sabato 31 agosto 2024

Da un sarcofago sgorga acqua

 Un misterioso sarcofago da cui sembra sgorgare acqua in maniera prodigiosa. Succede in una cittadina sui Pirenei francesi, Arles-sur-Tech, dove c’è un’abbazia che ospita per l’appunto il misterioso contenitore: il sarcofago è sollevato da terra e non è collegato a tubature, eppure dal suo interno si attinge acqua senza fine. Per i credenti si tratterebbe di acqua sorgiva, pura, santa e dotata di virtù curative. Ma come fa dell’acqua a sorgere dentro un sarcofago isolato? 



Venne fatto uccidere da Marco Antonio

 La tomba di Cicerone, il quale, fautore della repubblica, venne fatto uccidere da Marco Antonio, propenso questi invece ad un potere monocratico che intendeva assumere con ogni mezzo. Dopo che gli furono mozzate le mani (poi esposte in Senato come monito ai senatori) Cicerone venne qui sepolto, a Formia sulla via Appia, nei pressi della tomba dell’amata figlia (morta giovane) e della sua villa, luogo in cui trovò la morte per mano dei sicari.



 Turchia, Izmir, la città di Omero.

La "bella Izmir", come sono soliti chiamarla i suoi cittadini, è piacevole da visitare soprattutto durante la bella stagione, gode di temperature gradevoli grazie alla brezza “imbat” che rende le giornate meno afose.
La visita può iniziare dalla parte più antica, quella dell’Agorà, nel quartiere di Namazgah, un vero e proprio museo all’aperto.


L'agorà nella città vecchia di Izmir era sviluppata su tre livelli.
Costruita su colonne e circondata da muri che delimitano una ampia area arredata in marmi, risale ad epoca romana.
Gli scavi hanno portato alla luce dimostrando quello che, nel II secolo, era un fiorente centro dell'arte, del commercio e della filosofia ricostruita da Marco Aurelio dopo il terremoto del 178 d.C.,
nell’Agorà c'è anche una sorgente d'acqua, con resti di colonne e gli archi creano un'ottica fantastica.

giovedì 29 agosto 2024

Tolos mausoleo di un re trace

Il blocco megalitico di pietra di Seuthes III, situata nei pressi di Kazanlak in Bulgaria, è un sito di sepoltura trace risalente al III secolo a.C.
Scoperto nel 2004, si crede appartenga a Seuthes III, un eminente re trace.
La tomba presenta notevoli elementi architettonici ellenistici, tra cui una camera a cupola e intricati affreschi.
Il sito fa parte della Valle dei Re Traci, una regione ricca di antichi tumuli di sepoltura e significato archeologico.


domenica 25 agosto 2024

Rogazioni: retaggi pagani pienamente vissuti dalle popolazioni rurali

 Jules Breton era l’autoproclamato “contadino che dipinge contadini”. Durante la sua carriera, dipingerà molte opere incentrate sulle tradizioni religiose delle comunità rurali, in particolare quelle delle città e dei paesi della Bretagna e della sua città natale e attuale residenza, Courrières.



La benedizione del grano ad Artois (1857) traduce in scala epica i costumi di questa comunità rurale. Breton ha riunito tutti i segmenti della società cittadina in una cerimonia religiosa. nella rappresentazione di una processione sacerdotale nella pianura di Courrières, In questo rito antico e rustico destinato a garantire l'abbondanza del raccolto, il sacerdote sotto il baldacchino trasporta nei campi l'ostia nell'ostensorio. Notabili rurali, fanciulle del villaggio e altri formano il corteo e, al loro passaggio, i contadini si inginocchiano davanti a loro in segno di pia gratitudine.
La scena rappresenta una processione delle Rogazioni che si svolge tre giorni prima dell'Ascensione. Nelle campagne attorno a Courrières, villaggio natale dei bretoni, giovani ragazze vestite con l'abito della prima comunione, clero e dignitari locali passeggiano per i campi per portare la benedizione del cielo sui futuri raccolti. La scena evidenzia l'importante ruolo del cristianesimo nella vita rurale.

