giovedì 31 ottobre 2013

La festa di Ognissanti: le origini



Ci chiarisce le origini dell'arcaica festa precristiana Eraldo Baldini: «Con l'affermarsi della nuova religione cristiana, la Chiesa cercò di cancellare le antiche feste pagane: non abolendole, ma appropriandosene, riconducendole nel proprio ambito e mantenendone la data, e in parte anche il significato. Così, per "cristianizzare" il Capodanno Celtico, la Chiesa collocò al 1° novembre la festa di Ognissanti, alla cui diffusione contribuì soprattutto Alcuino (735-804), l'autorevole consigliere di Carlo Magno. Qualche decennio dopo, l'imperatore Ludovico il Pio, su richiesta di papa Gregorio IV (827-844), la estese a tutto il regno franco. Ma ci vollero ancora molti secoli perché il 1° novembre diventasse per tutta la Chiesa d'Occidente la festa di Ognissanti: fu infatti papa Sisto IV a renderla obbligatoria nel 1475. 

Per non snaturare le caratteristiche di "festa dei morti" dell’antico Capodanno Celtico, prendendo atto che comunque il popolo (e in larga parte anche il clero) continuava a rispettarle, la Chiesa dedicò poi il giorno successivo, 2 novembre, alla commemorazione dei defunti: fu Odilone di Cluny, nel 998, a ordinare ai Cenobi dipendenti dell’abbazia di celebrare l’ufficio dei defunti a partire dal vespro del primo di novembre, mentre il giorno seguente i sacerdoti avrebbero offerto al Signore l’Eucarestia pro requie omnium defunctorum. Il rito poi si diffuse a poco a poco al resto d'Europa, giungendo a Roma solo nel XIV secolo.

Al di là dei dati storici e degli aspetti della religiosità ufficiale, quel che è certo è che nel folklore europeo, e quindi anche italiano, i primi giorni di novembre hanno conservato aspetti che riportano a un antico capodanno. Per esempio, si può registrare l’usanza delle strenne in quei giorni in varie parti d’Italia: e in quel caso i doni, vuole la tradizione, sono portati dai morti. Infatti l’aspetto più evidente in questo periodo è, come abbiamo detto, legato ad una celebrazione dei defunti.»


Da "La festa di Halloween in Romagna e nella Padania: moda importata o tradizione millenaria?" - Eraldo Baldini 
(appendice a Romagna Celtica di Anselmo Calvetti - Longo Editore, Ravenna 2000)

martedì 29 ottobre 2013

La Chiesa cattolica fa soldi con il por


di Dario Ferri – 27/10/2011 – In Germania una casa editrice in mano al clero vende migliaia di prodotti a luci rosse Una casa editrice posseduta al 100% dalla Chiesa cattolica tedesca fa lucrosi affari con l’erotismo e la pornografia. Weltbild, un’importante catena di librerie attiva
Una casa editrice posseduta al 100% dalla Chiesa cattolica tedesca fa lucrosi affari con l’erotismo e la pornografia. Weltbild, un’importante catena di librerie attiva anche sul mercato online, ha in catalogo migliaia di titoli inequivocabili, tra i libri che vende, e in più controlla per un terzo un portale dove vengono venduti Dvd pornografici. La notizia non è in realtà una novità, ma ha creato un piccolo grande scandalo al quale i vescovi tedeschi hanno risposto con un’indignazione più che sospetta.

