lunedì 31 dicembre 2018

Il maestro della Tradizione Italico Mediterranea




Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo, al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza e se mi immergo nel mio pensiero rifacendo il corso degli anni, se proietto il mio spirito verso un modo di vivere lontano da colui che voi percepite, io divento colui che desidero. Partecipando coscientemente all’essere assoluto, regolo la mia azione secondo il meglio che mi circonda. Il mio nome è quello della mia funzione e io lo scelgo, così come scelgo la mia funzione, perché sono libero; il mio Paese è quello dove fermo momentaneamente i miei passi. Mettete la data di ieri, se volete o riuscendovi, quella di domani o degli anni passati, per l’orgoglio illusorio di una grandezza che non sarà forse mai la vostra”. “Io sono colui che è”. “Non ho un padre; diverse circostanze della mia vita mi hanno fatto giungere a questa grande e commovente verità; ma i misteri di questa origine e i rapporti che mi uniscono a questo padre sconosciuto, sono e restano i miei segreti. Coloro che saranno chiamati al divenire, all’intravedere come me, mi comprendono e mi approvano. Quanto all’ora, al luogo dove il mio corpo materiale a quaranta anni si educherà su questa terra, quanto alla famiglia che io scelgo per questo, io voglio ignorarla, non voglio ricordarmi del passato per non aumentare le responsabilità già pesanti di coloro i quali mi hanno conosciuto, perché sta scritto: tu non farai cadere il cielo. Io non sono nato dalla carne, né dalla volontà dell’uomo, sono nato dallo spirito. Il mio nome, che è mio, quello che scelsi per apparire in mezzo a voi, ecco quello che reclamo. Quelli che mi sono stati dati alla mia nascita o durante la mia giovinezza, quelli per i quali fui conosciuto, sono di altri tempi e luoghi; li ho lasciati, come avrò lasciato domani dei vestiti passati di moda e ormai inutili. 3 Ma ecco sono nobile e viandante, io parlo e le vostre anime attente ne riconosceranno le antiche parole, una voce che è in voi e che taceva da molto tempo risponde alla chiamata della mia; io agisco e la pace rinviene nei vostri cuori, la salute nei vostri corpi, la speranza e il coraggio nelle vostre anime. Tutti gli uomini sono miei fratelli, tutti i paesi mi sono cari, io li percorro ovunque, affinché lo spirito possa discendere da una strada e venire verso di noi. Io non domando ai Re, di cui rispetto la potenza, che l’ospitalità sulle loro terre e, quando questa mi è accordata, passo facendo attorno a me il più bene possibile: ma non faccio che passare. Sono un nobile viandante? Come il vento del Sud, come la splendente luce del mezzogiorno che caratterizza la piena conoscenza delle cose e la comunione attiva con Dio, così io vado verso il Nord, verso la nebbia e il freddo, abbandonando ovunque al mio passaggio qualche parte di me stesso, splendendomi, diminuendomi in ogni fermata, ma lasciandovi un po’ di luce, un po’ di calore, fino a quando io non sia infine arrivato e stabilito al termine della mia carriera: allora la rosa fiorirà sulla croce. Io sono Cagliostro. Perché è necessario che voi chiediate di più? Se voi eravate figli di Dio, se la vostra anima non era così vana e così curiosa voi avevate già compreso. Vi necessitano dei dettagli, dei segni e delle parole, dunque ascoltate. Risalite molto nel passato, poiché lo volete. Tutta la luce viene dall’Oriente, tutto l’inizio dall’Egitto; sono stato tre anni con voi, quindi sette anni, poi l’età matura e a partire da questa età non ho più contato. Tre settenari fanno ventuno anni e realizzano la pienezza dello sviluppo umano.
( Conte Alessandro Cagliostro)
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Ritrovare i nostri frammenti dispersi nel mondo

“Tutte le persone incontrate nella vita che hanno un potere di fascinazione su di noi sono in realtà parti scisse di noi stessi che abbiamo rimosso e che ci sono riportate indietro.” (C.G.Jung)

