martedì 24 settembre 2019

AIDONEO O ADE O PLUTONE


"Demetra dalle belle chiome, dea veneranda, io comincio a cantare,
e con lei la figlia dalle belle caviglie, che Aidoneo rapì - lo concedeva Zeus dal tuono profondo, che vede lontano, eludendo Demetra dalla spada d'oro dea delle splendide messi -
mentre giocava con le fanciulle dal florido seno, figlie di Oceano, e coglieva fiori ... "
(incipit dell'inno omerico a Demetra)
La campagna ennese, scenario del mito di Cerere, simboleggia il Giardino dei Filosofi: un luogo delizioso, ricco di fonti di acqua viva che bagnano belle praterie ove violette e ogni specie di fiori crescono in abbondanza.
Plutone ha vari nomi, tutti significanti il nero, l'oscuro, e ispiranti orrore, tristezza; è il Re dell'Impero tenebroso della Morte, nonché dio delle ricchezze.
Necessita che egli rapisca una vergine bella, pura, dalle gote vermiglie, e la sposi; unitisi, scenderanno nel Regno della Morte; indi, non si vedrà che orrore e tenebre, si manifesterà la veste tenebrosa.
Detta nerezza è il segno della dissoluzione, allegoricamente definita putrefazione, corruzione, ombre, abisso, inferno.
Aidoneo vede Proserpina (o Ferefata, cioè colei che porta la luce, il giorno) raccogliere fiori; appena la fanciulla coglie un narciso (ovvero la bianchezza), egli la rapisce e parte subito col suo carro trainato da neri cavalli.
Oggi, in Aidone (EN), si venera un santo cristiano nero, che attira fedeli da ogni dove.
(In foto: testa di Ade, Museo Archeologico di Aidone)

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