mercoledì 24 luglio 2013

Vennero chiamati gli adoratori del diavolo Melek Ṭāʾūs !

Ne parla Eliade in "Sacro e Profano", a riguardo dei culti di divinità ritenute "inferiori" al Dio creatore del cosmo, dato che la divinità adorata in qualche modo è accostabile alla figura del Demiurgo presente in alcune dottrine gnostiche. Ricordo che Leone Caetani  ebbe a fare una tesi proprio sulle abitudini religiose di questo popolo considerato islamico.
Personalmente li chiamerei  " GLI ADORATORI DELL'ANGELO PAVONE" .
Questa complessa è primigenia religione mescola insieme elementi attinti dal giudaismo, dal cristianesimo e dall’islam, gli yazidi sono stati perseguitati per secoli e ridotti a mezzo milione di persone!


Lo Yazidismo (dal persiano yazd, "angelo") è la religione praticata dagli Yazidi o Yezidi, 500.000 persone che vivono soprattutto nei dintorni della città di Mossul, in Iraq. Vi sono poi piccole comunità sparse per Siria, Turchia, Iran, Georgia e Armenia, a cui si aggiungono alcuni rifugiati in Europa. ORIGINI Lo Yazidismo è presente in Vicino Oriente da più di 4.000 anni. In esso sono confluiti, nel tempo, elementi di giudaismo cabalistico, Cristianesimo mazdeo (vedi Zoroastrismo) e misticismo islamico. Alcuni studiosi definiscono lo Yazidismo "il museo dei culti orientali". I più antichi documenti scritti dello Yazidismo risalgono ai tempi dell'invasione islamica del VII secolo e lamentano lo spegnimento forzato dei sacri fuochi zoroastriani. Gli yazidi furono perseguitati per secoli dai musulmani, che li odiarono perché non si fecero mai convertire. La loro resistenza ai dominatori arabi calati su Mossul fu storica. Gli yazidi superarono indenni il dominio della dinastia Safavide e degliOttomani, che si contesero nei secoli il controllo di Mossul, città yazidi bagnata dal fiume Tigri e situata ai piedi delle montagne del Kurdistane all'inizio del deserto arabico del Rub‘ al-Khālī. Era un punto di passaggio obbligato per tutte le carovane che dall'Asia centrale si dirigono verso la Siria (e il mare Mediterraneo) e verso l'Anatolia. I mongoli di Gengis Khan, che pure avevano preso Baghdad dopo un assedio di una sola settimana, a Mossul dovettero mantenere l'assedio per un anno intero.

STORIA RECENTE
In un proverbio arabo è raccolto tutto l'odio contro i curdi yazidi: «Tre calamità vi sono al mondo: le locuste, i topi e i curdi». Se i wahhabitihanno dato la caccia agli yazidi in quanto "apostati", i tradizionalisti sunniti li chiamano "adoratori del diavolo". Gli yazidi rischiarono l'estinzione nel 1892, quando le truppe ottomane penetrarono nella valle di Lalish e passarono a fil di spada migliaia di abitanti, distruggendo il mausoleo dello shaykh ("maestro") Adi ibn Mustafa, morto nel 1162. Durante il regime di Saddam Hussein, gli yazidi vennero classificati come "arabi", in modo tale da falsare gli equilibri etnici nella regione. Il regime comunque li emarginò e li trattò da cittadini di serie B. Dalla caduta di Saddam nel 2003, i curdi richiedono che gli yazidi siano riconosciuti come facenti parte del popolo curdo a tutti gli effetti. Le stime sul numero di yazidi nel mondo variano tra i 100.000 e gli 800.000. Quest'ultima stima è riportata sul sito ufficiale degli yazidi; stando alla stessa fonte, il Paese europeo che ne ospita il maggior numero è la Germania, dove vivono in 30.000. Feleknas Uca, membro tedesco del Parlamento Europeo è stato l'unico parlamentare di origine yazidi sino al 2005, anno in cui si sono tenute le prime elezioni libere in Iraq.
DOTTRINA
Gli yazidi venerano Melek Ṭāʾūs, un angelo dalle sembianze di un pavone. Il culto di Melek Ta'us sembra contenere elementi propri dimitraismo, mazdeismo, manicheismo, islam, cristianesimo e giudaismo. Con tutta probabilità, esso deriverebbe dall'antico culto pre-islamicoproprio del popolo curdo. Intorno alla metà del XII secolo, il maestro Adi ibn Mustafa riformò la religione (ciò fa pensare dunque che il culto originario fosse in qualche misura diverso dall'attuale). I vari clan possono inoltre presentare alcune differenze nell'interpretazione dei testi sacri. Gli yazidi chiamano loro stessi Dasin. Secondo un'errata etimologia popolare, il termine "yazidi" deriverebbe dal nome del califfo omayyadeYazid I (680-683); più probabilmente, esso proviene dal medio-persiano (lingua pahlavi) yazd, cioè "angelo", forse in riferimento a Melek Ta'us. Gli yazidi credono in un dio primordiale, la cui azione è terminata con la creazione dell'universo. Melek Ta'us, invece, è un'entità divina attiva, in origine un angelo dalle sembianze di un pavone (Melek vuol dire appunto "angelo" e Ṭāʾūs significa "pavone") che, dopo essere decaduto, si pentì e decise di ricreare il mondo che era stato distrutto. Riempì perciò alcune giare con le sue lacrime e se ne servì per estinguere il fuoco dell'Inferno. Alcuni clan venerano come un santo il maestro ʿAdi, considerato una sorta di discepolo di Melek Ta'us. Altre sei divinità minori sono talvolta onorate. Le sacre scritture dello Yazidismo sono il Libro della Rivelazione e il Libro Nero. Quest'ultimo contiene alcuni precetti, quali il divieto di mangiare lattuga o fagioli bianchi e il divieto di vestirsi di blu scuro. Gli yazidi sono piuttosto diffidenti verso le persone di altre religioni: per esempio, la preghiera (da effettuare due volte al giorno sempre in direzione del sole) non può essere recitata in presenza di persone estranee al culto di Melek Ṭāʾūs. Il mercoledì è il giorno sacro, sebbene sia il sabato ad essere considerato il giorno di riposo. A dicembre vi è poi una lunga festività di tre giorni. Vi sono altri giorni sacri definiti dal libro nero, ad esempio il giorno 20 di luglio è definito di riposo perché sacro. Il significato di molte di queste ricorrenze non è però comunemente divulgato e tutto ciò ammanta di misterioso questo complesso culto. Il rituale principale è il pellegrinaggio annuale, della durata di sei giorni, verso la tomba del maestro ʿAdi a Lalish (a nord di Mossul). Durante la celebrazione i fedeli si immergono nelle acque di un fiume, lavano le statue raffiguranti Melek Ta'us e accendono centinaia di lampade sulle tombe di ʿAdi e degli altri santi. Nel corso della cerimonia viene anche sacrificato un bue, ragione per cui lo Yazidismo è talvolta associato almitraismo. La società yazidi presenta una struttura gerarchica che vede ai vertici un capo secolare, detto Amīr, e un capo religioso, detto Shaykh.