Rinnovarsi e rigenerarsi

L'obiettivo di un nuovo anno non dovrebbe essere quello di avere un nuovo anno, ma di avere una nuova anima.
[The object of a New Year is not that we should have a new year. It isthat we should have anew soul].
Gilbert Keith Chesterton, A Chesterton Calendar, 1911

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L'ultima notte dell'anno dedicata ad un Papa che sconfisse il drago e incoronò Costantino il grande, leggende letteralmente senza senso ne fondamento!

Secondo una leggenda (non fondata storicamente), fu San Silvestro il Papa che battezzò l'imperatore Costantino, chiudendo istituzionalmente l'evo pagano ed aprendo all'età cristiana dell'Impero.
Questa (come suggerisce anche Cattabiani nel suo Calendario) è la ragione per cui S. Silvestro viene ricordato l'ultimo giorno dell'anno, come un novello e più rassicurante Giano.
Un'altra leggenda vuole che San Silvestro sconfisse un terribile drago, che minacciava i villaggi circostanti l'attuale Rieti, scendendo i 365 gradini dell'antro cavernoso in cui dimorava e chiudendogli la bocca col segno della croce.
I gradini altro non sono che i 365 giorni di un anno e il drago da sconfiggere le negatività dell’anno passato destinato a morire.

venerdì 28 dicembre 2018

Castaneda fece di tutto per non incontrare Fellini!




Fellini e Castaneda

L’interesse di Federico Fellini per il mondo soprannaturale, e per il paranormale, è ben noto: ed è anche il soggetto più o meno nascosto di alcuni suoi film, come “Giulietta degli spiriti”.
E’ per questo motivo che Fellini frequentò il misterioso sensitivo torinese Gustavo Rol, e contattò Carlos Castaneda, antropologo in origine, famoso per i suoi libri sui “brujos” messicani (stregoni, maghi, sciamani) e sugli allucinogeni: che però, avverte Castaneda, sarebbero utili solo nella fase iniziale e molto dannosi se usati sempre, secondo l’insegnamento di “don Juan”, lo stregone messicano che fu maestro di Castaneda ed è citato nell’articolo. Castaneda era un altro personaggio misterioso: all’epoca di questi articoli era ancora vivo, e l’intervista che diede a Medail è da considerarsi una rarità. Non esistono sue fotografie, tranne una sfocata di quando aveva vent’anni e prese la laurea, ed altre fatte per Time nelle quali però si nasconde sempre il volto, scherzando con il fotografo. I suoi libri sono pieni di cose stupefacenti, ma quanto ci sia di serio e quanto di inventato è ancora da stabilire.

giovedì 27 dicembre 2018

I riti magici venuti dall'Africa ed in qualche misura eredi della teologia egizia

Vodou, vodu, voudou, vodoun, voodoo e hoodoo
: questo fenomeno religioso ha molte designazioni, alcune delle quali sono linguisticamente equivalenti, mentre altre non sono corrette e gli studiosi contemporanei consigliano di evitarle. I non haitiani ad esempio usano i termini voodoo, hoodoo e vodun in senso peggiorativo e denigratorio per categorie altrettanto generiche come magia, stregoneria, incantesimo o altro che si riferisca al “lato oscuro” della religiosità africana.

