mercoledì 29 maggio 2013

Templari e festival biblico a Verona

IL MARTIRIO DELLA MEMORIA Di Cavalleri Bruno Navigando nella rete e digitando su qualsiasi motore di ricerca la parola templari, si apre al curioso un mondo di sorprese: accanto a siti che trattano di esoterismo, di storia o di occultismo, spesso ci si imbatte in associazioni, o “ordini”, che rivendicano in qualche modo la discendenza da questo antico e nobile Ordine cavalleresco. Sfatiamo subito una leggenda: i Templari (quelli veri, scritti con la T maiuscola) oggi non esistono più; sono stati cancellati per sempre dalla Storia in seguito al tramonto dell’Universalismo cristiano medioevale del quale, assieme a papato ed impero, essi furono i più fieri rappresentanti. Come sostenne a suo tempo R.Steiner, la scomparsa di questi cavalieri rappresentò, per lo sviluppo della spiritualità europea un brusco inciampo: essi attraverso la pratica di un sincero sincretismo religioso, il continuo contatto con le civiltà del Vicino Oriente (all’epoca molto più evolute di quella Occidentale), giunsero ad elaborare una peculiare spiritualità che aprì la strada, purtroppo molto tempo dopo proprio perché essi furono drammaticamente cancellati dalla Storia, alla moderna tolleranza praticata dalle vere èlitès religiose. Fu proprio il modo cruento con il quale essi furono soppressi a creare ed alimentare continuamente la linfa di tutta una serie di leggende che finì per cucire addosso ai poveri Templari una veste (anzi un guardaroba!!!) che essi mai avrebbero indossato. Comunque, dopo la soppressione dell’Ordine, decretata al Concilio di Vienne, di Templari non si sentì più parlare, almeno fino alla fine del XVII sec. quando Filippo d’Orlens, di fatto, rifondò l’Ordine. Mettiamo subito in chiaro una cosa: tutte queste “rifondazioni” vanno lette in chiave squisitamente strumentale: Filippo rifondò i templari per farne un covo di opposizione all’assolutismo di Luigi XIV, cosi come, un secolo dopo Napoleone sostenne l’istituzione per farne un covo di antipapismo da poter adeguatamente sfruttare nella sua lotta contro la Santa Sede. La maestranza di Raimond Fabrè Palabrat, all’inizio del XIX secolo, sostenuta appunto da Napoleone, fu quella che aprì la strada alle moderne istituzioni neotemplari. Un falso clamoroso ma anche grossolano, la cosiddetta Carta di Larmenius, venne fabbricata a dovere per dimostrare che l’ordine aveva continuato a sopravvivere in clandestinità attraverso i secoli e da allora, attraverso mille vicissitudini, scissioni e vicende poco chiare i vari gruppi neotemplari sono arrivati ai giorni nostri, combattendosi spesso aspramente ed accusandosi vicendevolmente, in maniera ben poco cavalleresca, di praticare ad esempio il satanismo o altre facezie del genere… In questi ultimi anni, complici anche il successo di una letteratura pseudo storica ma soprattutto una buona dose di ignoranza, gli adepti di questi “Ordini” sono aumentati a dismisura e sono aumentati anche i gruppi poiché spessissimo si assiste a scissioni, devianze ecc… Oggi il panorama neotemplare italico appare quantomeno diviso e variegato: documentata è l’esistenza di almeno una ventina di conventicole, con un numero di adepti variabile (da poche decine ad alcune centinaia), ognuna delle quali, come già detto, rivendica la propria legittimità a discapito delle altre. Il problema, a mio modestissimo avviso stà proprio in questo: tutti questi gruppi, per quanto si spertichino a dichiarare la loro assoluta fedeltà ala Chiesa in attesa di un riconoscimento, che forse non arriverà mai, non hanno ereditato nulla, ma proprio nulla di ciò che gli antichi Templari furono, a parte il nome naturalmente. Un neofita che entra in una delle sopracitate associazioni nel migliore dei casi finirà per entrare in un gruppo di preghiera in costume e si troverà coinvolto in una serie di pratiche tra il fanatico ed il bizzarro. Altri, meno fortunati, finiranno tra le grinfie di furbetti che mungeranno loro un pò di quattrini, in cambio di vanagloria, un mantello e tante patacche. Cosi, tra cerimonie pompose, spade, urla di battaglia, stemmi araldici ed altre facezie del genere, si consuma un vero e proprio martirio della memoria che la Chiesa dovrebbe in qualche modo, essendo l’unica a poterlo fare, cercare di fermare. Qualche anno fa, nella diocesi di Roma, visto il dilagare e il degenerare di questi gruppi, il cardinale Riuni rese pubblica una celebre dichiarazione con la quale si faceva espressa proibizione ai parroci di concedere le chiese a gruppi cavallereschi che non fossero espressamente tutelati e riconosciuti dalla S.Sede. Di recente il divieto è stato esteso a tutte le diocesi italiane tuttavia, a giudicare dalla enorme quantità di sacerdoti che entrano in questi ordini, parrebbe totalmente ignorato. Esiste anche un gruppo che si occupa di smascherare i falsi gruppi cavallereschi, che in più occasioni si è appellato ai vicari episcopali, cercando di rendere almeno edotte le autorità religiose locali della situazione di irregolarità della quale esse permettono lo svolgimento spesso, va precisato, ricevendo risposte del tutto evasive…......................................................................................................................... https://a1917.gastonecrm.it/uploads/File/Attivita2013/I_Templari_alla_Verona_Minor_Hierusalem_-_Guida_Generale.pdf, Questo è il cammino proposto dai nuovi templari cattolici nella città scaligera?

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