[…] Quanto alla cerimonia che "avvolge" con i suoi personaggi il sant'Antonio prostrato al muro della cappella nelle Tentazioni di Lisbona, si può differire (molto) da Fränger. Questi considera visione allucinatoria la scena che si svolge attorno al santo e ne ritiene responsabile l'uomo dal cappello a cilindro e dal piede mozzo. Senonché, non esiste alcun elemento iconografico che chiarisca la natura visionaria degli esseri posti attorno al santo, che hanno tutti aspetto e caratteri reali. Tutti, meno uno: la figura monocromatica che sta alla destra dell'allucinato personaggio in veste rossa, coperto dalla tiara stranissima, che fissa con spavento e meraviglia il bicchiere metallico (aureo?) appena appoggiato sulla sua mano destra. Il fatto stesso che in questa figura volto, mani, veste e corona siano tutti in color giallo, con lievi varianti di intensità, dimostra che questo è l'unico personaggio irreale del gruppo. Perfino i due demoni mostruosi sono più veri di lui. In altri termini, si può proporre una lettura diversa che abbia per base le conoscenze "spiritiche" e "negromantiche" dell'epoca: fermo restando che l'"operatore" è l'uomo dal cappello a cilindro, questi ha evocato un fantasma (la "dama gialla") che interviene in un'azione magico-spiritica compiuta da esseri demoniaci reali e tesa a disturbare la preghiera e la santità stessa di sant'Antonio; questi volge il capo e guarda verso lo spettatore mentre compie con la destra lo stesso gesto che compie il Cristo (vero) nella cappella, arredata con un crocifisso e una candela accesa in un candeliere a calice posti sull'altare.




Quanto alla cerimonia demoniaca che si svolge attorno al tavolo rotondo, a parte il vecchio storpio (munito di uno strano strumento musicale) che tocca il manto del suonatore di liuto con il barbagianni sulla testa e il muso di porco, abbiamo un gruppo di tre persone: una negra velata che tiene su un piatto l'"homunculus" mostruoso che solleva sulla testa un uovo; la "dama gialla" della quale si è già detto; la figura in rosso (che molti considerano maschile, ma che in realtà sembra, quanto meno, vestita da donna), la cui azione è diretta ad afferrare il bicchiere metallico (d'oro?) che lievita nell'aria verosimilmente per opera del personaggio dalla testa di porco (che infatti compie con la sinistra un gesto ben noto a qualsiasi prestigiatore professionista). In breve, un misto di elementi diversi, cui si può aggiungere un possibile simbolismo cromatico di derivazione alchemica: Opera al nero la negra; al bianco il piatto; al giallo (citrinitas) la "dama"; al rosso il personaggio col bicchiere. 




Un'altra donna curiosamente acconciata porge un piatto metallico a una vecchia (che nella veste ricorda le domenicane), accanto alla quale sta un essere mostruoso: un "grillo" fatto di testa e gambe. Questi tre personaggi "avvolgono" sant'Antonio quasi per separarlo dalla fonte della sua forza, vale a dire dal Cristo. Nell'insieme si può osservare che, a parte gli aspetti più o meno mostruosi dei personaggi, abbiamo un'"esposizione" di opere e di fenomeni prodotti dalle scienze occulte e cioè:

a) presenza dell'"homunculus", prodotto alchemico; 
b) uovo, elemento simbolico (qui verosimilmente germe demoniaco); 
c) spirito evocato, ossia la "dama gialla"; 
d) lievitazione, prodotta da un demone, ossia il bicchiere che il personaggio in rosso sta per afferrare. Tralasciando il cromatismo alchemico, appare chiaro che Bosch ha affiancato azioni e risultati di origine occultistica per dimostrare che "tutte" queste pratiche (e altre ancora, connesse con gli altri tre personaggi) sono opera del demonio e perciò condannabili. Tanto più che esse possono addirittura servire per "tentare" un santo che, nelle tradizioni diffuse ovunque (e in particolare nell'Italia centrale), è, come dicono in Abruzzo, «lu nemiche de lu dimone».


Mario Bussagli 
da Bosch, (Art Dossier Giunti - pag. 60)