domenica 29 settembre 2024

La preghiera è un dardo, interagisce sul destino

 L'unica forza di tutte le religioni e anche del cristianesimo: i monaci che pregano nell'incessante ritmo e in catena, seguendo i ritmi del giorno e delle stagioni. La preghiera è un dardo lanciato verso le più alte divinità che per intercessione agiscono su quello che noi chiamiamo Dio, ma in realtà non sappiamo cosa e chi è



sabato 28 settembre 2024

Ecco perché sono afrodisiache.......

 « Si parla di isomorfismo quando due strutture complesse si possono applicare l'una sull'altra, cioè far corrispondere l'una all'altra, in modo tale che per ogni parte di una delle strutture ci sia una parte corrispondente nell'altra struttura; in questo contesto diciamo che due parti sono corrispondenti se hanno un ruolo simile nelle rispettive strutture. »

(Douglas Hofstadter - Gödel, Escher, Bach: Un'Eterna Ghirlanda Brillante, p. 54)


Un Piatto Magico per proteggere la famiglia e la casa dai demoni del male


Scritto in aramaico, fu realizzato a Nippur e utilizzato in Mesopotamia nel VI sec. a. C. Metropolitan Museum of Art, New York


giovedì 26 settembre 2024

Phersu, dio crudele Etrusco con un cappello conico, detto anche frigio, similare a quello di Mitra, e simbolo della Rivoluzione Francese



Affresco staccato, conservato presso il Museo di Tarquinia.
Tomba delle Olimpiadi
Vl sec a. C


Phersu, figura complessa in cui convivono tratti contradditori e non riducibile semplicemente al crudele rituale, che lo vede principalmente protagonista, e nemmeno ad una macabra esibizione di ferocia. Sembra muoversi sul crinale che sempre separa festa (appare all’origine di tutta una serie di figure comiche che da allora hanno caratterizzato la civiltà italiana, incarnando quello italum acetum spesso ferocemente satirico ricordato dalle fonti romane) e tragedia, riso e orrore incarnando e così esorcizzando le ancestrali paure umane verso l’ignoto della morte. Spesso considerato un antenato della gladiatura il gioco del Phersu appare piuttosto simile a forme di damnatio ad bestias attestate anche a Roma in pratiche di remotissima origine e verosimilmente rimontanti ad influenza etrusca (come il supplizio dei parricidi in cui ricompaiono il sacco, il cane e il bastone). La collocazione funeraria delle immagini di Phersu ricollega poi il rito a pratiche di sacrifici umani, attestati in Etruria, e a quel valore vivificante del sangue versato allo spirito dei defunti che ancora accompagna la gladiatura romana in età repubblicana. Rituali che forse risalgono all’origine stessa della civiltà etrusca e di cui un’eco può forse già vedersi nella celeberrima urna dell’Olmo Bello di Bisenzio dove un prigioniero legato sembra venir condotto verso un orso tenuto alla catena. Dopo il 500 a.C. il macabro gioco tende a scomparire probabilmente in conseguenza di una profonda trasformazione dei rituali funerari con la sostituzione dei riti più cruenti ad altri di matrice ellenica, di sport di tradizione olimpica, ma questo non segna la scomparsa della figura di Phersu. Il suo ruolo infatti non pare riducibile ai rituali sacrificali ma svolge una funzione centrale nelle attività festive. Si trova raffigurato in una scena di danza con un flautista ed una danzatrice; in un bronzetto degli inizi del V a.C compare in funzione di acrobata e addirittura compaiono tre figure che pur con alcune differenze rispetto agli esemplari tarquiniensi possono essere letti come tre Phersu, ad indicare una possibile moltiplicazione della figura e la sua molteplice compresenza scenica. I dipinti della Tomba delle Olimpiadi, una unica camera rettangolare con soffitto a spiovente e columene risalente alla fine VI secolo a.C. e scoperta nel 1958, sono piuttosto danneggiati e rappresentano quasi sicuramente lo svolgimento di giochi in onore del defunto. Ma i giochi sono svolti nella presenza di Phersu che è impegnato nella sua macabra esibizione di ferocia : damnatio ad bestias, tradotta letteralmente significa "(condanna) alle bestie". Questo è un particolare tipo di condanna a morte riservata ai criminali peggiori di basso rango e non ai più pericolosi o agli schiavi macchiatisi di qualche reato contro i propri padroni, i quali venivano appunto condannati a essere divorati vivi dalle belve nelle arene. La prima condanna di questo tipo fu eseguita nel 167 a.C.: dopo la vittoria su Perseo, Emilio Paolo ordinò che i disertori dell'esercito nemico fossero schiacciati dagli elefanti ma anche nel 146 a.C. Scipione Emiliano inserì una damnatio ad bestias all'interno dei giochi organizzati per il suo trionfo: anche in questo caso i condannati erano disertori nemici, ma l'esecuzione era organizzata come uno spettacolo pubblico. Però sembra che questo tipo di condanna già esisteva da molto tempo in Etruria.