Il termine voodoo ad esempio si preferisce oggi sostituirlo, come concordano sia gli accademici sia gli haitiani, con una più storicamente e foneticamente corretta forma vodou.
L’erudito francese Mederic Louis Elie Moreau de St.-Mery, vissuto a Santo Domingo tra il 1780 e il 1790, riporta di una religione “Vaudoux” le cui origini sarebbero riconducibili al “culto del serpente” presso i Dahomey.
Il termine era in realtà già comparso per la prima volta nel 1658 nella Doctrina Christiana, riportato dall’ambasciatore del re di Allada alla corte di Filippo IV di Spagna. Il testo, redatto in spagnolo e in ayizo traduce vodu come “dio”, sacra, riportando il termine in varie forme per un totale di circa 60 occorrenze. Questa testimonianza è importante perché colloca le origini del vodou nella famiglia linguistica a cui appartengono anche il fon, l’aya, il mahi e altri gruppi simili
Altri invece hanno ritenuto di poter individuare l’origine del termine in una particolare radice; secondo Bruno Gilli antropologo e missionario comboniano la cui ricerca si è focalizzata nell’area Ouatchi in Togo, la parola deriverebbe dalla radice vo di lingua ouatchi, che significa buco, apertura, fosso, cavità. “Gettare il vo” significa allontanare ogni pensiero triste e ogni presagio negativo; il vo si configura essere quindi un qualcosa di nascosto e di non detto, un segreto coperto dal più rispettoso riserbo, perché non chiaramente definibile, che ci turba senza un apparente motivo e ci fa stare in quello stato d’animo di inquietudine in cui sentiamo che qualcosa sta per accadere.
Il vo, inteso come potenza impersonale, non ha connotazione negativa, però bisogna saperlo padroneggiare: «è per questo che si procede ad abluzioni purificatorie con l’acqua contenuta nelle giare poste nei luoghi di culto o nei cortili delle case»
Il vodou è una presenza
Chi si renda colpevole, anche senza intenzione, di qualche manchevolezza, un’omissione, una dimenticanza, fino alla vera e propria profanazione e all’atto sacrilego, incorre nelle conseguenze del “disordine” che questo incidente ha provocato; il vo, che è insito in tutto ciò che esiste, allora diventa quel “potere” inafferrabile e indefinibile che può punirci o premiarci, secondo una “legge cosmica” alla quale gli uomini non possono sottrarsi, ma solo assecondare.
Il vo, anche nella sua indefinitezza, non è tuttavia qualcosa di distante e trascendente perché, ricorda il missionario antropologo, il significato simbolico e segreto di queste potenze e dei termini che li designano sono «sempre in relazione alla terra e all’uomo».
Il recinto sacro
E nella terra ci riporta l’analisi lessicale da cui si prendono le mosse, tornando al vo e alla sua traduzione in lingua ouatchi del Togo come buco, cavità, una profondità scavata. Ebbene questo significato, in apparenza incoerente o quantomeno troppo vago, assume una maggiore chiarezza se si considerano alcune locuzioni proprie della pratica del vodou come i nomi dei gradi iniziatici, alcuni dei quali sono particolarmente indicativi: “Il vodou è nella cavità”, “La cavità venera il vodou”, “La cavità è divenuta rancore” e così via.
I vodou abitano le profondità
Ancora più fuor di metafora sembra un ulteriore collegamento tra la pratica rituale e la terra scavata: ogni tempietto dedicato a un’entità vodou presenta una cavità di grandi proporzioni, che viene riempita con tutto quello che serve al vodou per “formarsi”; sulla sua sommità, unica parte dell’hudo visibile all’esterno, è posto un altare.
Il vo contiene semanticamente dunque queste due valenze, l’inafferrabile potere che pervade il mondo e un buco nella terra dove trovano dimora fisica e simbolica le entità e i loro devoti. Il termine vodou è però composto da un altro monosillabo, du, anch’esso legato alla pratica divinatoria di Afa, entità preposta alla geomanzia. I du di Afa sono piccoli oggetti che rappresentano simbolicamente ciascuno «una certa categoria del bene o del male, che sta probabilmente perseguendo la persona che si è rivolta al geomante, e che ella non conosce ancora. L’interessato tiene gli afadu nascosti nel pugno, dietro la schiena, uno ad uno, e il geomante, con l’aiuto delle figure, deve scoprirli e indicare quelli che intervengono nel caso in questione».
I du sono gli strumenti attraverso cui Afa si esprime, sono il suo mezzo per rendere noto il volere delle entità in relazione alla richiesta del consultante: il du è sia il messaggio sia il messaggero, nascosto nella cavità, una manifestazione del vo inteso come l’invisibile, il numinoso e tutto ciò che oltrepassa la conoscenza dell’uomo.


