lunedì 24 maggio 2010

’autenticità dei «Protocolli» dei Savi II parte





Per Evola, la questione dell’autenticità o meno è una falsa questione,
perché quello che conta è la piena concordanza fra lo spirito della
Legge
ebraica e lo spirito che emerge dalle pagine dei «Protocolli; e, in
particolare, l’idea della rivincita mondiale dell’ebraismo su tutto il
resto
dell’umanità, sui Gentili, considerati alla stregua di bestiame, se non
di
autentica spazzatura destinata, comunque, ad un ruolo totalmente
subalterno
nel “nuovo ordine mondiale” che verrà instaurato nel gran giorno (idem,
pp.
24-26):

«Per ben inquadrare il problema ebraico e comprendere il vero pericolo
dell’Ebraismo bisogna partire dalla premessa che alla base
dell’Ebraismo non
sta tabto la razza (in senso strettamente biologico), ma la Legge. La
Legge
è l’Antico Testamento, la “Torah”m, ma altresì, e soprattutto, i suoi
ulteriori sviluppi, la “Mishna” e essenzialmente il “Talmud”. È stato
giustamente detto che, come Adamo è stato plasmato da Jehova, così
l’ebreo è
stato plasmato dalla Legge: e la Legge, nella sua influenza millenaria
attraverso le generazioni, ha destato speciali istinti, un particolar
modo
di sentire, di reagire, di comportarsi, è passata nel sangue, tanto da
continuare ad agire anche prescindendo dalla coscienza diretta e
dall’intenzione del singolo. È così che l’unità d’Israele permane
attraverso
la dispersione: in funzione di un’essenza, di un incoercibile modo
d’essere.
E insieme a tale unità sussiste e agisce sempre, fatalmente, o in modo
atavico e inconscio, o in modo oculato e serpentino, il suo principio,
la
Legge ebraica, lo spirito talmudico.
È qui che interviene un’altra prova della veridicità dei “Protocolli”
quale
documento ebraico, inquantoché trarre da questa Legge tutte le sue
logiche
conseguenze nei termini di un piano d’azione significa – esattamente –
venire più o meno a quanto di essenziale si trova nei “Protocolli”. Ed è
essenziale questo punto, CHE MENTRE L’EBRAISMO INTERNAZIONALE HA
IMPEGNATO
TUTTE LE SUE FORZE PER DIMOSTRARE CHE I “PROTOCOLLI” SONO FALSI, ESSO HA
SEMPRE E CON LA MASSIMA CURA EVITATO IL PROBLEMA DI VEDERE FINO A CHE
PUNTO
QUESTO DOCUMENTO, FALSO O VERO CHE SIA, CORRISPONDE ALLO SPIRITO
EBRAICO. E
proprio questo è il problema che ora vogliamo considerare. L’essenza
della
Legge ebraica è la distinzione radicale fra Ebreo e non-Ebreo più o meno
negli stessi termini che fra uomo e bruto, fra eletti e schiavi; è la
promessa, che il Regno universale d’Israele, prima o poi, verrà, e che
tutti
i popoli debbono soggiacere allo scettro di Giuda; è il dovere, per
l’Ebreo,
di non riconoscere in nessuna legge, che non sia la sua legge, altro che
violenza e ingiustizia e accusare un tormento, una indegnità, dovunque
il
dominio, che egli ha, non sia l’assoluto dominio; è la dichiarazione di
una
doppia morale, che restringe la solidarietà alla razza ebraica, mentre
ratifica ogni menzogna, ogni inganno, ogni tradimento nei rapporti fra
Ebrei
e non-Ebrei, facendo dei secondi una specie di fuori-legge; è, infine,
la
santificazione dell’oro e dell’interesse come strumenti della potenza
dell’Ebreo, al quale soltanto, per promessa divina, appartiene ogni
ricchezza della terra e che deve “divorare” iogni popolo che il Signore
gli
darà. Nel “Talmud” si arriva a dire: “Il migliore fra i non-Ebrei
(“gojm”),
uccidilo”. Nel “Shemoré Esré”, preghiera ebraica quotidiana, si legge:
“Che
gli apostati perdano ogni speranza, che i Nazzareni e i Minim (i
Cristiani)
periscano di colpo, siano cancellati dal libro della vita e non siano
contati fra i giusti”. “ Ambizione senza limiti, ingordigia
divoratrice, un
desiderio spietato di vendetta e un odio intenso” si legge nei
“Protocolli”
(XI) e difficilmente si saprebbe dare una più adeguata espressione di
ciò
che risulta a chi penetri l’essenza ebraica. E mai è venuta meno,
all’Ebreo,
la speranza del Regno, è in essa che sta, anzi, in gran parte, il
segreto
della forza inaudita che ha tenuto in piedi ed ha conservato uguale a sé
stesso Israele, tenace, caparbio, orgoglioso e vile ad un tempo,
attraverso
i secoli. Ancor oggi, annualmente, nella festa del Rosch Hassanah,
tutte le
comunità ebraiche evocano la promessa: “Innalzate le palme e acclamate,
giubilando, Dio, poiché Jehova, l’altissimo, il terribile, sottometterà
tutte le nazioni e le porrà sotto ai vostri piedi”.»

