Pentedattilo, un paese abbandonato nella Calabria grecanica
Nel 1686 Pentadattilo fu teatro di un tragico avvenimento, esplosione di un vecchio rancore covato per anni dalla famiglia Abenavoli, Baroni di Montebello, nei riguardi dei Marchesi Alberti di Pentadattilo. L'antefatto va ricercato nell'acquisto del territorio di Pentadattilo da parte degli Alberti di Messina. Questo territorio veniva così sottratto agli Abenavoli che lo avevano in possesso da circa un secolo. Il capostipite, Ludovico Abenavoli, uno dei tredici italiani partecipanti alla Disfida di Barletta, era stato insignito nel 1503 del titolo di barone con l'assegnazione di un vasto feudo comprendente Pentadattilo. Ai tempi della disfida, Ludovico militava sotto il comando del generale Consalvo di Cordova che, divenuto primo viceré del regno di Napoli, promuoveva il privilegio in favore di questo valoroso cavaliere. Gli Abenavoli accusavano gli Alberti di aver brigato nel lontano 1589 presso Sua Maestà Cattolica per ottenere questa concessione. All'epoca del misfatto gli Alberti erano imparentati con Pedro Cortez, consigliere del viceré, avendo Lorenzo Alberti sposato Caterina, figlia di Don Pedro. A nulla valse l'intervento di Don Pedrillo Cortez, inviato dal padre a cercare di porre pace tra le due casate. Anzi questo incontro fu la causa scatenante dell'eccidio. Infatti, Bernardino Abenavoli, detto «il Rapace», ebbe modo di conoscere Antonietta, sorella di Lorenzo Alberti e se ne invaghì. Sembra che Antonietta, alquanto lusingata, non rifiutasse la corte dell'intraprendente Bernardino, sebbene fosse consapevole dell'assoluta opposizione di Domenico Alberti ad un matrimonio che probabilmente avrebbe finalmente spento l'astio tra le due famiglie. A far precipitare la situazione ci fu l'improvviso amore tra Pedrillo ed Antonietta.
Immagine tratta dal sito http://digilander.libero.it/baccili/
La mente di Bernardino fu sconvolta a tal punto da meditare il rapimento della diciottenne marchesina. Nel frattempo Cola Maria III, padre di Bernardino, veniva ucciso proditoriamente. La notte di Pasqua del 1686 Bernardino Abenavoli con alcuni armati partiva da Montebello per attuare il suo piano. Penetrò nel castello degli Alberti da una porta secondaria grazie al tradimento di un servo, un certo Scrufari. Non si sa cosa realmente successe. Certo è che gli eventi precipitarono. Lorenzo viene pugnalato e vengono uccisi i suoi piccoli figli Simeone e Antoniuzza. Solo Don Pedrillo venne risparmiato assieme a Caterina ed Antonietta. Quest'ultima fu violentata e costretta a sposare Bernardino. Le milizie non osarono penetrare in Montebello, dove era tenuto in ostaggio Don Pedrillo, temendo per la sua vita. Bernardino riuscì poi a fuggire via mare su uno sciabecco, raggiungendo la costa dalmata. Morì esule in un combattimento contro i Turchi. I complici saranno condannati a morte. Don Pedrillo e Caterina ritornarono a Napoli, mentre Antonietta, rimasta incinta, trovava asilo in un convento a Reggio Calabria, dove partorirà una femmina. Il castello fu in seguito distrutto dagli abitanti, che intendevano così allontanare i fantasmi che vi abitavano. Ancora oggi il vento che soffia tra le “dita” della rupe di Pentadattilo incute paura, in quanto rammenta l'urlo di dolore del marchese Lorenzo ed il pianto dei figli.
Piero Agosteo
http://www.girifalco.net/paginebianc...1/PAG13-14.HTM
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