martedì 24 settembre 2024

Due pesi e due misure


Allora, se uno dice:" gli dei non esistono, sono idoli a immagine e somiglianza dei difetti umani", e si mette a spiegare razionalmente perché non possono esistere, mette d'accordo gran parte delle persone


Se poi si sviluppa il ragionamento, e lo si estende alla religione della maggioranza osservando che:" Gesù non è mai esistito perché è una storia campata in aria come, che è rinato e ha vinto la morte, come i suoi miracoli sono allegorie, nell'insieme storie legate ad un mito senza prove di nessun genere" , si rischia di essere blasfemo e si incorre nel biasimo dei cattolici incalliti......



Il complesso sacro dell'Acropoli di Verona

 L'Acropoli veronese rifondata da Augusto sul Colle del Risveglio chiamato dai romani: Monte Gallo, Dedicato secondo Caroto e Palladio al Dio Giano, padre degli dei signore del cielo e degli inferi e del tempo passato e di quello che verrà, ovvero l'eterna dualità, i due solstizi così riassunta da Giovanni Evangelista e Giovanni Battista



SARCOFAGO DI PIOMBO



L'uso del piombo per produrre sarcofagi fu molto diffuso in Fenicia in epoca romana e bizantina (II-III sec. d.C.). Questi sarcofagi sono frequenti nel mondo romano, lungo il Reno e in Inghilterra, là dove erano stanziati dei libano-siriani.
Alcuni testi riportano che all'epoca bizantina il piombo che copriva alcuni tetti fu reimpiegato per fabbricare sarcofagi. Questi sono decorati con motivi a stampo ottenuti per impressione. Le officine di ciascuna città avevano i loro motivi preferiti. Il Museo Nazionale di Beiruth in Libano possiede una cinquantina di questi sarcofagi che costituiscono la più ricca collezione del genere.

lunedì 23 settembre 2024

L'obelisco di Central Park

 L'Obelisco, spesso chiamato Ago di Cleopatra, ha onorato Central Park per oltre 130 anni. Questa antica meraviglia egizia, di circa 3.500 anni, è il più antico monumento all'aperto di New York e il più antico oggetto artificiale di Central Park.



Originariamente eretto a Eliopoli per onorare il regno trentennale del faraone Thutmose III, l'obelisco è stato ricavato da un unico blocco di granito, alto 69 piedi e pesava circa 200 tonnellate. Dopo essere stato rovesciato e sepolto dai Persiani nel 525 a.C., fu riscoperto dall'imperatore romano Cesare Augusto e trasferito ad Alessandria. Lì, fu posto davanti al Cesario di Cleopatra, guadagnandosi il suo soprannome, "Ago di Cleopatra. "
Regalato agli Stati Uniti nel 1879, il viaggio dell'obelisco a New York fu un'impresa notevole. È stato accuratamente abbassato ad Alessandria, spedito sulla nave cargo in legno Dessoug, e trasportato a Central Park per 19 giorni. Il 22 gennaio 1881 l'obelisco venne ufficialmente eretto a Central Park, con circa 10.000 spettatori presenti. Oggi, l'Obelisco si erge come un coinvolgente legame con l'antico Egitto, in mezzo al vibrante paesaggio cittadino di Manhattan.

martedì 17 settembre 2024

Quando i papi indossavano sotto il nome di tiara l'Elmo di Oppeano: copricapo alto sacerdotale paleoveneto proprio anche della sacralità etrusca

Porto le immagini significative di tre papi rappresentati in maniera inoppugnabile con il nostro amato copricapo trovato nelle vicinanze della mia casa alla fine del 1800, oggetto raffinatissimo  che testimonia che l'alto sacerdote della religione cristiana romana, il papa,  si è sostituito agli antichi sacerdoti delle religioni italiche, non servono commenti!

