mercoledì 11 settembre 2019

I templi romani di Baalbek


Baalbek domina dall’alto dei suoi 1150 metri di quota tutta la valle della Bekaa e segna lo spartiacque tra il fiume Oronte diretto a nord e il Leonte che scende a sud. A occidente della valle si susseguono le cime della Montagna del Libano, che raggiunge il tetto con i 3088 metri della vetta del Qurnat. Di fronte, a oriente, è la più bonaria catena montuosa dell’Antilibano che tocca comunque i 2814 metri sulla vetta del biblico monte Hermon da cui nasce il fiume Giordano. La ricchezza d’acqua, la fertilità del suolo e la fiorente agricoltura spiegano il preminente ruolo storico della città. Baalbek fu antico crocevia commerciale, deposito di grano della regione e centro di smistamento delle carovane di merci provenienti dall’oriente e dirette ai porti del mare fenicio. E fu primario centro religioso, sede di templi e luogo di pellegrinaggi. Il culto fenicio di Baal si tramutò in quello di Zeus nel periodo greco di Heliopolis, la città del sole, e fu ripreso dai Romani con la dedicazione a Giove. Una singolare stratificazione di culti che continuò nelle successive epoche cristiana, bizantina e araba
Oggi Baalbek è il principale centro archeologico del Libano grazie al suo complesso dei templi romani, ritrovati, scavati, rialzati e restaurati dagli architetti tedeschi, francesi, libanesi e da ultimo anche italiani.

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