Un caposcuola, non ché lider di Comunione e Disperazione
Di Giampaolo Petrucci lunedì 22 luglio 2013 16:38
La diocesi di Novara, sul cui territorio si trova l'aeroporto militare di Cameri, torna a condannare il programma di armamento della Repubblica italiana che prevede l'acquisto miliardario di uno stock di caccia bombardieri F35. «È mai possibile che mentre viviamo una crisi economica senza precedenti e non ci sono risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale, si possa pensare di spendere una montagna di soldi pubblici per acquistare strumenti di morte?», si chiede don Mario Bandera (Commissione diocesana Pastorale sociale e Lavoro, Centro Missionario diocesano) in un commento inviato all'agenzia Adista. «Destinare risorse immense per fabbricare questi strumenti di morte - aggiunge - è un affronto verso i più poveri perché sottrae risorse che possono essere investite nello sviluppo dei popoli, nella sanità, nell'istruzione, ecc.». L'intervento smonta passo dopo passo tutte le menzogne prodotte dai sostenitori del programma Joint Strike Fighter. Riguardo alla bufala dei nuovi posti di lavoro, ad esempio, Bandera afferma che «investendo la stessa cifra sulle produzioni classiche del territorio, attualmente in difficoltà nell'area novarese (tessile, meccanico, alimentare), si risolverebbe il problema occupazionale per i prossimi vent'anni». E lancia poi una provocazione: perché non trasformare «Novara, Cameri, Bellinzago ed altre cittadine della Bassa in piccole Las Vegas del gioco d'azzardo»? O in piccole Amsterdam dal sesso e dalla droga facile? «Non solo avremmo frotte di turisti italici, ma ci sarebbe la corsa per venire dalle nostre parti» e «di sicuro la disoccupazione scomparirebbe come la nebbia al sole di primavera». Insomma, conclude la provocazione, «non bisogna "prostituirsi" per un piatto di lenticchie, sia pur condite in salsa yankee». Ma la denuncia più accorata, il sacerdote novarese la riserva alle «anime candide del mondo cattolico, favorevoli agli F35». «Se Novara fosse stata scelta (con ricadute occupazionali notevoli) per la costruzione di una clinica per aborti, quante fiaccolate, marce, veglie per la vita si sarebbero già fatte? E se la clinica in questione fosse per la "dolce morte"? Anche in questo caso, quante iniziative sarebbero già state intraprese? Eppure entrambe le cose darebbero lavoro a molte persone». «Come mai questa gente gira la testa dall'altra parte quando la vita che viene colpita (per non dire stroncata) da strumenti di morte che verranno fabbricati in terra novarese è quella di persone appartenenti a popoli lontani geograficamente, culturalmente e religiosamente? Non c'è molta ipocrisia in questo atteggiamento? La pace va costruita giorno dopo giorno con coraggio e pazienza, voluta, amata e non "armata", men che meno, con i cacciabombardieri F35». Le "foglie di fico" del diocesano Il dibattito sull'acquisto degli F35
Di Giampaolo Petrucci lunedì 22 luglio 2013 16:38
La diocesi di Novara, sul cui territorio si trova l'aeroporto militare di Cameri, torna a condannare il programma di armamento della Repubblica italiana che prevede l'acquisto miliardario di uno stock di caccia bombardieri F35. «È mai possibile che mentre viviamo una crisi economica senza precedenti e non ci sono risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale, si possa pensare di spendere una montagna di soldi pubblici per acquistare strumenti di morte?», si chiede don Mario Bandera (Commissione diocesana Pastorale sociale e Lavoro, Centro Missionario diocesano) in un commento inviato all'agenzia Adista. «Destinare risorse immense per fabbricare questi strumenti di morte - aggiunge - è un affronto verso i più poveri perché sottrae risorse che possono essere investite nello sviluppo dei popoli, nella sanità, nell'istruzione, ecc.». L'intervento smonta passo dopo passo tutte le menzogne prodotte dai sostenitori del programma Joint Strike Fighter. Riguardo alla bufala dei nuovi posti di lavoro, ad esempio, Bandera afferma che «investendo la stessa cifra sulle produzioni classiche del territorio, attualmente in difficoltà nell'area novarese (tessile, meccanico, alimentare), si risolverebbe il problema occupazionale per i prossimi vent'anni». E lancia poi una provocazione: perché non trasformare «Novara, Cameri, Bellinzago ed altre cittadine della Bassa in piccole Las Vegas del gioco d'azzardo»? O in piccole Amsterdam dal sesso e dalla droga facile? «Non solo avremmo frotte di turisti italici, ma ci sarebbe la corsa per venire dalle nostre parti» e «di sicuro la disoccupazione scomparirebbe come la nebbia al sole di primavera». Insomma, conclude la provocazione, «non bisogna "prostituirsi" per un piatto di lenticchie, sia pur condite in salsa yankee». Ma la denuncia più accorata, il sacerdote novarese la riserva alle «anime candide del mondo cattolico, favorevoli agli F35». «Se Novara fosse stata scelta (con ricadute occupazionali notevoli) per la costruzione di una clinica per aborti, quante fiaccolate, marce, veglie per la vita si sarebbero già fatte? E se la clinica in questione fosse per la "dolce morte"? Anche in questo caso, quante iniziative sarebbero già state intraprese? Eppure entrambe le cose darebbero lavoro a molte persone». «Come mai questa gente gira la testa dall'altra parte quando la vita che viene colpita (per non dire stroncata) da strumenti di morte che verranno fabbricati in terra novarese è quella di persone appartenenti a popoli lontani geograficamente, culturalmente e religiosamente? Non c'è molta ipocrisia in questo atteggiamento? La pace va costruita giorno dopo giorno con coraggio e pazienza, voluta, amata e non "armata", men che meno, con i cacciabombardieri F35». Le "foglie di fico" del diocesano Il dibattito sull'acquisto degli F35
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