Elmo di Oppeano sesto secolo avanti Cristo, verrà adottato come copricapo liturgico dai pontefici romani con il nome di tiara

Clemente secondo pontificato 1046-1047

Innocenzo III papa dal  1198 al 1216


Clemente IV  papa dal 1265 al 1268



domenica 15 settembre 2024

Monumento di Agrippa

Sorge a ovest dei Propilei dell'acropoli, direttamente di fronte all'ala nord e alla "Pinacoteca", e raggiunge all'incirca l'altezza della torre del tempio di Atena Nike, che si trova a sud. Fu originariamente costruito in onore del re Eumene II di Pergamo, nel 178 a.C., dopo la sua vittoria nei Giochi Panatenaici. Nella sua parte superiore c'era una quadriga in bronzo, in cui lo stesso Eumene e suo fratello Attalo erano raffigurati come aurighi. Poi, intorno al 27 a.C., questa quadriga fu sostituita da un’altra, che dono del demos di Atene in onore di Marco Agrippa, genero di Augusto, in occasione della costruzione nell'Agorà dell’odeon che Agrippa offrì ad Atene. Sul lato ovest del piedistallo è ancora presente l'iscrizione: [Ο δη]μος Μ[αρκον] Αγρίππα[ν] | Λε[υκίου] υιόν | τρίς ύ[πατ]ον τον [ε]α[τ]ου | ε[υερ]γέτη[ν]. Al di sotto di tale iscrizione si notano tracce di una più antica, che pare fosse collegata alla quadriga di Eumenes e che fu cancellata per incidere quella nuova. Le lusinghe servili dell'epoca sono accennate da Cicerone in una sua lettera ad Attico: "Odi falsas inscriptiones statuarum alienarum". Del monumento oggi si conserva solo il piedistallo, realizzato in marmo grigio-azzurro dell'Imetto e in marmo pentelico bianco alla base e sulla corona. Ha pianta rettangolare ed è costruita secondo il sistema dello pseudo-isodomo, particolarmente diffuso in epoca ellenistica. Ha una fondazione a gradoni rettangolare, che misura 3,31 x 3,80 m., con un'altezza di 4,50 m., realizzata in ciottoli e poroliti, e sopra di essa si erge il podio, che è alto 8,91 m e si restringe leggermente verso la sommità. La sua forma ricorda fortemente i piedistalli di altri monumenti, sempre di epoca ellenistica, dedicati a grandi santuari e soprattutto quello di Delfi.



sabato 14 settembre 2024

La grotta della fertilità



Il nostro territorio ci regala ricordi unici provenienti da tempi remoti, quando la ciclicità del tempo e della natura erano sovrani sull'uomo. La Madre Terra donava vita e fertilità, e i nostri antenati vivevano in stretta armonia con il mondo naturale che li circondava.
In quei tempi antichi, ogni stagione aveva il suo ritmo e la sua importanza. La primavera, con i suoi germogli e fiori, rappresentava la rinascita e la speranza. L'estate portava con sé abbondanza e il calore del sole, favorendo la crescita dei raccolti. L'autunno era il periodo della raccolta, un momento di gratitudine e celebrazione per i frutti della terra. L'inverno, infine, era il tempo del riposo e della riflessione, quando la terra dormiva sotto il manto della neve.
Le tradizioni e le festività di allora erano strettamente legate ai cicli naturali. Le comunità si riunivano per celebrare i solstizi e gli equinozi, consapevoli dell'importanza di queste tappe nel ciclo annuale. Ogni rito, ogni festa, ogni danza aveva un significato profondo, un legame con la terra e con l'universo.
Oggi, in un mondo spesso frenetico e disconnesso dalla natura, è importante ricordare e onorare queste antiche saggezze. Il nostro territorio è un tesoro di storia e tradizione che ci invita a rallentare, a osservare e a rispettare i ritmi della natura. Attraverso la riscoperta di questi valori, possiamo ritrovare un equilibrio perduto e vivere in modo più armonioso e consapevole.

