domenica 16 marzo 2025

Segni

 I vari segni che incalzano probabilmente indicano che a breve il Vesivio sta per eruttare, il fenomeno durerà per un discreto periodo, nell'immagine il lago Averno. Una vera è propria prova generale di evaquaziin delle popolazioni stanziate attorno al cratera non è mai stata fatta, qualche pericolo si sta sempre più concretizzando!

Il lago d'Averno è un lago di origine vulcanica. Il nome "Averno" deriva dal greco "Aornos", che significa "senza uccelli", a causa delle esalazioni sulfuree che impedivano la vita degli uccelli nella zona, secondo la mitologia greca e romana questo lago era la porta d'accesso degli inferi.



sabato 15 marzo 2025

La fonte legata ad una dea che presiede il perpetuo rinnovarsi dell'anno

 La fonte di Anna Perenna è stata rinvenuta nel 1999 durante gli scavi per un parcheggio interrato all'angolo tra piazza Euclide e via G. Dal Monte, nel quartiere Parioli a nord di Roma. Lo scavo, effettuato ad una profondità compresa tra i 6 e i 10 metri dal piano stradale, ha portato alla luce i resti di una fontana di forma rettangolare con iscrizioni murarie che riportano il nome di Anna Perenna, un'antica divinità festeggiata nel primitivo capodanno romano, a marzo, così come testimoniatoo da Ovidio nei Fasti.



La fontana, risale almeno al IV secolo a.C. e fu utilizzata oltre il VI secolo d.C.
Nella cisterna retrostante la fontana sono stati trovati nel fango rappreso diversi oggetti utilizzati per pratiche magiche e riti religiosi: laminette in piombo con maledizioni, contenitori di piombo contenenti figurine antropomorfe, un pentolone di rame e diverse monete e lucerne. Questi ed altri oggetti sono oggi conservati nella Sezione Epigrafica del Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano. La visita alla fontana è introdotta da un percorso che descrive la topografia dell’area in epoca romana, che inizia presso una grotta alle pendici dei monti Parioli e prosegue con la descrizione dei resti di un edificio di età romana conservato presso l’Auditorium.
La scoperta dei rituali magici praticati alla fontana di Anna Perenna, con la presenza di contenitori sigillati ermeticamente con vere e proprie “bambole voodoo” al loro interno, ha completamente cambiato la prospettiva e le conoscenze sul rapporto degli antichi con la sfera magico-religiosa. La presenza di maghe professioniste alla fontana di piazza Euclide fornisce una nuova visuale sul rapporto tra l’uomo e la religiosità antica

Questa statua è l'unica che si è salvata dalla pulizia papalina, i cristiani credevano rappresentasse Costantino a cavallo, in realtà era la statua equestre dell'Imperatore filosofo Marco Aurelio

 Ne « il Silenzio degli innocenti » il cannibale Hannibal Lecter, impersonato da uno strepitoso Anthony Hopkins, così si rivolge a Sterling (Jodie Foster): “Leggi Marco Aurelio… Di ogni singola cosa chiedi cos’è in sé, qual è la sua natura”.



