Il sacrario che sanciva la nuova unità risorgimentale fu inaugurato da Vittorio Emanuele III poco prima della guerra 15-18. L’edificio riprendeva l’impianto delle acropoli greco-romane, colmo di simboli era costruito intorno al “Padre della Patria” Vittorio Emanuele II che fu però il PRIMO re d’Italia, non si è mai compreso il perché non avesse cambiato la numerazione dato che restava a tutti gli effetti il primo re dell’Italia unitaria, e questo fu certamente un brutta partenza!

La sua possente statua, con molta probabilità la più grande al mondo di allora, troneggia al centro del complesso. Non a caso il monumento fu ubicato inserendolo nel sacro poggio del Campidoglio cuore spirituale della Roma arcaica e imperiale, e voleva essere il Nuovo Tempio per officiare le liturgie italiane risorgimentali, atte a richiamare fecondità e coesione in ricordo delle sofferenze e del sangue occorso per il ripristino territoriale. Quell’altare non poteva mancare della reliquia atta a dare

sostanza e simbolicamente unire i soldati di tutte le guerre. Al fine della scalinata, difronte al fuoco sacro e perenne, dove è rappresentata la Nuova Italia, esiste il sacello dove è tumulato il Milite Ignoto scelto fra innumerevoli corpi e vegliato giorno e notte da due sentinelle che si alternano incessantemente per onorare il ricordo di questa reliquia posta nel marmo come quella dei santi e dei martiri nell’altare cristiano dove si officia la messa.
Augusto ebbe la sapienza e la fortuna di dare a Roma non solo l’Impero ma 40 anni di pace e costruì l’altare denominato Ara Pacis allo stesso modo, ma sotto l’incalzare di eventi completamente diversi, alla fine dell’Ottocento, una dinastia Barbara, volle ritentare l’impresa, costruendo un Altare della Vittoria che fino ad ora portò una grande sfortuna al popolo Italiano, forse perché mancarono i veri sacerdoti che si erano preparati sulla Via Appia…….. Fuggirono dopo i Patti Lateranensi!