giovedì 31 luglio 2008

Preghiera e potere



Cella di Cosimo de' Medici, ospite spesso del Convento



La Preghiera

Sul mistero dei luoghi di meditazione di due famiglie ducali italiane:
i Gonzaga di Mantova e i Medici di Firenze.

a cura di Luigi Pellini



A Mantova come a Firenze sono presenti degli edifici particolari, studiati o ricavati nelle stesse strutture di conventi urbani usati come pensatoi o meglio camere di meditazione atte a isolare completamente dall'esterno chi vi si ritirava. Molti signori medioevali usavano queste pratiche. Si è scelto questi casi data la loro attendibile storicità. Presso il palazzo ducale di Mantova, chiamato castello di San Giorgio, dimora sontuosa con non pochi riferimenti alchemici, ricordo solo la sala del Cruzol (crogiolo) e la più famosa sala del labirinto detta anche del "forse che si forse che no" (motto che indica la difficoltà di scelta per arrivare al centro, forse a destra forse a sinistra) ammirata da D'Annunzio e usata come titolo di un suo famoso romanzo. Ebbene in questo meraviglioso palazzo esiste un appartamento al piano terra detto dei nani quasi sempre chiuso, perché poco conosciuto o meglio snobbato dagli ordinari percorsi pseudo culturali perché di poca importanza artistica. Queste strane stanze ,che io visitai in più occasioni sotto serrata insistenza perché chiuse, danno immediatamente uno stato d'animo indescrivibile. Il nome di "Appartamento dei nani o degli gnomi" ha una logica, ricordo che lo gnomone era uno strumento per misurare il cammino del sole e qui c'è un chiaro riferimento alla tradizione solare e al pitagorismo, anche perché nella storia dei Gonzaga di Mantova non c'è traccia di nani, e così queste stanze sono state costruite espressamente per altri scopi, come il ritiro allo scopo di praticare particolari esercizi. Un ombelico da cui si poteva accedere alla sapienza eterna, un ambiente che favoriva la spogliazione dell' io. Le varie camere erano costruite con i soffitti bassi con particolari colori che sfumavano dal basso in alto giochi di disegni che favorivano il viaggio della mente, il tutto immerso in un profondo silenzio. Altro fulgido esempio di stanze particolari, lo conobbi per caso visitando il convento di San Marco a Firenze, luogo pieno di storia sia per il ricordo del Beato Angelico, di cui ancora oggi sono esposti parte dei suoi dipinti, voglia anche perché in questo luogo dimorò il Savonarola da Ferrara noto per la sua immeritata fine ad opera di un papa mediceo, che lo abbrustolì in piazza. Visitando le celle dei frati poste nei piani superiori, situata in un punto ancor più alto di queste, c'era la cella dove i duchi si ritiravano a meditare, che presenta delle similitudini con la casa dei nani anche se concepita in maniera diversa. Che cosa venivano a praticare i Duchi medicei in queste stanze immerse nella quiete salmodiante conventuale? Il meccanismo è lo stesso, questi illuminati signori capirono che la gestione del potere la si acquisiva e la si manteneva attingendo dalla sapienza immemore . Per farmi capire meglio riporto una frase di S. Freud:<<>> attingere a questa fonte non è per tutti, anche se le pratiche rituarie e oranti sembrano semplici e uguali nella sostanza da sempre,ma bisogna avvicinarsi con purezza fuori da ogni egoismo. Facile a dirsi difficile a farsi specialmente adesso dove tutto è mirato all'affermazione personale. Ricordo che nel 1540 Cosimo de' Medici nel trasferirsi a Palazzo Vecchio e nell'adattare e nel decorare l'edificio preparò delle stanze particolari per sostituire quelle di San Marco che erano fuori dalla sua abitazione e dalle abitazioni dei suoi predecessori. Così finiva un ciclo carico di un certo benessere per il popolo ,ma finiva anche un periodo storico contrassegnato da governanti illuminati (Vedi "Arte segreta" di Giulio Lensi Orlandi).

Questa casata fin dal suo esordio ,come d'altronde i Gonzaga, fu interessata ai segreti dell'uomo e della natura. E' molto probabile che attraverso queste conoscenze fu attuata e consolidata la loro ascesa al potere, come per tante altre signorie, che conoscevano e praticavano sotto varie forme l'alchimia, ma anche il mantenimento di questo potere attraverso i secoli è da addebitarsi alla costante operatività dei discendenti. In molti altri casi come ad esempio Verona con gli Scaligeri, non si è potuto riscontrare luoghi simili fuori da occhi indiscreti, date le troppe e devastanti manipolazioni che negli anni subirono le dimore Ducali. E' certo che Mastino della Scala praticasse anche lui, con virtute e conoscenza, l'arte regia. Le signorie e i principati anticipano il Rinascimento, perché si spinsero ,con grande dispendio di mezzi e di energie ,alla ricerca del fiume carsico, del sapere occulto. Questi segreti li si è andati a scoprire sia sotto forma filosofica che recuperando la pratica di laboratorio (labor-itra lavorare dentro) dai pochissimi custodi esistenti. Un esempio per tutti Gemisto Pletone il pensatore cardine del neoplatonismo, colui che avvia la riscoperta dell'antica sapienza venerato da tutte le grandi signorie italiane, per volere di Sigismondo Malatesta il suo corpo fu amorevolmente deposto nell'arca del tempio Malatestiano di Rimini, costruzione sacra che si pone o meglio sintetizza il zoroastrismo, paganesimo, cristianesimo e tutte le religioni che verranno. Un" Sancta Sanctorum" fuori dal tempo.

(Anche i Savoia si costruirono un luogo dove poter praticare la meditazione e la preghiera fuori da sguardi indiscreti e nella pace, al Santuario della madonna nera di Oropa ,in provincia di Biella. Il santuario risale al dodicesimo secolo, ma i Savoia diventati re d'Italia sostituirono ed ampliarono tutto il complesso, lo Iuvarra disegna la grande scalinata, il santuario divenne così un luogo di accoglienza e di fede popolare. Con questo rifacimento e abbellimento i re d'Italia ricavarono anche degli appartamenti reali privati dove erano soliti ritirarsi).

Esiste una storia ordinaria appiattita e noiosa figlia dei tempi contingenti, e viceversa una storia eterna vera che eleva potenzialmente tutti gli uomini di buona volontà, cerchiamola.

Tutti i monaci pregano alla stessa ora seguendo la stella del mattino ecc....

La forza che scaturisce la preghiera, la preghiera non è un fine, ma un mezzo. Non è un meccanismo per chiedere ma per modificare la nostra mente, lentamente prepararla per mettersi in sintonia con il tutto, nella consapevolezza dei grandi poteri dell'uomo.

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