AFFARI COL PORNO
 – Weltbild è un’importante catena di negozi dove vengono venduti libri, dischi, film, ed è posseduta completamente dalla Chiesa cattolica tedesca. Le quote della società sono suddivise tra numerose diocesi tedesche, che si dividono i discreti guadagni che Weltbild realizza. L’anno scorso l’azienda ha avuto un fatturato di un miliardo e seicento milioni di euro, una cifra importante che supporta i bisogni finanziari del cattolicesimo tedesco. Un investimento nell’editoria non è in sé strano per il clero, però ha creato scandalo la pubblicazione di quanti titoli a carattere erotico Weltbild avesse in catalogo. La notizia è stata fornita da una rivista cattolica, Pur, che ha evidenziato come più di 2500 titoli tra i libri venduti da Weltbild avessero contenuti erotici. Ma gli affari a luci rosse non finiscono qui: Weltbild controlla per un terzo un portale che vende materiale pornografico, e ha il 50% di una società che produce anche film per adulti. Un business del porno che rende più ricca la Chiesa cattolica, che già beneficia di un munifico finanziamento statale, ma che indigna i fedeli più conservatori

lunedì 28 ottobre 2013

Alla ricerca dell’ara perduta all’Abbazia delle Tre Fontane di Roma

Dove è finita l'ara della dea legata ai Fratelli Arvali?

Nella cripta di una delle chiese, all’Abbazia delle tre fontane di fianco all’EUR a Roma, precisamente quella  di Santa Maria Scala Coeli si trova un altare cinquecentesco dedicato a S. Paolo e a S. Zenone. Ai lati di questo si aprono due vani:  quello di sinistra contiene, o meglio conteneva  una piccola ara ancora intatta   pagana, di pregevole fattura dedicata alla dea Dia.
Ieri dopo circa sei anni sono tornato su quel logo “magico” e con molto rammarico non ho più visto l’ara dedicata a Dia!
Allora sono andato nella foresteria del convento e ho chiesto al signore che era al ricevimento gentilmente mi ha risposto che non sapeva di cosa stavo parlando!

Lascio a voi trarre le conseguenze di questo fatto. Un reperto archeologico di tale importanza dove sono state effettuate anche tesi di laurea specifiche, non si sa che fine abbia fatto dopo qualche anno dalla sua presenza in una chiesa.
Vi sarei grato se la fate girare

domenica 27 ottobre 2013

Espongono uno striscione contro la Boldrini e ricevono un foglio di espulsione da Roma

E' una vergogna, l'arroganza di chi si vuole democratico e non lascia che gli altri esprimano la loro idea!

Esiste il diritto di manifestare il proprio pensiero o no?
Vergogna Boldrini


Ecco il foglio di via

Fonte: Espone striscione contro Laura Boldrini: espulso da Roma per tre anni | Qelsi

25 ott – Esporre uno striscione contro Laura Boldrini può costare l’espulsione da Roma per tre anni. Lo sanno bene Davide Fabbri ed Antonio Pastore, gli autori del gesto che si sono visti recapitare un clamoroso verbale dalla questura di Roma.
I due si erano fatti fotografare, con lo striscione incriminato, lo scorso 15 ottobre davanti al Colosseo. Poi si sono recati davanti a Montecitorio, hanno srotolato lo striscione e si sono incatenati con una catena metallica ad una grata situata di fronte a Montecitorio.
Un gesto di contestazione per alcuni, una bravata per altri. Sicuramente esagerato il contenuto dello striscione: Priebke responsabile dei 335 morti delle Fosse Ardeatine – Boldrini responsabile dei 413 morti di Lampedusa”. Una vicenda che avrebbe potuto essere chiusa con il sequestro di striscione e catena metallica, una tirata d’orecchie in questura e qualche dichiarazione di solidarietà nei confronti del presidente della Camera.
Invece no. Davide Fabbri, che è residente a Cervia, si è visto recapitare pure un foglio di via, un “rimpatrio coatto” nel suo Comune di residenza, con l’obbligo di non tornare mai più a Roma per tre anni.
Un provvedimento considerato “urgente”, ritenendo la persona in questione pericolosa per la sicurezza pubblica. Pur non avendo precedenti penali. 