Artemide, la dea dei testicoli e non delle mammelle, dall'artemidion di Efeso

Bisogna sottolineare che quelle che apparentemente sembrano mammelle, poste nel torace della dea, sono in realtà testicoli, ma quando ci insegnavano storia dell'arte a scuola nessun professore lo ha mai fatto notare: ignoranza o che altro?

Non a caso nel concilio ecumenico svoltosi proprio ad Efeso nel 431 nella prima chiesa del mondo dedicata a Maria, per definirvi il dogma della maternità divina di Maria Santissima.

Nell'immagine: Artemide Efesia, scultura risalente al II secoli d.C della dea Artemide.

Alabastro giallo, probabile copia della statua conservata nel tempio di Artemide ad Efeso, andata perduta.
Fa parte della Collezione Farnese, Museo archeologico nazionale di Napoli



La Dea mediterranea Tanit

𝗧𝗮𝗻𝗶𝘁 è una delle figure più importanti della mitologia fenicia e poi cartaginese, venerata come dea della fertilità, della natura e del cielo. Associata alla prosperità e alla protezione del popolo di Cartagine, il culto di Tanit si diffuse ampiamente nel mondo antico, lasciando un segno indelebile nella cultura mediterranea.


👉🏻 L'origine del culto è incerto, ma è di certo legato ai Fenici, lungo le coste dell'attuale Libano. In Africa settentrionale, Tanit era conosciuta come la “più grande divinità del deserto” e “Signora della rugiada”. La sua presenza si fece più evidente a partire dal V secolo a.C. a Cartagine, fondata dalla leggendaria regina Didone. La dea era spesso associata a Baal Hammon, il dio della fertilità maschile e della vegetazione, ed è considerata la sua consorte. In numerose raffigurazioni, Tanit appare con simboli che richiamano la lunae le stelle, legandola così al mondo celeste.
Il culto di Tanit si diffuse in diverse regioni del Mediterraneo e oltre: dalla Numidia alla Mauritania, dalla Spagna alla Sardegna, la Sicilia e Malta. Inoltre divenne associata a diverse divinità del mondo antico: Astarte nella mitologia fenicia; Afrodite, Artemide e Demetra nella religione greca; Neith nell'antico Egitto; Lilith nella tradizione ebraica e cristiana.
👉🏻 La dea Tanit è rappresentata attraverso due principali tipi di iconografia: antropomorfa e simbolica. Nel primo caso, appare come una donna nuda o seduta su un trono, talvolta a cavallo di un leone. Il simbolo di Tanit, invece, è una figura stilizzata costituita da un triangolo, una linea orizzontale e un disco, simbolo della sua connessione con il cielo e l’universo.
Il culto è legato al tophet, un'area sacra in cui, secondo alcune fonti, venivano sacrificati i primogeniti delle famiglie nobili. Tuttavia, questa informazione potrebbe derivare dalla propaganda anti-cartaginese. Alcuni archeologi sostengono che i tophet fossero luoghi dove venivano deposti i bambini morti prematuramente.
Nonostante la caduta di Cartagine nel 146 a.C. per mano dei Romani, il culto di Tanit non scomparve. Secondo alcune tradizioni, fu Scipione Africano a portare la dea a Roma. Durante il regno di Settimio Severo, un imperatore di origine africana, l'immagine di Tanit comparve sulle monete romane, associata a un leone.
Un tempio dedicato a Tanit sorgeva a Roma, vicino al santuario di Giunone Moneta, e questo segnò l’assimilazione di Tanit con Giunone, conosciuta come Dea Caelestis.
Persino a Delos, come nel mosaico nell’immagine di @massimo_osanna , isola sacra ad Apollo e (ovviamente) Artemide, Tanit era famosa e venerata.