venerdì 13 settembre 2024

Come Baubò

Statuetta in terracotta di Iside-Afrodite Anasyr(o)mene - periodo greco-ellenistico, III-II secolo a.C. - da Egitto, Naucrati - 20x8,8 cm – Museum of Fine Arts, Boston, Usa
In epoca ellenistica e romana, l'identità di Afrodite era spesso fusa con quella delle dee egiziane della fertilità: Iside, Hathor e Bubastis. Questa statuina rappresenta Iside-Afrodite anasyromene o Iside-Bubastis. La figura solleva la tunica a maniche corte per rivelare la sua zona pubica e indossa un elaborato copricapo a forma di kalathos, che ricorda quelli indossati da Afrodite cipriota.
Anásyrma è il gesto di sollevare la gonna. È usato in relazione a certi rituali religiosi, erotismo e scherzi volgari (vedi, ad esempio, Baubo). Il termine si usa anche per descrivere opere d'arte che lo raffigurano. L'anasyrma può essere anche un'esibizione deliberatamente provocatoria dei propri genitali o natiche senza veli. Esempio famoso dell'ultimo caso è il soggetto artistico di Venere Callipigia del Museo Archeologico di Napoli ("Venere dalle belle natiche"). In molte tradizioni, questo gesto ha pure un carattere apotropaico, come scherno o mezzo di ripulsa verso un nemico soprannaturale. Scherzi rituali ed esibizione delle parti intime erano comuni nei culti di Demetra e Dioniso, e compaiono nella celebrazione dei misteri eleusini associati a queste divinità.


giovedì 12 settembre 2024

 La scienza ottocentesca era piena d'ignoranza umana, si classificò questa pianta fra le erbe infestanti dimenticando le proprietà medicinali e nutritive, bastava solo approfondire l'uso e come le grandi civiltà amerinde vedevano questa erba dalle virtù straordinarie: alimento con spiccate virtù mediche



Due cose diversissime: religioni da religiosità

 Il brano è tratto dalle "Memorie" di Andrej Dmitrievič Sacharov (1921-1989), fisico sovietico, famoso nel mondo dapprima per il contributo alla messa a punto della bomba all'idrogeno e successivamente per la sua attività in favore dei diritti civili che gli valse il premio Nobel per la pace.



mercoledì 11 settembre 2024

LIBRI RESPINTI DAL CONCILIO DI NICEA E ALTRI LIBRI ANTICHI

La natura del cristianesimo si manifestò già da subito.

"Intorno all'anno 325 Costantino, l'Imperatore Romano pagano, riunì gli insegnanti della Cristianità a Nicea. Costantino uccise sua madre e bollì sua moglie nell'olio perché aderivano ancora alle dottrine originali degli Esseni. Costantino fu informato dai Sacerdoti del suo tempo che non c'era perdono per crimini come i suoi, tranne che attraverso una lunga serie di incarnazioni; ma l'Anti-Cristo cercò di escogitare un piano con il quale sperava di ingannare la Legge Cosmica.
E così accadde che, dopo mesi di discussioni e combattimento sulle scritture dei Cristiani primitivi, che vestivano le meraviglie del corpo umano con immagini orientali, il concilio, talvolta con una maggioranza esigua, decise quali dei manoscritti fossero la "Parola di Dio" e quali no". (...)
Tuttavia, per informazione dei nostri lettori, forniremo l'indice del 14esimo Volume de "I Testi Sacri della Letteratura Antica Orientale", intitolato "I Grandi Libri Rifiutati":