giovedì 17 ottobre 2013

Finalmente via le manasse dalla città di verona



Oggi sull'inserto del Corriere di Verona sta crescendo  la diatriba fra il Sopraintendente ai Beni Archeologici del Veneto Vincenzo Tinè e le perentorie dichiarazioni di Fausto Sinagra direttore generale della Fondazione Cariverona che così risponde alle perplessità manifestate ieri da Vincenzo Tinè sull'uso e la ristrutturazione "pesante" del complesso posto su Colle San Pietro a Verona:
--I ritrovamenti archeologici di Castel San Pietro sono molto importanti, e saranno sicuramente valorizzati grazie all'ottimo rapporto di proficua collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto. M a questo non ostacolerà il trasferimento del Museo di Storia Naturale in questa sede, anzi, ne costituirà un ulteriore elemento di valorizzazione.--
Vincenzo Tinè sostiene che il monumento è, alla luce di tutti i nuovi ritrovamenti un manufatto che rappresenta la storia ed un percorso a se stante. Aggiungo che è fondamentale rivalutare l'Acropoli-santuario che domina la città scaligera anche per le fortissime similitudini di questa con quella di Atene, Palestrina, Terracina, ecc.

Certo che si è venuto a rompere un equilibrio con il cambiamento della dottoressa Manasse della Soprintendenza a Verona, stanno cambiando molte cose.  Il Sovrintendente Tinè ha le idee chiare e vuole salvaguardare l'acropoli fuori dai soliti giochi. Credo che Cariverona dovrà rivedere l'ambizioso e massacrante progetto, per un certo verso snaturante. Una triade potentissima ha gestito da sempre le scelte culturali ed economiche a Verona: Curia, Cariverona (ex Cassa di Risparmio di Verona Vicenza  Belluno) e Banca Mutua Popolare, ma in questi ultimi tempi qualcosa si sta incrinando, qualcosa sta cambiando. Forse il Colle si salverà, non farà la fine miserrima di Forte san Leonardo dove i Padri Stimmatini hanno fortemente voluto e realizzato quella bruttura costituita dal Santuario Veronese della Madonna di Lourdes.La monumentale testimonianza della Roma Imperiale augustea a Verona  va  salvaguardata e ricondotta alla sua eterna vocazione, i suoi ipogei vanno conservati integralmente. Testimonianze di una religiosità pagana e di molto antecedente al cristianesimo, le radici stesse definite sacre dell'Europa sono costituite dall'apporto prevalentemente pagano e non giudaico-cristiano!