Le considerazioni di Evola ci sembrano non prive di un certo spessore
concettuale e meritevoli, comunque, di essere prese seriamente in esame,
piaccia o non piaccia la figura di colui che le ha formulate ed il
ruolo da
lui rivestito nella cultura antisemita dell’epoca.
La prima domanda che ci dovremmo porre è se una cospirazione globale sia
possibile e verosimile e se sia dato di scorgerne non già le prove -
abbiamo
visto che nessuna società segreta ne lascerebbe alle proprie spalle -,
ma
almeno degli indizi abbastanza riconoscibili.
La seconda domanda è se sia possibile che non già gli Ebrei
indiscriminatamente, ma alcuni gruppi ebraici potenti e sperimentati,
facendo leva su una Legge che è stata loro inculcata per innumerevoli
generazioni, non possano essersi prestati ad un disegno del genere,
magari
in collaborazione con altri centri di potere occulto.
Alla prima domanda ci sembra sia difficile rispondere in maniera
assolutamente negativa.
Che i membri del “villaggio globale” si trovino in una condizione di
vera e
propria schiavitù psicologica e culturale, instupiditi da demenziali
programmi radiofonici e televisivi, disinformati da una stampa
asservita e
fuorviati da sedicenti intellettuali che fanno a gara, ormai da lungo
tempo,
nel fare a pezzi ogni parvenza di valore tradizionale e nel descrivere
la
vita come decadenza, dolore, noia e disperazione: tutto questo è sotto
gli
occhi di tutti, se si possiedono ancora - beninteso - occhi per vedere
e una
mente per riflettere.
Ora, è difficile pensare che tutto questo sia frutto del caso o di una
spontanea convergenza di circostanze; senza contare che l’esperienza ci
insegna che i grandi gruppi finanziari e industriali non tralascerebbero
alcuna strategia, alcuna manovra, alcuna bassezza, per quanto
criminosa, nel
perseguire i loro fini inconfessabili: che non consistono solamente nel
vendere una quantità sempre crescente di prodotti inutili o addirittura
nocivi, ma anche nel distruggere ogni residuo di spirito critico nel
suddito-consumatore, in modo da renderlo il più simile possibile ad uno
“zombie”: perché solo così si può essere certi che egli non prenderà
consapevolezza della sua reale condizione e non tenterà di sottrarvisi.
Scatenare guerre e rivoluzioni, finanziare gruppi terroristici magari di
opposta matrice ideologica, istigare colpi di stato, provocare crisi
finanziarie, promuovere filosofie e movimenti artistici che inneggiano
al
nichilismo e alla distruzione della società: sono tutte azioni che un
tale
gruppo di potere occulto, attraverso le sue innumerevoli ramificazioni,
non
esiterebbe a mettere in atto e che non presentano, sotto il profilo
tecnico,
ostacoli insormontabili, specialmente se si dispone di possibilità
finanziarie praticamente illimitate.
Alla seconda domanda ci sembra che si possa egualmente rispondere in
maniera
affermativa; o, quanto meno, che una risposta affermativa possa
costituire
una ragionevole ipotesi di lavoro sulla quale indagare.
Gruppi di potere occulto sappiamo che esistono, primo fra tutti la
Massoneria, che affonda le proprie radici in una tradizione ormai
plurisecolare e la cui regia nascosta è ormai accertata dietro fatti
storici
rilevanti, a cominciare da quelli riguardanti la nascita del nostro
Stato
nazionale, nel corso del Risorgimento.
Che, poi, esista una sorta di federazione tra tali gruppi, ciascuno dei
quali persegue, in realtà, un proprio disegno egemonico e ciascuno dei
quali
spera di servirsi degli altri per realizzare i propri fini particolari:
anche questo rientra nell’ambito del possibile e perfino del probabile;
come
suggerisce, ancora una volta, l’osservazione di fatti storici ormai
noti,
come la collaborazione che si instaura fra organizzazioni criminali
internazionali, ciascuna delle quali particolarmente interessata ad un
certo
ambito delle attività illecite.
Che, infine, salendo di livello in livello, si giunga al vertice della
piramide che nessuno ha mai potuto conoscere di persona, anche perché i
suoi
membri più importanti, i burattinai supremi del grande gioco, sono -
forse -
creature di origine non umana: ebbene, ciò può essere solo oggetto di
speculazione teorica, mancando prove o anche indizi concreti tali, da
poter
dirimere la questione per via documentaria.
Chi studia il fenomeno della cospirazione mondiale non può servirsi dei
normali metodi di ricerca dello storico professionista, perché la
materia
stessa è completamente diversa da quella della storia. Lo storico
procede di
documento in documento; ma lo studioso della cospirazione globale sa
che non
troverà mai dei “documenti” paragonabili a quelli di cui si servono i
suoi
colleghi della storia, chiamiamola così, profana.
Possiamo da ciò trarre la conclusione che non è cosa da persone serie
mettersi a studiare la cospirazione globale, dato che, a rigore, non
siamo
affatto certi nemmeno del fatto che esista il soggetto di una tale
ricerca?
Certamente no.
Il fatto che non esistano prove assolutamente certe e incontrovertibili
di
una costante presenza aliena sul nostro pianeta non è un argomento per
squalificare gli studi che si possono fare in proposito o per denigrare
quanti decidono di dedicarvisi; e la stessa osservazione può farsi per
tutti
quegli ambiti di studio che abbracciano materie prive di un riscontro
materiale oggettivo, a cominciare dalle religioni.
Gli studiosi “seri”, però, temono il ridicolo: sono persone che ha molto
amor proprio, anche se non esitano a mangiare nella greppia di
istituzioni,
giornali o televisioni che si aspettano da loro appunto quel tipo di
“serietà” che consiste nel non fare mai, assolutamente mai, delle
domande
veramente scomode, ma nel blandire, al contrario, la pigrizia mentale
del
pubblico.
Ora, il ridicolo (o peggio) è quasi inevitabile per chiunque si
addentri nel
labirinto della cospirazione globale; e i più petulanti nel ridere alle
spalle di un tale ricercatore sono, senza dubbio, proprio coloro i
quali -
ne siano consapevoli o no - hanno subito in dosi più massicce l’opera di
omologazione e istupidimento perseguita dal Pensiero Unico dominante.
Perché
a quei signori pieni di sussiego e di serietà, magari baroni
universitari
con ampie gratificazioni professionali, non va molto a genio l’idea di
prendere in esame la possibilità, anche solo teorica, di essere, né più