APOCRIFI DELL'ANTICO TESTAMENTO
1. I Libri di Adamo ed Eva
La vita di Adamo ed Eva
L'Apocalisse di Mosè
Il Libro Slavo di Eva
2. Gli Scritti Attribuiti ad Enoch
Il Grande Libro Profetico di Enoch
Il Libro Perduto di Noè
3. L'Apocalisse di Baruch
La Visione del Paradiso
4. La Storia di Ahikar
L'Antica Versione Armena
Il Libro Antico Ritrovato
APOCRIFI DEL NUOVO TESTAMENTO
5. I Vangeli dell'Infanzia di Cristo
Il Protovangelo, o l'Originale Vangelo di Giacomo
Il Vangelo di Tommaso il Dubbioso
Il Vangelo dello Pseudo-Matteo
Il Vangelo Arabo dell'Infanzia
6. I Vangeli di Nicodemo
Il Vangelo Greco di Nicodemo
Un Vangelo Successivo
Lo Strazio dell'Inferno
Gli Atti di Pilato
Le Lettere di Pilato
Tratto da "DIO-UOMO: La Parola fatta Carne" di George W. Carey
Traduzione di Adam Luz Edizioni Il Volo di Mercurio
Link al libro nei commenti

Alissa Zinovievna Rosenbaum, conosciuta nel mondo come Ayn Rand

  “Quando ti rendi conto che, per produrre, devi chiedere il permesso a chi non produce nulla; quando il denaro scorre verso chi non scambia beni ma favori; quando la ricchezza si ottiene non con lo sforzo, ma con la corruzione; quando le leggi non ti proteggono dai corrotti, ma piuttosto li proteggono da te; quando l’onestà diventa un sacrificio e la disonestà viene premiata, allora sappi che la tua società è sull’orlo della rovina”.

Questa non è solo una previsione, è un triste avvertimento che risuona attraverso i secoli, costringendoci ad affrontare la dura verità di un sistema al collasso.
~ A proposito di letteratura


Il mito non muore mai

 Non siamo mai soltanto persone, ma sempre anche Madri e Giganti e Vittime ed Eroi e Belle Addormentate. Titani e Demoni e magnifiche Dee governano le nostre anime da migliaia di anni; Aristotele e Descartes si sono dati da fare e gli spiriti analitici che li hanno seguiti insistono ancora, ma le forze mitiche non sono state uccise.

(Hillman, Il mito dell’analisi)


Memoriale Neri Pozza di Botta Cimitero Vicenza

 Infastidisce questa voglia di protagonismo anche nella morte, il potere che crede di trovare il modo di rimanere nel ricordo, tutto passa, tutto si riassorbe nell'eternità



L'assenza di passioni per aspirare alla felicità

 «Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato.»

«Insomma» disse Mustafà Mond «voi reclamate il diritto di essere infelice.»
«Ebbene, sì» disse il Selvaggio in tono di sfida «io reclamo il diritto d'essere infelice.»
- Aldous Huxley, Il mondo nuovo.



martedì 10 settembre 2024

La guardia del corpo di Diocleziano


Rinvenuto in Turchia un sarcofago in marmo appartenuto ad un soldato romano che porta il titolo di “Protettore dell’Imperatore”. Sul sarcofago è possibile leggere la dedica di Tziampo: “Ho vissuto 50 anni. Non permetto che nessuno tranne mio figlio Severo o mia moglie sia sepolto in questa tomba. Ho servito nell’esercito per nove anni come cavaliere, undici anni come ordinario e dieci anni come protettore. Se qualcuno oserà seppellire un altro in questa tomba, pagherà 20 follis a Fisco e 10 alle casse della città”. - IV sec. d.C.


Serkan Geduk, il Direttore del Museo Kocaeli, riferisce che si tratta di un uomo di origine rumena, che ha svolto il consueto cursus honorum militare, fino a diventare “Protettore dell’Imperatore”, carica istituita dall’imperatore Gallieno nel III sec d.C. “Il numero dei soldati finora conosciuti e impegnati in questo compito è soltanto di sette persone. Questi provengono dall’attuale Italia, Croazia, Serbia, Algeria e Arabia. Con Tziampo questo numero sale ad otto”.

 Il giudizio Universale negli affreschi della chiesa di Santo Stefano e Sophia a Soleto. Il diavolo in stucco talmente tremendo da indicare lui da solo il Male, così terribile da essere tridimensionale anche se anonimi fedeli hanno staccato la faccia e parte della sua spalla destra mentre si coccola in braccio l'Anticristo anche lui colpito con un punteruolo sulla faccia.