L'Urbe continua a sorprenderci con le continue scoperte sul filo del sacro

Scoperto un tempio del IV secolo sul colle del Quirinale, a Roma

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Scoperto un tempio del IV secolo sul colle del Quirinale, a Roma
Scoperto sul colle del Quirinale un tempio che probabilmente risale al VI secolo a.C. Il ritrovamento si deve agli scavi della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma all’interno dell’ex Regio Ufficio Geologico di largo Santa Susanna. Nell’edificio liberty progettato e realizzato da Raffaele Canevari nel 1879, gli archeologi hanno individuato, appena sotto il pavimento del salone centrale, un pozzo e i muri che racchiudevano l’orto del seicentesco convento di Santa Maria della Vittoria, la chiesa ancora oggi adiacente. "In uno spessore di meno di tre metri -spiega Mirella Serlorenzi, direttore scientifico dello scavo -abbiamo trovato poderose file di blocchi in tufo. Sono i muri di un edificio cultuale risalente probabilmente al periodo arcaico (VI sec. a.C.) in uso fino almeno al III sec. a.C. Le murature individuate con lo scavo consentono di identificare con certezza almeno un ambiente rettangolare, ma il muro in opera quadrata che prosegue oltre l’angolo lascia indovinare una fronte superiore a 20 metri, estendendosi quindi oltre il taglio operato – oltre duemila anni dopo – dalle fondazioni del convento di Santa Maria della Vittoria". Alla stessa struttura di culto sembra ricollegarsi il vecchio ritrovamento di una fossa in cui venivano periodicamente scaricati gli oggetti votivi da conservare perché considerati appartenenti alla divinità, scavata alla fine del XIX sec. sotto la scalinata dell’attuale chiesa di Santa Maria della Vittoria. Materiale architettonico appartenente a un tempio, spiega la soprintendente Mariarosaria Barbera, "fu anche trovato durante gli scavi per l'edificazione del Ministero delle politiche agricole, sempre lungo via XX Settembre. Un'altra conferma dell’ampiezza e dell’importanza dell'edificio cultuale recentemente identificato". La campagna di scavi della Soprintendenza, eseguita per fasi discontinue a partire dalla fine dal 2003, ha rimesso in luce una quarta struttura muraria, ancora più poderosa, contraddistinta da tre filari di blocchi, mentre i muri interni ne presentano due. Non ancora certa la funzione del quarto muro. "Tanto robusto da immaginare che potesse sostenere il podio dell’area consacrata al culto –afferma l’archeologo Marco Arizza– oppure, considerata la posizione del Tempio sulla parte sommitale di un'altura, si può forse pensare ad una struttura di contenimento del declivio dell’area, peraltro ancora oggi apprezzabile nelle notevoli pendenze di via Bissolati e via Barberini". Altri blocchi della struttura di cappellaccio sono stati rinvenuti in cunicoli per l’estrazione di materiale da costruzione, scavati a quota più bassa, in età imperiale o post-antica, causando quindi il crollo di parte dei muri. Una traccia ancora più antica è stata rinvenuta al di sotto dei muri. Si tratta della frequentazione a scopo abitativo dell’area nel VII sec. a.C., prima dell’edificazione del Tempio. Lo racconta l’analisi delle terre contenute in una olla, rinvenuta in una piccola fossa circolare: i resti ossei di un feto o neonato evidenziano una forma di sepoltura tipica delle dinamiche insediative del periodo, in posizione attigua o sottostante le capanne di abitazione. Al termine dei lavori che interessano l'edificio dell'ex Regio Istituto Geologico le strutture archeologiche riemerse saranno aperte al pubblico. Gli allestimenti che consentiranno la visita ai resti del Tempio arcaico sono già stati progettati dalla Soprintendenza archeologica e fanno parte delle prescrizioni inserite nel decreto di vincolo. Varcato l'ingresso del palazzo, il futuro visitatore dovrà alzare lo sguardo, proprio come gli abitanti del VI secolo, per osservare le murature da un'apertura trasparente. Salendo un piano potrà attraversare il temenos, il recinto sacro, e entrare nello spazio della cella templare. (adnkronos)
  • Pubblicato: Mercoledì, 16 Ottobre 2013

mercoledì 16 ottobre 2013

L'anima di Umberto Grancelli è sempre sul Colle con in mano le chiavi di Giano



Le ultime continue scoperte, durante i lavori di ristrutturazione, sotto la caserma austriaca costruita al vertice  dei resti del Grande Sacrario-Acropoli di Castel San Pietro, stanno sempre più condizionando la scelta di   adibire il Sacro luogo a museo di Storia naturale. E' di oggi la notizia riportata dal Coriere Veneto che il sopraintendente ai Beni Archeologici del Veneto, Vincenzo Tiné ha rilasciato una intervista in cui sottolineava che Castel San Pietro non può sostituirsi a Palazzo Pompei come contenitore del Museo di Storia Naturale. C'è voluto del tempo, da quando Umberto Grancelli sosteneva che il luogo andava rivalutato per la sua importanza storica come luogo unico nel suo complesso, come cuore e occhio dominatore ed onnipresente della città. L'intellighenzia Veronese ha sempre ignorato (nella migliore delle ipotesi), se non snobbato con superiorità gli studi e le intuizioni del solitario studioso veronese. Il tempo gli ha dato ragione!
Lo vedo che aleggia con le chiavi di Giano Bifronte in mano, potendo così aprire le porte del sapere e della conoscenza anche a noi, che immeritatamente tentiamo seguire ed approfondire la sua sapienza. 