meno di chiunque altro, soltanto dei poveri burattini eterodiretti.
Come se non bastasse, fa parte, da sempre, della tecnica di tutti i
gruppi
di potere occulto, quella di operare una sistematica disinformazione,
lasciando trapelare brandelli di verità, mescolati però a tali e tante
inverosimiglianze, da confondere completamente le carte e da screditare
anche il lavoro di quanti concentrano le proprie spassionate ricerche
proprio su quei brandelli.
Certo, finché il conformismo intellettuale continuerà a dominare
incontrastato, i signori dei poteri occulti potranno dormire sonni
tranquilli ancora a lungo.
Finché qualcuno, un poco alla volta, comincerà a scuotersi dal torpore
e a
farsi delle domande scomode e politicamente scorrette: a farle a se
stesso
in primo luogo; e poi, in un secondo tempo, a farle anche agli altri.
Allora, i signori del Pensiero Unico cominceranno a non sentirsi più
tanto
tranquilli.
Avranno paura che la verità cominci a venir fuori: non quella mezza
verità
che essi stessi lasciano fuggire, di quando in quando, aprendo e
chiudendo
il rubinetto della disinformazione; ma la verità vera, quella che a
loro non
piace affatto, perché disturba i loro progetti e i loro affari.
Quel giorno, forse, si sta avvicinando.
Un principio di consapevolezza incomincia a soffiare, qua e là, nella
stagnante palude in cui siamo sprofondati.
Speriamo che quella brezza si trasformi quanto prima in un vento
impetuoso e
che sia abbastanza forte da disturbare i piani e gli affari di chi ci
vorrebbe eternamente schiavi, e sia pure schiavi di lusso, imprigionati
mani
e piedi con delle catene d’oro massiccio.

1 commento:

1956 A SPA RE NATO DE PAOLI ha detto...

Riferisce il Prof. Serafino Massoni, in YOU TUBE ...I protocolli di Sion ..che gli sytessi sono palesemente falsi, ma ben scritti da sembrare veri. Forse furono scritti dai servizi segreti russi ai primi del '900 da mani così esperte e forse da ebrei antiebrei.
Andatevi a vedere il video.