giovedì 10 marzo 2011

Il teschio di Francisco Goya



Dali IL VOLTO DELLA GUERRA Il pittore catalano adotta una espressione pittorica similare a quella di Goya

Svelato il lugubre mistero del perché al cadavere di Goya manca il teschio.
Goya muore il 15 aprile 1828 a Bordeaux dove s’era rifugiato da quattro anni in volontario esilio perché non sopportava la feroce tirannia di Ferdinando VII. il pittore viene sepolto nel cimitero della Chartreuse nella modesta tomba della famiglia Muguiro, suoi amici di vecchia data. Mentre la sua fama cresce in tutto il mondo, gli sciagurati governi di Spagna per quasi tutto il XIX secolo non si preoccupano di traslare in patria i suoi resti, finché nel 1880 viene nominato console a Bordeaux Don Joaquìn Pereyra, che si indigna nel trovare la tomba del grande genio in totale abbandono e comincia una lunghissima battaglia per riportarlo in Spagna con gli onori dovuti. Nel 1888 viene ultimato un sepolcro monumentale nella Sacramental di San Isidro a Madrid in cui dovrebbe venire inumato insieme ad altri grandi artisti. Al momento dell’esumazione si scopre con orrore che il cadavere è mutilato. Le autorità competenti stabiliscono che venne decapitato prima della sepoltura perché “la sua testa, come è risaputo, fu affidata a un medico per uno studio scientifico”. L’affermazione salta fuori per la prima volta e non è affatto documentata. Le vicissitudini dei resti di Goya non sono finite e assumono caratteri grotteschi: il governo spagnolo non vuole pagare alla Francia la modesta somma per la sua esumazione. Solo nel 1900 viene deposto nella Sacramental di Madrid, per poi essere trasferito definitivamente nel 1919 nella “sua” chiesa di Sant’Antonio de la Florida dove finalmente ha pace. Nel 1928, la chiave del mistero. Uno studioso trova per caso da un antiquario di Saragoza un quadro raffigurante il teschio di Goya, firmato da un pittore scadente e un’etichetta autografata dal marchese de San Adriàn. Eccentrico personaggio appassionato di frenologia, una para-scienza che diagnosticava le caratteristiche di un individuo in base alle protuberanze del cranio, fu lui a commissionare la profanazione del cadavere.

Tratto liberamente "Il foglio"

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