venerdì 28 settembre 2018

Uroboro ..


Adesso l'Oceano è un mare o un sistema di mari; per i greci, era un fiume circolare che contornava la terra. Tutte le acque fluivano da esso, ed esso non aveva foce né fonti. Era anche un dio o un titano, forse il più antico, perché il Sonno, nel libro XIV dell’Iliade, lo chiama origine degli dei; nella Teogonia di Esiodo è il padre di tutti i fiumi del mondo, che sono tremila, e la cui lista s’apre con l’Alfeo e col Nilo. Un veglio dalla barba copiosa era la sua personificazione abituale; dopo secoli, l'umanità trovò un simbolo migliore. Eraclito aveva detto che nella circonferenza il principio e la fine sono un solo punto. Un amuleto greco del secolo III, conservato nel Museo Britannico, ci dà l'immagine che meglio può illustrare questa infinitezza: il serpente che si morde la coda, o, come dirà acconciamente Martinez Estrada, «che comincia alla fine della coda ». Uroboros («che si divora la coda ») è il nome tecnico di questo mostro, di cui poi gli alchimisti fecero spreco. La sua comparsa più famosa si ha nella cosmogonia scandinava. Dall’Edda in prosa, o Edda Minore, risulta che Loki generò un lupo e un serpente. Un oracolo avvertì gli dei che queste creature sarebbero state la perdizione della terra. Il lupo, Fenrir, fu messo a una catena forgiata con sei cose immaginarie: il rumore del passo del gatto, la barba della donna, la radice della roccia, i tendini dell’orso, l’alito del pesce e la saliva dell’uccello. Il serpente, Jörmungandr, «fu gettato nel mare che circonda la terra; e nel mare è talmente cresciuto, che adesso anche lui circonda la terra, e si morde la coda». Nello Jötunheim, o dimora dei giganti, Utgarda-Loki sfida il dio Thor a sollevare un gatto; il dio, impiegando tutta la sua forza, appena riesce a sollevargli di poco una zampa; il gatto è il serpente, Thor è stato ingannato con arti magiche. Quando giungerà il Crepuscolo degli Dei, il serpente divorerà la terra, e il lupo il sole.
(Jorge Luis Borges "Manuale di zoologia fantastica" )

giovedì 27 settembre 2018

L'equilibrio nel realizzare la bellezza

“La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito”.
(Platone)


mercoledì 26 settembre 2018

Come la "O" di Giotto, simbolo della filosofia zen del non fare

"Wu wei (non azione) non significa tacere e non fare niente, ma permettere a ogni cosa di essere quel che essa era in origine, di modo che la sua natura si realizzi” 

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Innanzitutto il simbolo a forma di cerchio, molto impiegato nella calligrafia giapponese, si chiama "Enso" o "Cerchio dell’Illuminazione" o "Cerchio Infinito", è un simbolo Zen che indica il vuoto (secondo questa filosofia il vuoto è forma, è un qualcosa da cui si originano tutte le cose, è contenitore del tutto) e simboleggia l’illuminazione, la forza e l’universo.
Questo simbolo deve essere ottenuto con una sola e precisa pennellata come.

LA LEGGENDA DELLA “O” DI GIOTTO – Si dice che papa Bonifacio VIII, nell’atto di bandire il Giubileo del 1300, fosse alla ricerca di un artista a cui commissionare il proprio ritratto, e che gli fosse stato suggerito il nome di Giotto di Bondone, il quale si era già distinto per l’affresco Storie del vecchio e nuovo testamento, realizzato nella basilica di S. Francesco di Assisi, e per il Crocifisso di S. Maria Novella a Firenze. Durante l’incontro con il fiduciario del papa, Giotto, per dar prova delle proprie abilità, disegnò un cerchio su una tela. La semplice, ma perfetta, opera bastò a Bonifacio VIII per comprendere le qualità dell’artista.

martedì 25 settembre 2018

ETIMOLOGIA DELLA PAROLA CRISTO






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E' inevitabile parlando di Miryam di Magdala parlare anche del Suo Compagno: il maestro Gesù ossia GESU' CRISTO che ha cercato di far capire alle genti la “religio” vale a dire il saper 're-legare' le “cose”, unire le cose che appaiono divise o anche "re" "legere", guardare, leggere con attenzione.
Questa è infatti la vera e unica chiamiamola pure 'religione' per tutti gli uomini.

Ma il nome "Cristo" cosa vuol dire?
L'etimologia del nome è molto articolata e lunga poichè è molto antica, molto prima del tempo di Gesù.
Cerco di riassumere...