La grandezza di Colle San Pietro: l'acropoli con al vertice il tempio probabilmente dedicato al padre degli dei, Giano

Da " La Cronaca di Verona e del Veneto"
SOPRALLUOGO A CASTEL SAN PIETRO
L’assessore ai Lavori pubblici Stefano Casali, il direttore generale di Fondazione Cariverona avvocato Fausto Sinagra e la soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici di Verona architetto Gianna Gaudini hanno effettuato oggi un sopralluogo ai resti del tempio romano, rinvenuti nel corso dei lavori di riqualificazione di Castel San Pietro.
L’assessore ai Lavori pubblici Stefano Casali, il direttore generale di Fondazione Cariverona avvocato Fausto Sinagra e la soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici di Verona architetto Gianna Gaudini hanno effettuato oggi un sopralluogo ai resti del tempio romano, rinvenuti nel corso dei lavori di riqualificazione di Castel San Pietro. Il manufatto, che risalirebbe al 90 avanti Cristo, potrebbe essere il più antico tempio sacro di epoca romana finora rinvenuto nel Veneto. “E’ una grande soddisfazione vedere finalmente avviati i lavori di riqualificazione di questa bellissima parte della città” afferma l'assessore Casali. “Negli ultimi anni questo colle ha acquisito sempre più valore –aggiunge Casali- sia per le importanti riqualificazioni che lo hanno visto protagonista, sia per i recenti ritrovamenti archeologici. Il primo stralcio di lavori, relativo alle opere di consolidamento, sarà terminato entro la fine dell’anno, come confermato dalla Fondazione Cariverona. Parallelamente sono in fase di esecuzione anche i lavori di recupero della cabina funicolare, in attesa di ricevere il parere della commissione VIA provinciale – conclude Casali – che contribuirà a completare la riqualificazione di uno dei suoi luoghi più belli e suggestivi della città. Un doveroso ringraziamento, quindi, alla Soprintendenza, che guida i lavori di recupero e alla Fondazione Cariverona, che ancora una volta dimostra la sua concreta vicinanza alla città”.

 
Il luogo più sacro della città esce alla luce, rinasce per raccontarci dell'attualta degli Antichi Dei.
Sotto al colle di San Pietro e nelle prossimità, scavando in maniera adeguata si può rispondere a tanti interrogativi insoluti, però ci vuole un intervento di scavo organico e non lasciare tutto al caso.
Condividiamo appieno le perplessità e le idee del Soprintendente ai Bene Archeologici del Veneto: Vincenzo Tiné, Castel San Pietro non può sostituirsi a Palazzo Pompei come contenitore del museo del Museo di Storia naturale di Verona. E' UN IMPORTANTE MONUMENTO UNICO CHE RAPPRESENTA IL CUORE E L'ANIMA DELLA CITTA' ATTRAVERSO I MILLENNI! 

domenica 13 ottobre 2013

Il buon partigiano Bentivegna e le Fosse Ardeatine

Questo è Rosario Bentivegna, il criminale che diede la morte a 42 soldati di Bolzano in servizio di leva, di cui 32 nell'immediatezza e un trentatreesimo nelle ore appena successive. Un individuo da palcoscenico, troppo importante per scambiare una sola vita, la sua, con quella dei 335 ostaggi. Implicitamente li condanno lui alle fosse alle Ardeatine. Alfonso Garzia, preso in ostaggio e poi rilasciato, raccontò che nessuno si assunse la responsabilità nella certezza che il responsabile si sarebbe costituito. Ma lo Stato, volgarmente partigiano (di parte), diede la medaglia d'oro al Bentivegna e il carcere a vita al militare obbligato a dare corso ai comandi ricevuti (lo scopo dell'attentato fu appunto questo, obbligare il comando tedesco alla ritorsione per istigare il popolo italiano contro i tedeschi).




























giovedì 10 ottobre 2013

Da quella porta dove tutta l'umanità proviene e da dove inesorabilmente torna

E voi come la vedete?

