giovedì 11 marzo 2010

Le metamorfosi di Ranuccio Bianchi Bandinelli


Alla sinistra di Hitler (per chi guarda la foto) vediamo la guida ufficiale, con una impeccabile urbace fascista nera propria di una persona di alto rilievo nella monenclatura mussoliniana , di quella memorabile visità che segnò l'inizio dell'inesorabile rovina dell'Italia attraverso i patti scellerati con la Germani nazista.
Quel giovanotto altezzoso vestito con l'urbace nera completa di fez, e con la mandibola preparata a copia del capo (Benito) è l'archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli. Uno dei tanti che verso la fine della guerra si convertì all'antifascismo. Nella discussione sui mandanti dell'omicidio Gentile verso il 1944, era stato fatto il nome anche di Bianchi Bandinelli, sulla base di una testimonianza resa nel 1981 dallo scrittore Romano Bilenchi allo storico Sergio Bertelli, secondo la quale la decisione sarebbe stata presa in una riunione ristretta a cui avrebbe partecipato anche l'archeologo.Dopo la fine del conflitto Fece parte del comitato centrale del Partito Comunista Italiano ebbe incarichi di grande rilievo nell'ambito archeologico, sempre appoggiato dal suo nuovo partito.
La voce che commentava il film Luce della visità di Hitler a Roma, da dove è tratta la foto, era di Vittorio Veltroni padre di Walter.

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