domenica 6 aprile 2014

Guido Valeriano Callegari Un veronese che scopre il Messico e la sua storia






venerdì 14 marzo 2014


L'arrivo a Monte Albàn


Lo scopo principale del viaggio, almeno nelle intenzioni di Callegari, è di elaborare contatti con i massimi studiosi messicani di anrtropologia, etnologia ed archeologia. Il Museo nacional costituisce la massima autorità in materia, anche a livello internazionale: il Direttore "Castillo-Ledòn, conosciuto anche come squisito poeta" è coadiuvato da "Nicolas Leòn, il più grande antropologo", da "Miguel Mendizàbal per l'etnografia aborigena, Ramòn Mena per l'archeologia…"

Ramòn Mena è l'archeologo che determina l'autenticità della disposizione e orientamento della fortezza di Monte Albàn.  
Ed è Nicolas Leòn, l'antropologo già a capo del Dipartimento di Antropologia Fisica del Museo Nacional di cui abbiamo accennato, che lo convince a visitare un manufatto notevole dell'architettura amerinda, di scoperta recente per l'epoca: "non lontano da Mitla a circa 3 Km. un'antica fortezza costruita dagli indiani di oltre 2 Km. con salienti e rientranti e muraglie doppie e porte costruite con tutti i dettami della castramentazione; il Dr. Leòn che ne fece uno studio, sostiene che non era certo inferiore a quelle costruite in Europa nella stessa epoca; sono convinto io pure" [1]. Nel 1932 Alfonso Caso scoprirà nel sito la tomba di un dignitario mixteco ricca di straordinari ornamenti d'oro: è la fortezza di Monte Albàn, un vero e proprio osservatorio astronomico precolombiano, un sito già dell'epoca olmeca (I° millennio a. C.). I lavori di ripristino e restauro del manufatto architettonico proseguono alle prime fase e a rilento, stando anche ad una annotazione manoscritta di qualche anno dopo da parte di Conzatti nel retro di una cartolina postale, presente nel Fondo inedito della Biblioteca Civica. Leòn è il ricercatore che sosterrà negli anni '30 la tesi affascinante della "negritudine" dei primi abitatori americani, ripresa poi da un celebre antropologo equadoregno come J. A. Villacorta, che permetterà di costruire comparazioni e parallelismi con aspetti tecnico e rituali del periodo antico della civiltà Nubiana e di teorizzare la provenienza comune dell'uomo "africano" (del Ghana, del Senegal, del Mali, della parte occidentale dell'Africa Nera) e "americano". Attorno all'800-400 a. C. gli Olmechi hanno lasciato tracce del proprio culto del "giaguaro" nelle steli litiche funerarie e nelle necropoli sotterranee, che lascieranno notevoli influenze nelle successive dominazioni mixteche e zapoteche. Monte Albàn è la fortezza che domina la Valle di Oaxaca e si consolida durante la prima definizione di strutture permanenti per il culto pubblico edificate dalla civiltà zapoteca  attorno al 600 a. C. (ci restano glifi di calendario): una grande piazza, coperta di edifici lungo tutta l'area, un enorme muro difensivo lungo le direttrici Nord ed Est. Nel 300 a. C. è abitato da circa 5.000 persone; nel 200 d. C. la piattaforma settentrionale è allargata, il sito è fondamentale nel sistema di relazioni pacifiche dell'area centrale dell'altopiano, ci restano urne funerarie, dipinti murali e ceramiche di quel periodo.

[1] CALLEGARI G. V., La mia escursione… cit., p. 285; BCVR, FIC, Cartella 4:18 post card, 21 fotografie delle rovine archeologiche di Montealban (o Monte Alban),  Ruinas de Montealban, Oaxaca,  vedute generali, particolari di stele, stele e trabeazioni di tombe entro cortile (anche fotografie di stele entro un museo e in esterno); entrate di tombe ipogee nella foresta, sulla prima nel retro "Oaxaca, 7/1/35 Dottor carissimo… i lavori di Montealban progrediscono discretamente, ma non però con la prontezza che sarebbe a desiderare, stante la mancanza di quattrini, unica merce capace di muover tutto in questa misera valle di Cortés. Adesso è pressappoco un anno che i lavori lassù si sono interrotti… Anche al Cerro Tuorer, ai piedi del quale si trova addossata la città di Oaxaca, si pensa di costruire uno spazio di teatro aperto il cui bozzetto fu presentato pochi giorni fa da un nostro compatriota, il caro Francesco D'Amico"… è una cartolina di Conzatti; Montealban, Dios Tigre en su tempio;  tombe di Cuilapan, una di interno, Mixtec, Xoxocotlan iscrizioni Zapotek; particolari interni, Mounds;  campesinos e sovrintendenti tra i resti archeologici ipogei, muri, brecce di Cuilapan (a 10 kilometri da Oaxaca City, vicino ad un convento domenicano); su una  "zapotek"; su altra "The Cave of the Toad, Xoxocotlan"; in altra ancora "Hacienta Blanca" su una "Etla"; siti funebri ipogei di Jalpam, Oaxaca; Tomba Atatlan, Stato di Puebla (Oaxaca);  statuette umane o fittili animali in terracotta zapoteke civilisation, State of Oaxaca, Mexico; Teotitlan, Tlacolula (una valle a 32 kilometri dalla città di Oaxaca), fotografie di stele e bassorilievi delle scalinate del tempio; Teotitlan, Tlacolula Jaguar,  stele e bassorilievi delle scalinate del tempio, particolari e soggettive delle decorazioni murarie; stele istoriata con decorazioni fittili e riproduzioni d'animali sacri, Dios Tigre Montealban; sito consigliato: http://www.metmuseum.org/toah/hd/alban/hd_alban.htm .
Panorama di Monte Albàn

Tombe di Cullapan
Dios Tigres, bassorilievo su tempio

Saggio di Daniele Pasquali

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