Questa immagine è stata ripresa da un’amica su Facebook dove ha dato luogo a vari commenti, alcuni molto interessanti.
Quanto vado a esporre rappresenta ovviamente un’opinione strettamente personale e non la posizione ufficiale dell’Art Directors Club Italiano.
Al di là delle motivazioni personali che possono avere spinto l’autore a questo tipo di opera mi colpisce soprattutto una cosa: sono per lo più gli uomini a parlare di blasfemia.
E sono anche quelli che spendono più argomentazioni razionali per farlo.
Curioso.
Ma in cosa consiste la blasfemia? Io non vedo insultare (blàptein) nessuna reputazione (phama).
Questa immagine, piuttosto, ci ricorda sia da dove veniamo, sia (per sineddoche) ciò che desideriamo più di ogni altra cosa, per gran parte della nostra vita di maschi.
La nostra stella polare.
La riconciliazione tra due poli.
Soldi, gloria e potere sono solo surrogati. Aridi succedanei privi di qualunque linfa vitale.
Recenti vicende italiane che hanno coinvolto maschi potentissimi, ricchissimi e molto cattolici, ci dimostrano ancora una volta cosa motiva realmente il maschietto medio italiano.
E non fatemi i Santini infilzati. Non ci sono eccezioni, al massimo sublimazioni.
Questa immagine ci ricorda anche dove andiamo, se guardiamo all’abbraccio virginale della Madonna come un’allegoria della Dea, nel grembo della quale tutti torneremo alla fine del viaggio. O dei viaggi.
E secondo me, ci mette davanti a quello che siamo davvero ora, in questo preciso momento, sulla base delle reazioni contraddittorie che ci evoca.
Risata goliardica. Repulsione. Riflessione laica. Speculazione filosofica.
Diciamo la verità: se anche ne avete una visione ristretta, è solo una vulva. Non ha fatto niente di male né mai potrà farne. A nessuno.
Che sessualità e genitali (specie al femminile) siano qualcosa di “sporco”, “basso” e “tentatore” non è un messaggio del Cristo ma un’invenzione del cattolicesimo.
Di cui siamo inevitabilmente intrisi. Una ragnatela di fil di ferro per la mente.
Spezziamola, e ci sembrerà che la Madonna sia nel posto giusto. Noi stessi ci sentiremo più spesso nel posto giusto. A casa.
E a casa si sta bene, perché non dobbiamo dimostrare nulla.
Puttane e madonne sono egualmente noiose. Le donne infinitamente più divertenti.
In ogni caso, ribadisco il mio auspicio già espresso sulla bacheca Facebook della mia amica: più cunnilingus e meno baciapile. Hallelujah.
P.S.
Recentemente ho sentito un ex membro del consiglio di amministrazione Rai (cattolico, area centro destra) massacrare il commercial Ikea “basta poco” con la seguente motivazione:
“Inaccettabile, usa i bambini in modo pretestuoso e veicola messaggi omosessuali”.
Capite perché dobbiamo impedire che il cattolicesimo continui a ingabbiare le nostre coscienze?
- See more at: http://blog.adci.it/riflessioni/e-voi-come-la-vedete/#sthash.jksyFGRH.dpuf

mercoledì 9 ottobre 2013

Ideologia e retorica del dopoguerra italiano




Risultati immagini per renato guttuso funerali di togliatti

Renato Guttuso, I funerali di Togliatti, 1972; 
acrilici e collage di carte stampate su carta incollata su quattro pannelli, 340x440 cm, Galleria d'Arte Moderna, Bologna 


L'altro Regime, quello che ha allevato un certo potere,sempre  più retorico e populista.  Una mentalità, peggiore del ventennio fascista, pensiamo solo alla durata di questa ideologia ormai contaminata e permeata dal cristianesimo, tuttora imperversa e farà ancora molti danni prima di estinguersi. Povera ItaGLIa!

