello spirito sul corpo.

Lo yogi è in grado di operare il perfetto controllo delle proprie funzioni fisiologiche: si rivela insensibile al dolore, controlla l'attività respiratoria, il battito cardiaco, la circola¬zione del sangue. In altre parole, può ridursi a uno stato catalettico per molti aspetti simile al letargo invernale di certi animali, senza praticamente nutrirsi e senza subire radicali cali di peso. In tale stato catalettico lo yogi può effettuare il famoso esperimento del seppellimento, molto noto anche in Occi¬dente, dove è stata sovente offerta l'occasione di assistervi e di operare controlli. Nel 1951 yogi Ramananda si fece seppellire alla presenza di numerosi testimoni e rimase in stato di profonda catalessi per beri 28 giorni, al termine dei quali fu rianimato e riscaldato: era in buona salute e ben poco calato di peso. La drastica riduzione dell'attività cardiaca, respiratoria e circolatoria riduce infatti drastica¬mente anche necessità e consumi del corpo. Nel 1986 e 1987 lo yogi indiano Gyanander Kumar di New Delhi si è fatto seppellire nel corso di un congresso a Riva del Garda, rimanendo sotto terra, in strette condizioni di controllo, rispettivamente per 30 ore e 5 giorni. Un'altra straordinaria facoltà di yogi e fachiri è il cosiddetto "tapas", cioè la capacità di creare calore, di autoriscaldarsi, per cui possono restare immobili in medita¬zione ore e ore seduti sui ghiacciai.

L'immagine tipica del fachiro è quella che lo mostra disteso su un letto di chiodi, prestazione resa possibile dall'insensibilità autoindotta attraverso le tecniche sopra descritte. Si tratta indubbiamente di forme religiose esaspe¬rate (ma in Calabria non abbiamo i cosiddetti «flagellanti», che è tuttora possibile vedere durante la settimana santa?), che mostrano tuttavia un totale e straordinario autocontrollo fisico e sensoriale. Vivere su un letto di spine o di chiodi significa per il praticante ascetismo, penitenza, padronanza del corpo, al fine di avvicinarsi alla divinità e meglio percepirla. L'insensibilità al dolore che i fachiri dimostrano durante tale pratica è prodotta - si presume - da una forma di autoipnosi che crea stati di anestesia o analgesia, ovvero la non percezione del dolore da parte della coscienza. 

Indipendentemente da tecniche e meccanismi, le capacità straordinarie di yogi e fachiri, che in ultima analisi sono persone come noi, dimostrano che il corpo umano cela in sé capacità insospettate, rare ma indubbiamente rientranti nella sfera naturale. «I miracoli» diceva Sant'Agostino «non avvengono in contrasto con la natura, ma con ciò che noi sappiamo della natura.»

Paola Giovetti, I misteri intorno a noi (RCS Rizzoli 1988, pag. 159 e seguenti)

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