Pavoni, simbolo della rinascita, a San Pietro a Sovana

 I pavoni della Cattedrale di San Pietro a Sovana, Grosseto

La Concattedrale di San Pietro, risalente al secolo X, è stata fatta costruire da Gregorio VII su un preesistente edificio del VI secolo e la struttura è rimasta pressoché invariata – fatta eccezione per il rifacimento della facciata nel XIV secolo e alcuni lavori di ristrutturazione in epoche successive che tuttavia non hanno compromesso le caratteristiche originarie – fino ai giorni nostri. Nel 1999 sono stati effettuati alcuni lavori di restauro, che hanno permesso di rendere nuovamente accessibile la cripta che ospita le spoglie di san Mamiliano.
Per quanto concerne il pavone, che a Sovana troviamo rappresentato in coppia sul lato sinistro del portale d'ingresso, la leggenda che le sue carni fossero incorruttibili fece assumere dal cristianesimo il pavone come simbolo della risurrezione della carne. Perciò nell'antica arte cristiana sono frequenti le rappresentazioni stilizzate di pavoni, per lo più a coppie, in atto di abbeverarsi alla coppa dell'immortalità.


Fotografia: cattedrale di Sovana, lato sinistro del portale d'ingresso: due pavoni che si fronteggiano attingendo ad uno zampillo d' acqua / fonte dell'immortalità.

domenica 8 settembre 2024

Monte Gallo di Verona

l sacro colle, l'acropoli di Verona monumentalizzata da Augusto che venne cristianizzata dedicandola a San Pietro tentando di far dimenticare l'antico nome: Monte Gallo ovvero monte del risveglio



giovedì 5 settembre 2024

La complessità del non credere cosa nasconde in realtà una certa fede, dato che si è consapevoli della nostra ignoranza

 Conosco la mia incapacità nel riuscire ad arrivare ad intuire Dio. Zolla coglie appieno, anche i libri della tradizione religiosa (sacri) dicono che il tutto nasce dal nulla, cosa è il nulla? Forse la limitatezza umana del non poter comprendere, molti di quelli che non credono però sono consapevole della loro limitatezza, dietro a Dio si nasconde una grandiosa una grande complessità inarrivabile per la mente umana, solo il mistico e lo sciamano riescono ad intuire, intravvedere, come il muoversi nell'ambito del sacro.

<< Non credo a nulla. So alcune cose, altre le so meno, altre non le so, ma se dovessi dire che so qualcosa perché ci credo direi una menzogna>> Frase di Elémire Zolla



Il concetto di Dio

In "Cristianesimo ed evoluzione" Teilhard afferma che Dio è una energia radiante della creazione, non percepibile. Dio agisce sull'intero insieme di cause senza palesarsi mai.

Ogni elemento è un traboccamento di Dio, il quale crea le cose affinché esse stesse creino.    

Dio agisce dall'interno, nel nucleo di ogni elemento, animando la sfera dell'essere da dentro. Dove Dio è all'opera, è sempre possibile per noi vedere solo l'opera della natura            perché Dio è il principio intrinseco dell'essere, benché non sia identico all'essere.

lunedì 2 settembre 2024

𝗧𝗮𝘃𝗼𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗶𝘁𝘀𝗮

Una delle quattro tavolette di legno trovate in una grotta vicino all'antica Sicione, situata presso Vasiliko, sul golfo di Corinto, ed oggi ora al Museo Archeologico Nazionale di Atene.
👉🏻 Le iscrizioni su queste tavolette rivelano che furono dedicate alle Ninfe, divinità locali della fertilità venerate nella grotta.


Le 𝗧𝗮𝘃𝗼𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗶𝘁𝘀𝗮, risalenti al 540-530 a.C., sono uniche nel loro genere e rappresentano uno degli esempi più significativi della pittura corinzia su larga scala. Realizzate con la tecnica della xerografia e utilizzando pigmenti minerali, queste opere raffigurano scene di processione verso un altare per il sacrificio di un agnello, accompagnate dal suono di flauti e lire. I colori, tra cui bianco, rosso, blu, giallo, viola, marrone, verde e nero, sono applicati in modo uniforme, senza sfumature.
Le iscrizioni, scritte nell'alfabeto corinzio, includono dediche alle Cariti (Grazie) e nomi come Euthydika, Eukolis e Etheloncha, oltre al nome del pittore o dedicante, indicato solo come "Corinzio".