venerdì 25 novembre 2011

Le metamorfosi di Dino Coltro e le tragedie del Veneto



La prima volta che l'ho visto di persona,Dino Coltro,è stato presso il Teatro Laboratorio -o ex funicolare- dietro la Chiesa di Santo Stefano a Verona. Era intento a presentare il cantautore dialettale veneziano Gualtiero Bertelli. Eravamo nei primi anni ottanta , e con molta enfasi Coltro ebbe a declamare una delle canzoni del cantautore lagunare titolata “Avanti Popolo”, una versione dialettale rivisitata dell'arcinoto inno Comunista italiano.
Quanto ardore, quanta enfasi, erano i tempi dove andava di moda essere spiccatamente di sinistra. Lui che ha scritto “I leori del socialismo”. La Regione Veneto agevolò la diffusione dei suoi scritti, durante il regime dei mariuoli Craxiani. L'ho visto stranamente anni dopo su Tele Pace che decantava le qualità cristiane che molto avevano in comune con il Filò, le fole raccontate nelle stalle, d'inverno, di chiara matrice pagana che mal si fondevano con i rosari, queste riunioni serali mal viste dai preti e dal Vaticano. Una visione molto discutibile, Coltro parlandoci del mondo contadino e delle sue sofferenze sorvolava sui contrasti di quella società veneto contadina dei primi anni del secolo breve. Un direttore didattico che doveva imporre l'uso dell'Italiano, altro che il parlar in vernacolo! Questo è anche il Veneto o meglio queste sono le persone che portano le testimonianze di un Veneto alterato che ha conosciuto una grande miseria ,ma aveva la dignità, sopratutto dopo la famigerata Unità d'Italia: vessato dalla chiesa di Roma attraverso l'inquisizione, illuso dai Savoia, la miseria sopraggiunta con i sabaudi fu tale che dopo l'annessione iniziò la grande migrazione dei Veneti. Arrivarono due guerre Mondiali particolarmente devastanti per queste terre e nel mezzo ecco l'esplosione delle dottrine socialiste e dopo l'ultimo conflitto mondiale l'egemonia democratica cristiana che ha completato la distruzione etnica, paesaggistica, nel nome di una falsa ricchezza ormai evanescente e che ha lasciato solo macerie.

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