martedì 10 settembre 2019

Il Dio con la ruota


«Dio con la ruota» è il nome che gli archeologi dànno a una divinità presente in diverse figurazioni gallo-romane: un personaggio barbuto, nudo, che si appoggia o regge in pugno una ruota con un numero variabile di raggi. Esso sembra anche presente in un pannello del calderone di Gundestrup.
Tra le più note immagini del «dio con la ruota», ricordiamo la statuetta di Châtelet ( Francia), sotto riportata, dove un uomo barbuto, nudo, regge con la mano sinistra una ruota a sei raggi, deposta al suolo accanto a sé, e impugna nella destra, sollevata, quello che sembra il simbolo classico del fulmine . C'è poi la statua proveniente da Séguret , l'antico territorio degli Avantici, dove il dio si appoggia con la destra a una ruota a dieci raggi. C'è anche la matrice di una statua che tiene una ruota in ambedue le mani, proveniente da Caer Llyon, l'antica Isca Silurum (Galles, Regno Unito).
Spesso compare il simbolo della ruota, ma senza la figura divina. Un altare rinvenuto presso Laudan presenta su ambedue i lati un'aquila e una ruota a cinque raggi. Un altro proveniente da Rousset-les-Vignes mostra una ruota a sei raggi tra due fulmini. A Montmirat è venuto alla luce un frammento di altare con una ruota a nove raggi, sotto cui era effigiato un fulgur conditum . Su un altare a Vauvert, presso Nîmes , troviamo su una facciata una ruota con otto raggi e su ambedue i lati un fulmine stilizzato. Piccole ruote, chiamate dagli archeologi rouelles, erano portate come amuleto tanto in Gallia quanto in Britannia .
La mancanza di immagini fornite di esplicite iscrizioni non facilita il tentativo di attribuire un nome al «dio con la ruota». C'è però la statua di Landouzy-la-Ville , che è dedicata a I.O.M., tradizionale sigla per Iuppiter Optimus Maximus. Anche l'altare di Rousset-les-Vignes, sopra citato, riporta una dedica a Iuppiter.
Sembra dunque accettato che il «dio con la ruota» fosse stato interpretato in epoca romana con Iuppiter. Si tratta probabilmente della stessa divinità celtica che Caius Iulius Caesar definiva «re degli dèi», per quanto le attribuisse un posto di importanza secondaria nel pántheon gallico, essendo il massimo culto tributato a Mercurius.
"Il dio che i Galli onorano di più è Mercurius [...]. Dopo di lui adorano Apollo, Mars, Iuppiter e Minerva. Essi si fanno di questi dèi pressappoco la stessa idea degli altri popoli: Apollo guarisce dalle malattie, Minerva insegna i princìpi dei lavori manuali, Iuppiter è il signore degli altri dèi, Mars presiede alla guerra.
Caesar: De bello Gallico [VI: 17]
L'identificazione con Iuppiter ci permette forse di risalire al nome gallico del «dio con la ruota». Un'iscrizione rinvenuta a Skradin
è infatti dedicata a «IOVI TA/RANVCO» ; un'altra iscrizione, rinvenuta in Aquitania, a Bourganeuf , e purtroppo mutila, appare invece dedicata a «I O M / TARANVEN[†...». Questi epiteti rimandano alla sfera del dio Taranis, il «tonante», dio conosciuto attraverso un numero assai limitato di iscrizioni, provenienti dall'intera area celtica .


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