Il dedalo di gallerie sotto Siena

Quando passeggiamo per Siena è difficile immaginare che stiamo camminando sopra una rete di gallerie sotterranee che si snoda per 25 km sotto tutta la città. Un sistema idrico millenario unico al mondo e ancora perfettamente funzionante, che è possibile percorrere e ammirare passo dopo passo. Ti portiamo alla scoperta dei Bottini Sotterranei di Siena: http://bit.ly/Bottini_Sotterranei_Siena

martedì 25 dicembre 2018

I luoghi sacri non cambiano mai e ogni religione si impossessa dell'energia che essi emanano

LA GEOGRAFIA SACRA NEL MONDO ROMANO

version française

Jean Richer

Jean Richer ha pubblicato una serie di importanti lavori sul contenuto simbolico delle opere letterarie di A. Rimbrand, G. de Nerval e Shakespeare. Ha ricevuto premi e onorificenze dell’Académie Française per i suoi studi sulla “geografia sacra”: la geografia sacra del mondo greco, la geografia sacra del mondo romano; Iconologia e tradizione; Delfi, Delo e Cuma.

Testo estratto da:
Geografia sacra del mondo romano (Guy Trédaniel editeur 1985)
  Ricavato dai quaderni TAGES

Potnia Theròn

Vicenza, Museo Civico: antefissa fittile rappresentante la Potnia Theròn (h. cm 42,5). Seconda metà del I sec. A.C.
“Giacea questa mole molto maestosa mezzo miglio e più distante dalla vecchia città a settentrione in perfetta sabbiosa pianura fra il Bacchiglione a destra e l’antico Acquedotto a sinistra. La fronte dell’edificio, come dalle macerie dei rottami, e fondamenti si rilevò, aveva pertiche vicentine 25 circa d’estensione, e 50 circa i lati. Non é possibile additare di qual ordine fosse, né quale struttura ed ornamenti avesse: soltanto si trova che immensa é la quantità di embrici, tegole e mattoni coll’ impronta del nome delli diversi figuli; immensi i frantumi di terra cotta, che dapertutto fino alla profondità di 4 piedi si scavano. Vi sono inoltre dissepolti frantumi di ornamenti, metalli effigiati, monete imperatorie, pezzi di statue di creta cotta, ed alcuna anche di alabastro picciola, senza capo, e sedente, la quale fra le braccia fasciato tenea un fanciullo...”
Così l’erudito vicentino G.B. Velo nel manoscritto ”Epoche e memo­rie dell’antica e moderna Vicenza” descriveva, alla fine del XVIII secolo, quelle che riteneva, basandosi sul nome della località, le re­liquie di un tempio dedicato a Brotonte (dal greco “bronton” tonante), una sorta di Giove venerato in Aquileia. In realtà si trattava di una rappresentazione della DEA DEGLI ANIMALI (Potnia Theron)

domenica 23 dicembre 2018

A monito e a discolpa

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Affinchè messuno dimentichi il rogo di Giordano Bruno , anche se la chiesa non si è mai scusata e addirittura l'inquisitore è stato fatto santo: San Bellarmino. Lo scienziato nolano predisse gli “infiniti mondi” che soltanto oggi la scienza scopre, il filosofo che preferì scommettere su un aldiquà di umanità umana contro un aldilà di astrattezza violenta e di dogmatica disumanità, l’uomo che con inconscia certezza spostò lo sguardo dall’alto dei cieli al “dentro” degli esseri umani, il religioso che rifiutò e bestemmiò senza abiurare quella Chiesa che gli bucò la lingua e lo arse vivo per farlo tacere. Oggi il Vaticano dovrebbe finalmente fare ammenda del sacrificio di Bruno, magari revocando la santità a quel cardinal Roberto Bellarmino che ne decretò l’orrenda fine. Possiamo forse chiederlo a cotanto Papa, visto che appare un po’ diverso da quel “santo” di Paolo IV che nel 1557, in piena Inquisizione romana, aveva detto: «Anche se mio padre fosse eretico, raccoglierei la legna per farlo bruciare sul rogo». Oggi, con un “mea culpa” di Francesco, non smetterebbero certo di riecheggiare le grida di tanti eretici e streghe torturati e uccisi da santa romana Chiesa, ma almeno si coglierebbe il loro tragico suono di verità.

