sabato 8 dicembre 2012

dal culto della Grande Madre a Maria cristiana

Come la vogliamo chiamare: Grande Madre, Cibele, Astarte, Dea Bianca, Madonne Nere..... Le potremo chiamare con mille nomi ma l'essenza è l'adorare l'eterno femminile che genera la vita e con essa l'inesorabile morte, dato che la nascita preclude già la morte e il ricostituirsi continuo ed ininterrotto dell'esistere sotto mutate spoglie!
Prefigurazione della Vergine. I primi missionari cristiani scoprirono in Gallia un gruppo di Celti intenti a venerare una figura femminile nell'atto di dare alla luce un bambino e spiegarono agli indigeni che, senza saperlo, stavano adorando un'immagine della Madonna e loro erano già cristiani. Sul luogo sacro venne costruita una chiesa e l'idolo pagano, trasferito al suo interno, si trasformava automaticamente in una rappresentazione cristiana; per giustificare la presenza di figurazioni mariane che, a volte, precedevano la stessa nascita di Maria, i teologi coniarono un termine "Prefigurazione della Vergine ". Ma chi era quella figura materna venerata, con aspetti e nomi diversi, fin dai primordi dell'umanità? La Dea Terra. Se fosse necessario dare un'unica denominazione a Iside, a Ishtar, a Venere, ad Athena, a Gea, forse "Grande Madre" sarebbe la scelta più appropriata. Tutte queste divinità, anche se in modo diverso, rappresentano la Dea Terra, la gigantesca Madre di ogni essere vivente; sono il simbolo della natura nei suoi aspetti positivi: la fertilità, l'abbondanza dei raccolti e, negativi, le tempeste, la carestia. Per questo suo dualismo, molte antiche rappresentazioni della Dea Madre, hanno il volto metà bianco e metà nero. Vergini nere I luoghi di culto della Grande Madre nel nostro continente sono molteplici; le rappresentazioni della Dea, si trovano quasi tutti in superficie ma, gran parte di esse, erano poste originariamente nel sottosuolo, dove la presenza delle correnti terrestri si fa maggiormente sentire. Proprio dalla Grande Madre derivano probabilmente le celebri "Vergini Nere", le Madonne dal volto scuro, venerate in tanti santuari. Con un'operazione nota come "sincretismo", la stessa per cui agli dèi del voodoo di Haiti sono stati associate le immagine dei Santi cattolici importate dai missionari, la Grande Madre pagana avrebbe assunto il volto di Maria, colorato però in nero, come quello delle sue prime raffigurazioni. Le immagini delle Vergini Nere contraddistinguerebbero dunque i luoghi particolarmente legati alla Dea Terra, gli stessi su cui, da sempre, gli uomini costruiscono i loro edifici sacri. Vergini nere sono disseminate nelle chiese di tutta Europa; in Italia se ne trovano a Cagliari, Crea del Monferrato, Crotone, Loreto, Lucca, Oropa, Pescasseroli, Rivoli, Roma, San Severo, Tindari, Venezia; in Francia addirittura novantasei. Le più famose sono quelle della cattedrale gotica di Chartres, chiamate Notre-Dame-sous-Terre e Notre-Dame-du-Pilier. Si dice che alcuni individui particolarmente sensibili, avvicinandosi alle cappelle in cui sono collocate, provino una sensazione di mancamento: sono le correnti terrestri che, in quei punti, raggiungono il massimo della loro potenza, e che percorrono la colonna vertebrale del visitatore, non di rado provocando in lui un'improvvisa "illuminazione" mistica. Il tredicesimo segno Il culto primitivo per la Grande Madre si identifica con un culto ancora più antico dedicato alla Luna, la "Dea Bianca", a sua volta simbolo celeste della fertilità. Dei riti lunari sono rimaste tracce negli ESBAT delle streghe. In certe tavolette magiche egizie e in altri reperti archeologici di carattere astronomico ricorre il numero tredici, i mesi lunari nel corso di un anno, e questo numero è stato osteggiato dalle religioni successive, al punto che ancor oggi esso è considerato malefico, emblematica è la vicenda di Gesù, circondato da dodici apostoli e tradito da Giuda, il tredicesimo. Secondo alcuni, la Luna rappresentata il simbolo di Arachne, il tredicesimo segno poi cancellato dello zodiaco. Secondo Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln, invece, autori de 'Il sacro Graal', un volume dedicato al mistero di Rennes-Le-Chateau, il culto della Dea Bianca è ancora praticato segretamente; lo custodirebbero, insieme a un infinità di altri segreti, gli adepti di una società esoterica denominata "Il Priorato di Sion ". LE TRE MADRI Le Tre Madri sono tre aspetti della stessa Dea. L’universo stesso procede secondo tre dimensioni: creazione, mantenimento e distruzione - nascita, riproduzione e morte - passato, presente e futuro. Questi tre aspetti della Madre, conosciuta anche come il Grembo dell’Universo, costituiscono la Legge suprema che governa ogni essere, ogni esistenza. La Dea si manifesta nella Terra, nella Luna e nell’energia creatrice che risiede in ognuno di noi, mostrando i tre aspetti in ogni cosa che ci circonda: nelle stagioni; primavera, estate, inverno, o nei periodi della vita; infanzia, nel periodo riproduttivo, nella vecchiaia. Nella tradizione vedica, Durga rappresenta il combattimento (la Vergine Guerriera), Laksmi rappresenta l’abbondanza (la Madre Terra) e Sarasvati rappresenta la saggezza (l’Antica che tutto conosce). Non sono diverse dalla Vergine, (le fasi lunari) dalla Madre o Sposa e dall’Anziana della tradizione magica. La Dea Si manifesta nel principio femminile che genera e governa questo mondo, e lo conserva e lo distrugge in una eterna danza. La figura delle Tre Madri nella tradizione europea, si ritrova in tutte le aree, dalle tre Parche romane (Nona, Decuma e Morta) e le tre Moire greche (Cloto, Lachesi e Atropo) che reggono il destino di tutti gli uomini. Oggi la comprensione del principio femminile della Dea è più difficile da comprendere in quanto la società moderna si è sviluppata in modo da distruggerlo, tanto, quanto nel passato, fu elevato.

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