Nella statua bronzea che nel 1538 Michelangelo collocò nella piazza del Campidoglio, a Roma, l’imperatore filosofo è raffigurato col « sagum » da viaggio, in posa regale.
Nato a Roma nel 121 e rimasto presto orfano di padre, Marco Aurelio fu cresciuto dalla mamma, dalla quale ereditò il culto per la “pietas” religiosa e i modi frugali che avrebbero caratterizzato tutta la sua vita.
Fu l’imperatore Adriano a imporre al suo erede Antonino Pio di adottarlo come figlio, quando il ragazzo aveva 17 anni.
Questa scelta favorì la sua ascesa sociale guadagnandogli in rapida successione le cariche di “tribunus monetalis” e di “tribunus militum”.
Dopo la scomparsa di Adriano, Antonino Pio volle rinsaldare i vincoli parentali con lui concedendogli in sposa sua figlia Faustina.
Diventato a sua volta imperatore nel 161, Marco Aurelio portò a compimento quella che fu “l’Età dell’oro” che, nel II secolo d.C., vide l’Impero Romano toccare il suo apogeo in termini di estensione territoriale, potenza e ricchezza.
Monarca illuminato, si dimostrò in ogni circostanza rispettoso delle prerogative del Senato, che coinvolse in tutte le decisioni importanti.
Istituì l’anagrafe, riformò il processo penale ripulendolo da abusi e condanne non basate su prove certe, regolarizzò le vendite pubbliche punendo severamente malversazioni e ruberie, colpì l’usura e preferì spendere il denaro in opere di pubblica utilità, piuttosto che in feste e giochi gladiatori.
Il suo più grande lascito alla posterità è tuttavia costituito dai dodici libri di meditazioni in lingua greca e forma aforistica.
Si tratta dei « Tà eis eautòn » (« I pensieri per se stesso ») destinati all’uso personale e improntati allo stoicismo classico di Epitetto.
Col passare dei secoli sono diventati un testo caro a molti e la lettura prediletta di tanti uomini di Stato e militari. Napoleone ne teneva sempre una copia sul comodino.
Il lettore, nei panni di un « ficcanaso » che sbircia nel diario personale di un’altra persona, si rende subito conto dell’importanza attribuita da Marco Aurelio alla provvidenza divina, forza ordinatrice dell’Universo.
E’ infatti con queste frasi che l’autore parla del Cosmo: “Da te ogni cosa, in te ogni cosa, verso di te ogni cosa”, ma anche “Pensa continuamente che il Cosmo è come un unico essere vivente che racchiude in sé una sostanza e una sola anima”.
Marco Aurelio ammette dunque la possibilità che l’anima dopo la morte si ricongiunga con la ragione cosmica, concetto prossimo al Dio dei Cristiani, da lui però perseguitati in ossequio alla fedeltà per la religione tradizionale dell’Impero.
Forse per questo motivo, il pensiero di Marco Aurelio per secoli cadde in un limbo fatto di oblio e ignoranza, dal quale sarebbe uscito soltanto nel 1559 con la prima edizione a stampa della sua opera, poi affermatasi in tutta la sua validità come metodo di ricerca interiore particolarmente adatta alla psiche dell’uomo contemporaneo.
Quando morì il 17 marzo del 180, certo non poteva immaginare che i suoi pensieri, a distanza di quasi due millenni dalla sua scomparsa, ancora tanta consolazione avrebbero arrecato all’uomo contemporaneo.
Accompagna questo scritto la “Statua equestre di Marco Aurelio”, 176 d.C., Musei Capitolini, Roma.
(Testo di Anselmo Pagani. Riprenditi consentita se recante il nome dell’autore)

venerdì 14 marzo 2025

Karl von Eckarshausen: chiarimenti sulla magia

 GLI ESALTATI E GLI IMPOSTORI MANTENUTI.

Scrive il mistico, filosofo ed iniziato tedesco Karl von Eckartshausen ( 1752- 1803) che fu contemporaneo e corrispondente di Louis Claude de Saint-Martin:
"Ti stupiresti, figlio mio, se sapessi che ci sono società mistiche che mantengono intenzionalmente dei pregiudizi e mirano a creare degli esaltati. Vi sono società che esigono somme di denaro per mantenere degli impostori. I veri saggi videro tutto questi abomini e presero a detestare tutto ciò che sapeva di misterioso; si isolarono da tutte le società e costruirono un tempio spirituale di cui il direttore era Dio. Questi saggi, che vivono dispersi nel mondo, non si immischiano nei programmi politici, il loro lavoro è diffondere nell' umanità quanto più Bene possibile e attingere la luce dalla fonte originaria della saggezza, da Dio stesso.Il loro numero è limitato; alcuni vivono in Europa, altri sulle coste dell' Africa, ma la stessa disposizione d' animo li unisce ed essi costituiscono un' unità. Sono insieme anche se molte miglia li separano; si comprendono anche se parlano lingue diverse,perché la lingua dei Saggi è la chiarezza. Essi lavorano contro le tenebre e trasmettono le loro scienze con la prudenza e la cura che la ragione e la saggezza richiedono."
(Karl von Eckarshausen, Chiarimenti sulla magia)


Ciò che il grande mistico e iniziato scrive va considerato con grande attenzione perché negli oltre due secoli trascorsi da questo brano nulla è mutato in meglio: se mai le cose sono ancora peggiori e il numero degli esaltati e degli impostori mantenuti è notevolmente aumentato. Purtroppo invece il numero dei saggi che lavorano contro le tenebre è tragicamente diminuito!

