- I BENANDANTI DEL FRIULI.
Immaginate il Nord Italia dei secoli bui, immaginate in particolare una zona che è sempre stata al confine.
E il termine confine lo intendiamo in tutte le sue sfaccettature, non solo come dimensione geografica, ma come incontro di popoli, di culture, di mentalità differenti e a volte confliggenti tra loro.
Fatto questo proviamo a spingerci ancora più in là, tentate anche solo di ipotizzare borghi lontani tra loro senza tutti i mezzi di comunicazione a cui oggi siamo abituati, le notti senza illuminazione se non quella fornita solo dalla Luna e dalle stelle, pensate alla paura, alla superstizione, al terrore che dietro le malattie o dierto agli elementi naturali quelli che distruggono i raccolti, spesso unica fonte di sostentamento di intere comunità, ci sia dietro il diavolo e delle streghe.
Mescolate il tutto, aggiungete delle reminiscenze dell'eredità pagana di tempi ancora più lontani e il quadro sarà completo.
Forse...
- LA LEGGENDA DEI BUONI CAMMINATORI.
Friuli. A cavallo tra i secoli XVI e XVII.
Nonostante il clima montante delle trasformazioni sociali e religiose, l'Europa è ancora attraversata da credenze e superstizioni, una di queste vuole che le streghe, e più in generale, coloro che hanno deciso di seguire il Male siano in grado di creare tempeste e di alterare il clima a loro piacimento per distruggere vite, coltivazioni e interi villaggi.
Non tutti quelli però che praticano la magia però stanno dalla parte del Demonio.
Proprio in Friuli in quel periodo vigilano congreghe di maghi che proteggono le loro comunità.
Li chiamano Benandanti oppure i Buoni Camminatori.
Il loro compito è, per l'appunto, quello di proteggere i villaggi dall'azione di streghe e stregoni.
Un Benandante non è altro che una persona nata ancora avvolto dal suo sacco amniotico .
L'espressione "nato con la camicia" probabilmente deriva proprio da questo..
In seguito lo stesso sacco amniotico, o perlomeno una sua parte veniva benedetto e, sempre secondo le leggende, veniva cucito in un sacchettino da porre permanentemente al collo del predestinato.
Grazie a questa procedura il predestinato acquista i suoi poteri, ma c'è una regola da seguire sempre: il sacchetto non deve mai essere perso altrimenti con esso andranno via anche i poteri.
Già, ma quali poteri le leggende attribuiscono a questi maghi buoni?
- LEGGENDE E DICERIE.
Ritorniamo al nostro scenario iniziale: supponiamo un ipotetico sabba o un altro raduno di streghe e stregoni pronto ad arrecare danni alle popolazioni locali.
Bene, in determinate notti, coloro che erano stati scelti come benandanti narrano le cronache erano in grado di fuoriuscire dai loro corpi, a volte sotto forma di nebbia altre volte prendendo l'aspetto di piccoli animali e in gruppo si riunivano per impedire i malefici degli stregoni voltati al male.
Piccole battaglie notturne, non in cui era come si fronteggiassero due eserciti contrapposti, da un lato le streghe con le loro canne di sorgo contro i benandanti armati solo di rami di finocchio.
Battaglie combattute a suon di magia, combattimenti non riportati dalla storia ufficiale ma di cui nelle mattine invernali, nei falò notturni i contadini bisbigliavano tra loro mentre la paura dominava i cuori e le menti delle comunità agresti.
Gli scontri avvenivano durante periodi ben precisi: le notti delle quattro tempora, cioè gruppi particolari di giorni in cui un tempo si santificavano Dio e lo scorrere delle stagioni.
Secondo la tradizione popolare in caso di vittoria dei benandanti si sarebbe assistito a mesi di fortuna e prosperità, se invece avessero vinto gli stregoni malvagi allora in quel dato territorio gli abitanti sarebbero stati condannati a passare periodi di fame, morte e sfortuna.
Non era questo l'unico potere dei benandanti: erano anche in grado di vedere i morti, di ascoltare le loro voci.
Spesso arrivavano anche al punto di riuscire a scorgere le processioni dei defunti.
C'è però un lato macabro in tutta la leggenda.
Un alto macabro e ancora più misterioso.
Un benandante "camminava tra i morti",riusciva a scorgere prima degli altri la famigerata "caccia selvaggia", cioè i cortei notturni in cui si diceva le entità sovrannaturali, spesso demoni, spesso divinità pagane, si riunivano per cacciare creatura ancorapiù sovrannaturali di loro.
E per tutti gli sventurati che ne incrociavano il cammino, una "caccia selvaggia" spesso foriere di sventura.
Unici tra tutti i mortali che s'imbattevano nell'evento, solo i benandanti avevano la forza di riuscire a sopravvivere.
- LA REALTA' STORICA.
I benandanti sono realmente esistiti,le cronache documentano la loro presenza nel territorio friulano per secoli; molto probabilmente erano quello che rimaneva di credenze pagane, figure similari erano diffuse peraltro in quasi tutta l' Europa centro orientale almeno fino al 1600.
A differenza di molti altri non si opponevano alla Chiesa, anzi i benandanti erano profondamente credenti, il più delle volte si trattava di individui perfettamente integrati nella loro comunità. Spesso anzi consideravano le loro azioni come complementari a quelle di preti e religiosi. Una sorta di armata non autorizzata della Chiesa.
Questo rappresentò comunque un problema per i vertici ecclesiastici, che non potendo tollerare la presenza di queste figure indipendenti finirono per perseguitarli.
Questi maghi buoni vennero equiparati agli stregoni o agli eretici finendo col subire le poco piacevoli attenzioni della Santa Inquisizione.
Così, anche se spesso i processi si concludevano con delle assoluzioni poco alla volta, i "nati con la camicia" persero l'appoggio popolare.
Fino con lo scomparire quasi del tutto.
- PER CHI VOLESSE APPROFNDIRE.
C. Ginzburg. I Benandanti, stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino 1996
Franco Nardon, Andrea Del Col. Benandanti e inquisitori nel Friuli del '600, Ed. EUT 1999
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