Niente può eguagliare l’orrore che investì le "marocchinate": è una brutta parola, ma allora la usavano tutti e si capiva subito di cosa si parlava. Non solo marocchini, ma anche tunisini, algerini, ecc. Gli storici furono come sempre bloccati, lasciando praticamente sguarnita di studi e ricerche quella pagina dolorosa della nostra storia. Certi eventi, accaduti intorno alla Linea Gustav, non hanno trovato il giusto spazio nei libri della storiografia ufficiale. Voluta da Hitler nel settembre del 1943, 230 chilometri di barriera difensiva, dal Tirreno all’Adriatico partiva da Gaeta, al confine tra Lazio e Campania fino alla foce del Sangro, a sud di Pescara. La città ciociara di Cassino ne era il nodo. Saranno i soldati del generale francese Alphonse JUIN a ricevere l'ordine di sfondarla. 110 mila soldati: francesi, marocchini, algerini e tunisini sono gli uomini del C.E.F., il Corpo di Spedizione Francese, guidato dal generale JUIN, comandante deciso e ostinato. Ai suoi ordini anche i 12 mila goumiers, arruolati e addestrati sulle montagne dell’Atlante in Marocco.
Il contingente marocchino agli ordini del generale JUIN, i “goumièrs”, sfondano per primi il 13 maggio 1944, i capisaldi della linea Gustav. I tedeschi sono costretti ad arretrare. I profughi vedono arrivare i liberatori. Ma proprio in questi giorni di liberazione ha inizio un saccheggio senza precedenti: i goumiers devastano, rubano, uccidono, violentano. Donne, bambini, ma anche uomini, sono il loro “bottino di guerra”. Le marocchinate, una brutta definizione, ma da allora usata da tutti in quei luoghi e si capisce subito di cosa si parla. Sono le donne che hanno subito la violenza dei soldati marocchini, gli efferati liberatori dall'occupazione tedesca. I goumiers inoltre andavano all'attacco salmodiando la Chahada, catturavano i tedeschi per rivenderli (500-600 franchi per un soldato semplice, il triplo per un ufficiale superiore) ai militari americani desiderosi di costruirsi una reputazione guerriera senza rischiare. In Marocco ovviamente sono gli eroi di Cassino.
Ma quanti furono gli stupri? Le cifre non sono mai state precise. La furia delle truppe marocchine ha sin dal primo momento assunto le caratteristiche di uno stupro di massa. Ma come è stato possibile che soldati comandati da ufficiali francesi, inquadrati nella V armata americana, abbiano potuto infierire sulla gente del luogo senza alcun controllo? In questa ricerca della verità partiamo, anche se può sembrare paradossale, da un misterioso proclama, attribuito proprio ad Alphonse JUIN: "...oltre quei monti, oltre quei nemici che stanotte ucciderete, c’è una terra larga e ricca di donne, di vino, di case. Se voi riuscirete a passare oltre quella linea senza lasciare vivo un solo nemico, il vostro generale vi promette, vi giura, vi proclama che quelle donne, quelle case, quel vino, tutto quello che troverete sarà vostro, a vostro piacimento e volontà. Per 50 ore. E potrete avere tutto, fare tutto, prendere tutto, distruggere e portare via, se avrete vinto, se ve lo sarete meritato. Il vostro generale manterrà la promessa, se voi obbedirete per l’ultima volta fino alla vittoria...".
Cimitero Militare Francese a Monte Mario - Roma
di wallace » dom giu 03, 2007 9:31 am
Monte Mario è ricco di monumenti di tutte le epoche: strade romane, avanzi di ville rustiche, tombe cisterne; ville rinascimentali, fra le quali primeggia Villa Madama con il ricordo di Margherita d'Austria e dei papi di Casa Medici, la Villa Mellini, quattrocentesca, ora Osservatorio astronomico col suo museo, che ricorda Copernico, e i casali omonimi, da poco restaurati; la seicentesca Villa Stuart, ora clinica; chiese venerabili come la Madonna del Rosario, la cui origine risale all'umanista Giano Nicio Eritreo e che conserva l'eco delle musiche che vi compose il grande Liszt, la chiesa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: tutti monumenti storici o artistici. A questi, dopo il 1870, si sono aggiunti i forti: il Forte Monte Mario e il Forte Trionfale, due baluardi facenti parte della grande cerchia di fortificazioni che, che ci ha spiegato recentemente un esperto militare durante una visita guidata a quest'ultimo forte, dovevano in teoria difendere Roma da un ipotetico sbarco di truppe francesi a Civitavecchia, per restituire il potere temporale al Papa, cosa che non avvenne mai.