Mitreo di Vulci



Uno dei mitrei meglio conservati d'Italia si trova a Vulci. La sua planimetria è comune a quella della maggior parte dei luoghi di culto noti : ci sono due ambienti ( anticamera e stanza rettangolare) lungo le cui pareti corrono due banconi, sorretti ognuno da 6 archetti. Sopra vi trovavano posto gli iniziati.
In fondo si trova una grande cavità che accoglie la grande statua di Mitra nell'atto di uccidere un toro. Quella che possiamo ammirare oggi è una riproduzione. L'originale è conservata al Museo dell'Abbadia.
Di grande importanza sono le sculture e gli altri materiali rinvenuti: dal corridoio centrale provengono ben due gruppi scultorei raffiguranti la Tauroctonia, un cane, un corvo e una statua di Cautes (tutti elementi del culto mitraico) ed un’erma con testa di Bacco; nel vestibolo era molta ceramica (fra cui due vasi rituali) ed un tesoretto monetale databile fino all’inizio del V secolo d.C.
Le prime fasi di utilizzo del mitreo sembrerebbero datarsi al III secolo d.C.; lo scavo ha inoltre rivelato che la distruzione violenta, avvenuta tra IV e V secolo d.C., fu causa dell’abbandono della struttura.
Il mitraismo, religione i cui elementi originari maturarono nell’antico Iran, venne rielaborato e fatto proprio dal mondo Greco-Romano, incontrando una fortuna straordinaria. Trai suoi seguaci si annovera il facoltoso personaggio, forse un senatore, che volle allestire un sacello adiacente alla sua dimora residenziale di Vulci.

mercoledì 12 marzo 2025

Il corpo di Teodora

 Gli unici resti che abbiamo degli imperatori dei Romani.



Gli imperatori pagani venivano cremati, mentre quelli cristiani, in genere sepolti in posti specifici con un ricco corredo di gioielli, abiti e ninnoli d'oro. Ovviamente questo portava, prima o dopo, al saccheggio delle tombe e alla distruzione dei resti, da parte degli invasori ma anche dei padroni di casa.
Che ci crediate oppure no, abbiamo solo UN corpo che si è salvato dalla triste fine comune a tutti, e per un caso assolutamente particolare.
Parliamo di Teodora, imperatrice regnante dell'impero dall'842 all'856, fu nota soprattutto per l'attività religiosa e il restauro finale delle icone, che pose fine alla controversia iconoclasta. per questo fu canonizzata dalla Chiesa ortodossa come santa E i suoi resti sepolti nella periferica chiesa di Kerkyra a Corfù, dove riposano ancora oggi e talvolta vengono perfino portati in processione.
Io corpo dell'imperatrice è avvolto in un drappo rosso e talvolta esposto in una teca di vetro che consente di "ammirarne" la sagoma

Venezia appoggiata su una foresta di tronchi e pali

 Venezia: una città che galleggia su una foresta sommersa



Dal 421 d.C., Venezia poggia su milioni di tronchi d’albero conficcati nel fondo argilloso della laguna. Non acciaio né cemento, ma principalmente ontano, con qualche quercia, sostengono l’intera città.
Nelle acque salate, questi pilastri di legno si sono pietrificati nel tempo, diventando duri come la pietra. Il solo Campanile di San Marco si erge su 100.000 pali, mentre la maestosa Basilica della Salute ha richiesto oltre un milione di tronchi. Gli antichi costruttori batterono questi alberi nel fondale marino, creando una vera e propria foresta sommersa.
Questa struttura unica si estende fino a tre metri di profondità, con pali distanziati di appena mezzo metro l’uno dall’altro. A 1,6 metri sotto la linea di galleggiamento, questa straordinaria opera d’ingegneria medievale continua, dopo 1.500 anni, a sostenere una delle città più affascinanti del mondo.
Fonti: Studi di architettura dell’Università della Florida, documenti storici e archeologici.