MELEK TA'US

Melek Ṭāʾūs, noto anche come "Il dio pavone" (in caratteri arabi ملك طاووس) è il nome della figura centrale per la religione degli Yazidi. Gli Yazidi considerano Melek Ṭāʾūs come un angelo benigno che si è redento della sua colpa, ed è diventato un demiurgo creatore del cosmo. Dopo il suo pentimento pianse per 7000 anni e le sue lacrime riempirono 7 vasi che spensero il fuoco dell'inferno. Il termine M-l-k può essere letto, sia come Melek, sia come Malak. In arabo e infarsi, curdo, turco-ottomano, urdu, pashtu, indonesiano, somalo, swahili Malik (pl.muluk) significa "re", mentre malak (pl. malāʾika) significa "angelo". Ṭāʾūs puo' significare solo pavone. Il fatto che il pavone non sia presente nei luoghi dove Melek Ṭāʾūs è venerato è legato alla diffusione della letteratura persiana, che lo considera simbolo di potenza regia.Esiste anche un'ipotesi che il culto derivi dall'India dove il pavone è animale stanziale .Gli Yazidi credono che il fondatore della loro religione,shaykh ʿAdī b. Muṣṭafā, sia stato un'incarnazione di Melek Ṭāʾūs. Nelle pitture e nelle sculture Melek Ṭāʾūs è sempre reso come un pavone. Si pensa che gli Yazidi siano gli unici adoratori di un uccello come divinità principale. Diversi rami di cristiani, musulmani e altre religioni, identificano Melek Ṭāʾūs con Lucifero o Shaytan (Satana). Certamente quando gli Yazidi affermano che il loro dio è "il demone primo" delle altre religioni non contribuiscono a chiarire la questione. Anche il divieto degli Yazidi di pronunciare la parola - per la convinzione che nominare Dio sia blasfemo - non aiuta la comprensione del fenomeno. Secondo il linguista curdo Jamal Nebez, la parola "Ṭāʾūs" potrebbe derivare dal greco ed essere collegata a "Zeus" e "Theos", vale a dire "dio". Melek Ta'us diventerebbe "Angelo di Dio", e la cosa sembrerebbe confermata dal fatto che gli stessi Yazidi vedono Melek Ṭāʾūs o Ṭāʾūs-e Melek come un'ipostasi divina.Gli Yazidi hanno dovuto subire molte persecuzioni, in quanto minoranza religiosa, e sono stati quasi sterminati in seguito a vari eccidi. Questo li ha portati a confondere i loro precetti con quelli dominanti dell'Islam.

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