sabato 22 dicembre 2018

Piazza San Pietro a Roma: pensato come un cerchio megalitico che segna i cicli solari

Gian Lorenzo Bernini progettò Piazza San Pietro ben consapevole che sarebbe diventato il luogo di celebrazione per gli eventi più importanti della Chiesa Cattolica.
Si pensa in genere che le colonne di Piazza San Pietro rappresentino le braccia della "madre Chiesa" che accoglie la folla. A ben guardare, invece, la Piazza ricalcherebbe uno schema che coincide proprio con l'ellisse tracciata dai pianeti attorno al Sole (Prima Legge di Keplero), dove l'obelisco (altro simbolo esportato dall'Egitto e fortemente collegato al culto del Sole) coincide con il punto centrale dell'ellisse mentre la Fontana del Maderno coincideva con uno dei due fuochi.
Com'è possibile che gli intellettuali e i gesuiti dell'epoca responsabili di approvare il progetto non abbiano notato questa coincidenza, proprio in un periodo dove le teorie eliocentriche erano fortemente avversate?

L'eterno ritorno

"La nascita e la morte sono come bolle d'aria sull'acqua.
L'acqua è reale, le bolle sono effimere: si alzano dall'acqua per poi ricadervi.
Dio è come un grande oceano, e le bolle d'aria che vi si agitano sono le anime.
Per opera di Lui le anime nascono, in Lui esistono, e a Lui ritornano."

(Shri Ramakrishna)

Pietre che segnano i cicli stagionali sulla terra!









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 Il solstizio invernale visto dal circolo megalitico di Brodgar, nelle isole Orcadi, costruito circa 4500 anni fa. Con il suo diametro di 104 metri è il terzo più grande del Regno Unito. Oggi rimangono solo 27 delle più di 60 pietre che anticamente costellavano questo sito neolitico.
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venerdì 21 dicembre 2018

Eros è un Dio avvelenato dai cristiani


La Cabala negra atlantea, interamente fondata sul sesso (...) Si sarà tentati, soprattutto nel mondo cristiano, di accusare questa teologia di Magia nera, Magia del Male, cosa tanto assurda quanto condannare all’inferno nostra madre per averci generato nel peccato. Se i primi cristiani avessero seguito i consigli di castità di san Paolo, non sarebbe rimasto nessuno per divulgare la nuova fede. (...) Vi è assai più male reale nella nostra scienza razionale che nei riti sessuali delle grandi foreste dell’Africa.
(R.A. Schwaller de Lubicz)

Figli del Sole

"Il grande Pan è morto. Lo seppe bene la voce misteriosa che, una notte, si levò dal mare; e chiamava con insistenza Tamo, il pilota egizio che faceva rotta verso l'Italia. E presso le isole Echinadi i venti avevano ceduto ad una calma stupefatta, quando quella voce gridò che nelle vicinanze di Palode si annunziava <<il Grande Pan è morto>>. E quando Tamo ripetè quel grido, un indicibile gemito percorse la vastità del silenzio. Era già il grido di una fede perduta che disperava un ritorno della luce. Ma la fedeltà di Pan, viso del Sole, lo riportava al mattino per le vie del suo trionfo sulle tenebre: il grande Pan era risorto."
G. Semerano