Il fine di tutte le religioni

Il fine ultimo di tutte le religioni dovrebbe essere quello di conoscerLa e così salvarla, sia quella individuale che quella collettiva.



sabato 24 agosto 2024

Evola ed i simboli cristiani

《E quanta serietà ed appassionatezza romantica vi è nella stessa esaltazione nietzschiana della "gaia scienza", nello stesso riso di Zarathustra! La maledizione del dio crocifisso si è estesa dappertutto, ha avvolto l'Europa intera, blocco di metallo e di sangue, nel suo cupo dolore.》(p.95)
Da Julius Evola, "Imperialismo pagano" edizioni di Ar.
In foto "Statua del Cristo metallico sul Monte Summano".


I MISTERI DEL QUADRATO MAGICO SOTTOSOPRA DI CAPESTRANO


Siamo preso l’abazia di San Pietro ad Oratorium in Abruzzo, una delle tante abazie benedettine della Regione. Questa però misticamente affascinante già nella sua pianta che ricorda vagamente in Nome della Rosa di eco, edificata sul cosiddetto asse del male (nord-sud) invece che a oriente e già solo questo la dice lunga su questo strano luogo a pochi passi dal fiume Tirino che scorre quasi a lato. Un luogo che evoca storie di eroi, misteri e magie. Protetta da un boschetto che la nasconde agli sguardi indiscreti. Siamo nel territorio di Capestrano, più noto per il ritrovamento del “Guerriero di Capestrano” piuttosto che questa abazia.
Vi vorrei dire tante cose di questo luogo, ma vi dico solo che il suo altare è ricavato da un antico altare pagano il cui marmo è ancora impregnato dal sangue dei sacrifici ad antichi dei pagani, ma oggi ci occuperemo solo del suo quadrato magico, unico nel suo genere in quanto capovolto e vi posso assicurare che non è poca cosa.


