domenica 23 dicembre 2012
L'imperatore Giuliano morto a 33 anni, ucciso da mano cristiana
L’IMPERATORE GIULIANO (Flavio-Claudio), detto l’apostata dai cristiani, nacque a Costantinopoli il 6 novembre del 331. Solo lui e il suo fratello Gallo (l’uno di 6, l’altro di 12 anni) scamparono nel 337 alla carneficina della loro famiglia, i cui mandanti restarono ignoti, ma che fu ordinata quasi sicuramente dai figli di Costantino. Furono giudicati troppo gracili dai giustizieri e li lasciarono in vita perché, secondo loro sarebbero morti da lì a poco. Giuliano fu allevato nel cristianesimo da Eusebio vescovo di Nicomedia; ma le crudeltà commesse contro di lui dai cristiani, gli fecero prendere in odio la nuova religione. L’imperator Costanzo lo mandò in esilio prima a Cesarea in Cappadocia, poi a Nicomedia. Giuliano ottenne però il permesso d'andare a studiare ad Atene; colà strinse amicizia con alcuni sofisti, si volse all'astrologia, alla magia, ed a tutto ciò che riguardava il neoplatonismo e il paganesimo. Giuliano, a vent'anni, (dice Ammiano Marcellino) era «di media statura, con i capelli lisci, un'ispida barba a punta, con begli occhi lampeggianti, segno di viva intelligenza, le sopracciglia ben marcate, il naso diritto e la bocca piuttosto grande, con il labbro inferiore pendulo, il collo grosso e curvo, le spalle larghe, ben fatto dalla testa ai piedi, così da essere eccellente nella corsa». Rientrato in grazia dell’Imperatore, fu nominato nel giorno del suo compleanno dell’anno 355 governatore delle Gallie e creato cesare.
Quasi fosse una reincarnazione di Caio Giulio Cesare, riportò parecchi vantaggi sui germani, e li disfece in una grande battaglia ad Argentorato (l’odierna Strasburgo). Giuliano in questo periodo era ormai solo. Suo fratello Gallo, dopo un governatorato infausto e insanguinato in Oriente fu giustiziato nel 354, sua moglie Elena (sorella di Costanzo), una cristiana devota, e da cui ebbe due figli nati morti, era scomparsa a Vienne, in Gallia nel 360[1]. Costanzo, che lo temeva, avendo voluto togliergli una parte delle sue milizie, ma i soldati irritati si ribellarono e dichiararono Giuliano Imperatore l’anno 361. Egli era allora a Lutezia (Parigi), dove ordinariamente risiedeva. Costanzo, che aveva firmato un armistizio cogli odiati Persiani, si mosse contro Giuliano, ma, alla vigilia della guerra civile, una febbre violentissima assalì Costanzo e morì a Mposucrene il 5 ottobre, nominando il cognato suo successore a guida dell’Impero. Giuliano fu riconosciuto senza contrasto da tutto l'Impero.
Allora rinunziò apertamente al cristianesimo, e istituì una tolleranza universale; riedificò i templi dei pagani, ed adempì egli stesso alle cerimonie di Pontefice Massimo. Dopo aver dato ordine alle faccende dell’impero, abbandonò Costantinopoli per muovere ad Oriente contro i Persiani, tolse ad essi la città di Ctesifone e fece rapide conquiste; Ma i Persiani, vista la supremazia dell’imperatore Giuliano preferirono darsi ad azioni di guerriglia, dando assalti improvvisi per poi fuggire. Fu presso Samara, di mattina che l’ultimo grande imperatore romano, sempre al fianco dei suoi uomini, rimase ferito dall’alto da un soldato a cavallo, dato che Giuliano stava combattendo in piedi[2]. Il sospetto che sia stato colpito da un suo soldato, mi fa pensare che possa esser stato un cristiano[3]. Accusa del resto già mossa pochi anni dopo la sua morte. La battaglia dove l’Imperatore riportava la sua ultima vittoria avvenne il 26 giugno 365 e nella notte, nonostante le cure del medico Oribasio di Lidia, il trentaduenne Imperatore, moriva dopo due anni non compiuti di regno.
Era l’anno 1116 dalla fondazione di Roma.
Il dipinto è titolato: Il Convito di Giuliano di Edward Armitage [pittore vittoriano 1817-1896], quadro del 1875.
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L'uccisore dell'Imperatore Giuliano Mercurio fu fatto santo ed è passato alla storia come San Mercurio. La cattiveria cristiana e tale che arriva a santificare un assassino.
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