La parola CRISTO (greco antico: Christós che significa "unto") è una traduzione dell'ebraico (masiah) e del siriaco (M'shiha), il Messia.
In greco Christós significa: l’unto (con olio), il lucente, il sacro;
in realtà questo nome Greco deriva dall’unione di 2 concetti:
il primo dei quali è CHRYSOS = dall'Antico Greco (oro) (proveniente dal Mycenico (ku-ru-so), in lingua semitica semitica, in antico Ebraico (hārús), Akkadian (ḫurāṣu) e questa parola proviene dalla trasmutazione nelle varie lingue.

1) Horus figlio di Osiride (nome di un “Dio"egizio associato al concetto di forza”).
Chrosus e Chrysos anche in Greco significano Oro ed hanno generato le parole Crux (latino), Cruz (spagnolo), Cross (inglese), Crois (francese), Kreuz (tedesco), Croce (italiano) e la croce Greca (simbolo di luce).

2) A questa parola, Chrys-Os, è stata introdotto il concetto della Croce o TAU (la lettera T) lettera-parola Egizia, Fenicia ed Ebraica, Samaritana, che rappresenta il segno della morte, della resurrezione e/o della croce solare luminosa e della scala musicale (sol+la+re);
nello stesso nome vi è anche l’abbreviazione/anagramma di SOle, di eliOS, sole o “divinità, vi è comunque e sempre l’idea” della luce, dell'illuminazione - conoscenza, del fuoco ed è anche il prefisso di OSiride.

Il Crist-Os è Luce Solare dei pagani, dice infatti anche il vangelo che Gesu' detto il cristo = unto = illuminato, si trasfigurò = si illumino', per questo viene chiamato anche 'Agnello', parola che deriva dall’indiano “Agni” il dio/uomo portatore del “Fuoco”.

PADOVA: IL CAFFE' PEDROCCHI E L'ANTICO TEMPIO PAGANO

Chi lo sa che la leggera salita che accompagna il viandante fino al Pedrocchi è indice dell presenza di antiche rovine di un tempio pagano? E che la colonna che regge il Leone di s. Marco in piazza dei Signori, proviene proprio da là? I simboli esoterici che sembrano abbondare nel caffè "sensa porte" forse alludono anche a questo? Oggi facciamo come Indiana Jones, seguitemi.

Inoltre nelle sale superiori troviamo la presenza di tutta una serie di statue che riproducono le antiche divinità egizie,  il luogo fu sede della massoneria di rito egizio, quella fondata dal conte di Cagliostro. Il rito egizio è arrivato fino a noi, nel XX° sec. grazie al giornalista del Gazzettino Gastone Ventura.


dalvenetoalmondoblog.blogspot.com

domenica 23 settembre 2018

La demenzialità dei tempi moderni!


Ufficio Sinistri. Il buco nero in cui è scomparsa la sinistra
Libro

“Io sono diventato comunista perché ero innamorato dell’America: ai miei tempi essere comunisti significava amare Woody Allen e avere quella cultura estetica fatta di un culto intimo della bellezza”.
Nichi Vendola

IL MONDO ALLA ROVESCIA





EQUINOZIO AL POZZO DI SANTA CRISTINA...FIAMMETA E IL FENOMENO DELL'OMBRA CAPOVOLTA
  L'ombra è capovolta perché è il riflesso della proiezione nell'acqua del pozzo che fa da specchio!

IL MIRACOLO DEL SOLE


Risultati immagini per Abu Simbel equinozio 
Per la maggior parte del tempo, il santuario del tempio di Abu Simbel è avvolto nell´oscurità. Solo due giorni l’anno un raggio di sole buca l´oscurità, illuminando la statua degli dei e del re Ramses II nella parte più interna del tempio:
Il 22 di febbraio, il giorno in cui ricorre la nascita del re, e il 22 di ottobre, il giorno che celebra la sua incoronazione.
La luce del sole illumina la statua seduta degli dei solari Re-Horakhte e Amon-Ra, così come la statua del re .
Le statue siedono in compagnia del dio tebano dell’oscurità, Ptah (che invece rimane nell´ombra per tutto l’anno).

sabato 22 settembre 2018

Il mosaico dell'alto medioevo di Madaba


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Nel 542 d.C. fu costruita una chiesa bizantina a Madaba, in Giordania. Trent'anni dopo la costruzione fu terminato il grande mosaico che raffigurava la Terra Santa con Gerusalemme. Un terremoto colpì Madaba nel 746 e la città fu abbandonata. Fu solo nel 1884 che il mosaico fu riscoperto, in tuttala sua bellezza ed importanza.
Non tutto riusci a passare indenne dalla catastrofe,in origine il mosaico era lungo dai 15 ai 25 metri e largo 6 metri ed era formato da circa due milioni di tessere, di cui solo un terzo è giunto sino a noi. E' in pratica l'itinerario per raggiungere Gerusalemme. Quello che ne rimane rivela molto sulla Terra Santa e ci apre a conoscenze inaspettate sulla città di Gerusalemme, dove ci riporta in maniera dettagliata strade ed edifici ...
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