È murato nel lato sinistro di una facciata alla quale andrebbe dedicato un intero capitolo, ma non divaghiamo che l’argomento è complesso visto che sul Quadrato Magico sono stati scritti fiumi di inchiostro e noi non possiamo.
Ora siccome non tutti conoscono il Quadrato Magico siamo costretti a dare alcune indicazioni che molto probabilmente porranno a chi legge una montagna di altre domande e dubbi.
Ma cosa è esattamente il Quadrato Magico? In termini tecnici si tratta di un latercolo (ovvero di forma quadrata) pentadico (ovvero con parole di cinque lettere) palindromo (ovvero leggibile sia da sinistra verso destra che da destra verso sinistra), ma così non credo che chi non conosce questo simbolo abbia compreso di cosa si tratti.
In pratica si tratta di un quadrato dove sono incolonnate le parole ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR che è per l’appunto una frase palindroma.
Le particolarità di questa abazia sono tantissime e una più affascinante e misteriosa dell’altra e qui non le possiamo affrontare come già detto, ma sappiate che è stata edificata su un precedente manufatto dell’VIII e quella che vediamo oggi siamo sicuri sia del XII secolo in quanto è scritto sulla facciata in bella vista.
È stata edificata in attesa della fine del mondo che secondo le profezie doveva avvenire nel 1200 e non nel ben più famoso anno mille che diciamo fu una sorta di fake news storico.
L’abazia, seppur dedicata a san Pietro ci parla dell’Apocalisse fin nei suoi più piccoli dettagli e in particolare dell’apocalisse di san Giovanni, dettaglio niente affatto trascurabile come vedremo in seguito se avrai la pazienza di continuare a leggere.
Sono sette le arcate che conducono all’altare, sette i fori nella monofora dietro l’altare, dove troviamo anche un sole nero. Sette perché sette sono i sigilli da rompere prima della fine del mondo.
Torniamo al quadrato magico. Il primo di cui abbiamo notizia è del 79 dc, ovvero solo 50 anni dopo la morte di Cristo e non lo scrivo a caso. In pratica non molto tempo dopo la crocefissione di Cristo.
Si tratta di un graffito ritrovato a Pompei nella Grande Palestra poco distante dall’anfiteatro e è proprio l’eruzione del Vesuvio che ci fornisce questa data precisa. È scritto in caratteri latini (come quelli dell’abazia di cui stiamo scrivendo) e non greci e già solo questo disturba di molto la storiografia ufficiale perché ci dice che non solo il greco, ma anche il latino facevano già parte della liturgia cristiana e che l’alfa e l’omega erano una simbologia già acquisita nel 79 dc e, non dovrebbe essere così.
La sua precisa datazione significa subito alcune cose, innanzi tutto che doveva essere noto già prima di quella data per poter essere riconosciuto dagli iniziati a quella simbologia, altrimenti sarebbe stato un simbolo inutile.
Ora uno dei suoi straordinari significati è quello che anagrammando le sue lettere si ottiene una croce formata dalle parole latine PATERNOSTER con le due A e le due O rimanenti come iniziali e terminali. L’Alfa e l’Omega. L’inizio e la fine. La frase scritta nell’affresco dentro l’Abazia, la parte finale dell’Apocalisse di Giovanni: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, l’inizio e la fine”.
Questo criptico messaggio del quadrato magico che non può essere casuale è chiaramente un messaggio cristiano e infittisce il mistero di questi quadrati magici. Che sono stati trovati un po’ ovunque in Europa a partire dal IX secolo e sempre con le stesse parole dell’alfabeto latino.
Le probabilità matematiche che un pagano giocando con le parole abbia potuto creare per caso tutto ciò sono state calcolate come una su dieci elevato alla ventiduesima, ovvero diecimila miliardi di miliardi. Una probabilità che la matematica considera prossima allo zero.
Non solo, la parola TENET, anch’essa palindroma si incrocia anch’essa formando una croce.
È chiaramente un simbolo cristiano già in uso prima del 79 dc ovvero a soli, cinquanta anni dopo la morte di Cristo e conteneva già la simbologia della croce e del concetto apocalittico di Alfa e Omega dell’apocalisse di Giovanni.
Il che crea una serie di problemi di datazione agli studiosi di storia. Lo so che mi sto ripetendo ma è un dato molto importante. Non solo ci dice anche che l’unica preghiera insegnata dal Cristo, il Padre Nostro, deve essere entrata in uso molto prima di quanto si pensasse (si pensava nel VI secolo con Costantino), ma che anche l’Apocalisse non sia stata scritta dall’apostolo Giovanni verso la fine della sua vita centenaria, ma piuttosto poco dopo la morte di Cristo.
Già solo per questo è dirompente il Quadrato Magico sul piano della storiografia ufficiale, ma quello di San Pietro ad Oratorium peggiore le cose perché è capovolto ed è l’unico finora trovato in questa versione molto particolare.
Una spiegazione potrebbe essere che l’Abazia è dedicata a San Pietro che come credo sappiate, chiese di essere crocifisso a testa in giù non ritenendosi degno di emulare Cristo nemmeno nella morte.
Qualcuno ha ipotizzato che il Quadrato Magico fosse solo un segnale della presenza del Cristo dove veniva inciso in un’epoca in cui la maggior parte della gente non era in grado di leggere ma sapeva riconoscere i simboli e che la cosa fosse nota solo ai cristiani. Il fatto che potesse essere letto un moto perpetuo all’interno dello stesso quadrato un qualcosa che ha a che vedere con l’eterno. Pensate per un attimo di scorrere il dito su quelle parole tornando indietro e poi a tornando ad andare avanti…
Il Quadrato Magico rovesciato probabilmente sta’ a rappresentare la presenza di Cristo in quel luogo che è dedicato a San Pietro il capo della Chiesa Cristiana. Dentro la chiesa, un Cristo benedicente reca nell’altra mano la frase dell’Apocalisse, come si volesse rafforzare la presenza del Quadrato Magico fuori nella versione di croce Paternoster alfa omega.
Solo un appunto, perché non possiamo entrare nelle enormi particolarità di questa abazia che purtroppo non è accessibile al pubblico, ma che abbiamo potuto visitare.
La fine del mondo, come potete ben immaginare, non arrivò e i monaci benedettini alla fine abbandonarono il luogo, che era stato consacrato con molti vincoli, uno dei quali, forse il più importante, che solo il Papa poteva autorizzare di dire messa, proprio in virtù di quel suo orientamento lungo l’asse del male piuttosto che verso il sorgere del sole.
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