martedì 8 ottobre 2013

Nella bellezza effimera, l'approdo al kaos e alla perdita dell'archetipo



"Sin dalle origini la teologia occidentale ha manifestato una certa indifferenza dogmatica verso la portata spirituale dell’arte sacra di quell’iconografia che, malgrado il lungo martirologio, è assai venerata in Oriente. (...) 
Ma a partire dal XIII secolo, Giotto, Duccio, Cimabue, introducono l’artificiosità ottica, la prospettiva, la profondità, il gioco del chiaro-scuro, il “trompe-l’oeil” (l’illusione ottica) (...) Quando l’arte dimentica la lingua sacra dei simboli e delle presenze e tratta plasticamente “soggetti religiosi”, essa non è più percorsa dal respiro del Trascendente."

(Pavel Evdokimov, L’ARTE MODERNA O LA “SOFIA” DISSACRATA)

Sopra, Chiesa cattolica di Santa Monica, Madrid.

Il buon "comunismo" senza limiti!



"Quello che mi piace nel trionfo del comunismo è non solo la scomparsa di una borghesia detestabile e ottusa, ma anche l'inquadramento del popolo e la rinascita dell'antico dispotismo sacro, dell'aristocrazia assoluta, della teocrazia definitiva. Scompariranno così tutte le assurdità del Rinascimento, della Riforma, della Rivoluzione americana e francese. Si torna all'Asia; ne abbiamo bisogno" (Pierre Drieu La Rochelle, 1943)

Indicazioni dalla Via Latttea



Andate... Prendete una meretrice e generate figli di prostituzione. Chiamerete il primo "Tu non sei il mio popolo" e il secondo "Non più misercordia". 

(Luis Buñuel, La via Lattea)

Punti di vista visionari: l'eversione degli adelfi




"Si tratta di comprendere che il cattocomunismo ha percorso [...] l’orbita iniziatica [...] che ha indirizzato il comunismo a bruciare le illusioni rivoluzionarie nel fuoco di quelle passioni decadenti, che, in Italia, sono sistematicamente attizzate dalla casa editrice Adelphi. E di valutare finalmente l’illusorietà di certe alleanze anticomuniste (l’alleanza con l’oligarchia protestante e/o l'amicizia spirituale con [...] Elemire Zolla, fomite delle ambiguità della case editrici Dell’Albero, Borla e Rusconi). Alleanze spirituali suggerite dall’incombenza (offuscante) del pericolo, mai da una seriamente controllata affinità ideale. Alleanze che, prolungate senza ombra di ragione, oggi sono diventate funzionali alla sovversione post-comunista, al nichilismo libertario e neodestro [...]. Queste alleanze, nate all’insegna della confusione tra aristocrazia e oligar chia, tra tradizione e spazzatura regressista, costituiscono il principale ostacolo sulla via dell'affermazione di una vera destra.
[…] L’avversione noventiana a Gentile fu rafforzata per un verso dal crocianesimo di Del Noce, per l’altro dall’effervescenza magica, guénoniana ed evoliana, che, da tempo, disturbava e alterava l’area culturale che avrebbe dovuto, invece, conservare e sviluppare religiosamente la grande e nobile eredità di Gentile. Quando si rammentano tali precedenti si può comprendere senza difficoltà come poté penetrare nel’’area della destra cattolica un banditore magico dell’eversione nichilistica e libertina come Elemire Zolla. Infatti Zolla (e dietro a Zolla il fiume limaccioso dell’irrazionalismo magico) acquistò prestigio nell’area cattolica grazie ad un giovane pensatore magico (Alfredo Cattabiani) e ad un filocrociano influenzato da Noventa (Augusto Del Noce). Il primo e incolpevole nucleo del cattoadelphismo si è sviluppato (nella casa editrice Borla) grazie ai fraintendimenti intorno a Simone Weil, Jean Danielou, Elemire Zolla, Léon Bloy e Titus Burkhardt."

(Piero Vassallo, Cattocomunismo e cattoadelphismo: la padella del conformismo e la brace della stupidità)