Vi è invece, sempre a Monte Mario, un monumento quasi sconosciuto ai piu': il Cimitero Militare Francese dove riposano i soldati francesi e nordafricani sbarcati a Napoli nel novembre 1943 e caduti in battaglia combattendo durante la Campagna d'Italia. Il cimitero (che si è aggiunto agli sterminati cimiteri americani, inglesi, polacchi, brasiliani, tedeschi) è ubicato in una angolo nascosto ma dominante sulla Città, all'estremità di via dei Casali di Santo Spirito, una traversa quasi campestre dell'aristocratica via della Camilluccia, sbarrata da un grande cancello fiancheggiato da due pilastri di pietra grigia sormontati da una fiamma scolpita con la scritta "Cimitière Militaire Française - Campagne d'Italie 1943 - 1944".
Varcando il cancello, ci si sente circondati da un'atmosfera immobile e silenziosa, quasi irreale: si entra in un passato relativamente recente e doloroso, ma purtroppo già dimenticato da molti, che ci sembra doveroso ricordare nel mese di novembre.
Il lungo viale d'entrata, largo, arioso, è sereno, ma sul suo lato destro si erge una collinetta tagliata a gradoni, piantata ad ulivi, pini e cipressi e ricoperta di un tappeto di erba verdissimi, frammista a fiori di campo, bianchi, gialli, azzurrini, a cui si levano tante file di croci di marmo, tutte uguali, ed anche, in altri settori, piccole stele, anch'esse di marmo bianco, con incisa la mezzaluna islamica: sia sulle une sia sulle altre, un nome e la scritta "Mort pour la France" e una data, quella della morte in combattimento. Su alcune, invece del nome, è inciso "Inconnu".
Procedendo per il viale, si scoprono sempre nuove croci e nuove stele; si arriva infine ad un piazzale sovrastato da una gradinata che conduce ad un grande blocco di marmo, simile ad un altare, sulla parte anteriore del quale è scolpita la figura di un uomo giacente, dolente immagine di morte (opera dello scultore Fenaux del 1948). Sul retro del monumento è inciso l'emblema della Francia libera: il gallo Chantecler e la Croce di Lorena e i nomi di battaglie combattuti dalle truppe francesi, tunisine, marocchine, algerine sotto il comando del generale Juin che si unirono al Quinta Armata del genrale Clark e poi all'Ottava Armaya britannica, sostenendo in dicembre duri combattimenti sui monti innevati dell'Abruzzo, dove subirono gravi perdite.
Quindi, dopo lo sbarco degli Alleati ad Anzio del 20 gennaio 1944, uniti ai polacchi, inglesi, neozelandesi, indiani, le truppe franco - tunisine collaborarono a sbloccare l'impasse di Monte Cassino, e poi, nel maggio nella valle del Liri i carri armati francesi costrinsero i tedeschi alla resa. Dopo di che l'offensiva alleata continuò ad avanzare, finchè il cinque giugno i generali Clark e Juin entrarono a Roma.
I francesi continuarono poi ad avanzare verso il nordo ed in luglio liberarono San Gimignano e Siena. Dei 125.0000 combattenti circa 7.000 furono uccisi, 23.500 feriti e 2.100 dispersi. Le spoglie di 1.710 caduti riposano a Roma e 4.345 a Venafro nel Molise. Altre salme furono restituite, a spese dello stato francese, alle famiglie che ne fecero richiesta, ma le loro tombe rimasero in questo cimitero.
Il terreno per il cimitero di Monte Mario fu concesso da un Decreto reale del 5 luglio 1945, su proposta dell'allora Primo ministro Alcide De Gasperi.
Il 3 novembre 1946 il generale Juin pose la prima pietra del monumento e l'11 novembre 1947 il cimitero fu inaugurato dall'allora ambasciatore di Francia a Roma, ed ogni anno, sotto il pennone dove sventola la bandiera francese, l'11 novembre (festa che corrisponde al nostro 4 novembre) viene celebrata una cerimonia commemorativa.
2 commenti:
Si qualcosa sapevo anche io, siamo in due allora al momento
Ci sono andato due volte, nel cimitero tenuto nascost,o a leggere le bugie e la retorica di una presunta nazione vincitrice della II Guerra Mondiale: la Francia. Inoltre nella chiesa di San Luigi dei francesi a Roma vicino al senato, ci sono i nomi degli ufficiali e del generale che comandava l'esercito marocchino. Nello sbarco in Normandia i francesi presenti erano 17 il governo francese in esilio "lavorava" in Inghilterra e i sodati di questa masnada erano marocchini reclutati nell'Africa del Nord. Però hanno aperto i campi minati, della linea Gustaf, immaginatevi come.......
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