"Testimonianza riguardo l'intervista del vigliacco Piero Angela fatta a Gustavo Rol"
recentemente ho letto il libro di Elio Blancato "Curare con le mani e con il cuore" e il pensiero è volato alla PDA. Il libro riporta i fatti salienti dell'esperienza di Giuseppe Trappo, pranoterapeuta e persona profondamente buona che, in un periodo della sua vita, ha collaborato con Gustavo Rol per alleviare le sofferenze ai malati in un ospedale di Torino.
Elio Blancato aveva conosciuto anche Gustavo Rol e aveva avuto modo di cogliere una testimonianza sugli eventi intercorsi con Piero Angela.
L’ultima volta che vidi Gustavo Rol fu in un assolato pomeriggio di fine settembre 1994, in una camera mortuaria dell’ospedale "Molinette" di Torino, in via Santena, a due passi dal Po. L’avevo sentito per telefono diverse volte, l’ultima delle quali a giugno, prima che lasciasse la città per un periodo di convalescenza al mare. Eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo risentiti a metà settembre, dopo il suo rientro in città. Non lo sentii più. Ora lo vedevo lì, composto nel feretro, elegantissimo nella sua giacca di cammello, con il rosario stretto tra le dita, il volto sereno, quasi sorridente. I suoi magnetici occhi azzurri erano chiusi per sempre. Chi lo incontrava non poteva non notarli: squarciavano l’animo mettendo a nudo la parte più nascosta dell’essere, quella che si ha paura di mostrare. Quando ti guardava era come se ti stesse leggendo dentro e tu capivi che lo stava facendo davvero. Se n’era andato a novantuno anni con un unico grande rammarico: non essere riuscito a farsi capire dalla scienza. Negli ultimi mesi avevamo parlato a lungo: era stanco, debilitato ma sempre molto lucido e pugnace. Mi aveva raccontato dell’inaspettato e durissimo attacco sferratogli anni prima da Piero Angela e delle successive polemiche alimentate da articoli e lettere pubblicati su "La Stampa" di Torino. Era amareggiato perché non riusciva a capacitarsi dell’acredine che il giornalista televisivo nutriva verso di lui e dell’accanimento con cui cercava di distruggere la sua immagine, deformando verità e fatti.
"E dire – mi confessò – che fu proprio Angela a cercarmi attraverso comuni amici, chiedendomi di incontrarlo. In verità, io non incontro volentieri i giornalisti, ma con lui feci un’eccezione e sbagliai. Lo incontrai due volte in presenza di amici (ndr. buoni testimoni di quanto accadde), e feci alcuni dei miei soliti esperimenti che parve apprezzare. Mi era sembrato una persona seria, a modo e persino intelligente, poi i fatti mi fecero ricredere. Può immaginare il mio stupore quando, qualche tempo dopo, mi trovai citato in un libro che aveva nel frattempo scritto per dissacrare la parapsicologia e che la praticavi. Ero indignato! Riferendo degli incontri avuti con me, Angela ironizzava ferocemente sugli esperimenti che avevo fatto e che lui definiva giochetti ingenui e ridicoli ce qualsiasi prestigiatore da quattro soldi era in grado di fare. Anche le prove di lettura di un libro chiuso e di materializzazione di un dipinto erano presentati come trucchi da baraccone, sui quali era opportuno stendere un cortese velo di silenzio. Ora, lei capisce che questo non è un comportamento corretto. Se aveva qualcosa da dirmi, o se pensava che i miei esperimenti fossero trucchi, avrebbe dovuto dirmelo lì, sul momento, affinché io potessi replicare e dimostrargli che non era così, e non invece plaudire come hanno fatto tutti, per poi ribaltare verità e fatti. Chi si atteggia, come fa lui, a uomo di studio deve essere onesto, leale e soprattutto obiettivo perché altrimenti tutto ciò che fa o che dice non è "scienza", ma soltanto "manipolazione". In seguito, per giustificare in qualche modo il suo proditorio attacco, sentenziò che avrei dovuto farmi controllare da lui o da qualche suo tirapiedi, in grado di appurare la genuinità dei miei esperimenti. Ora, con quale animo avrei potuto sottopormi ai controlli di chi aveva già dichiarato al mondo intero che ero un impostore? Quali risultati avrei ottenuto? Avrebbe ritrattato le sue affermazioni? Certamente no. Ma, le dico di più: com’era possibile che scienziati di fama mondiale (ndr.Einstein, Fermi…), medici (Gavosto, Dogliotti, Mensi…), letterati (Buzzati, Pitigrilli, Bevilacqua, Temolo…), artisti (Fellini, Gassman, Zeffirelli…), giornalisti (Casalegno, Lugli, Allegri…), capi di Stato e di governo (De Grulle, Kennedy, Saragat, Fanfani…) industriali (Valletta, Agnelli, De Benedetti…) religiosi, filosofi e militari, più uno stuolo di altre persone di ogni cultura, ceto e paese che hanno assistito in più di mezzo secolo ai miei esperimenti, com’era possibile che tutti fossero stati ingannati da me? Eh sì, per Angela invece era proprio così, perché diceva che erano tutti incompetenti in trucchi, mentre lui, bravo e perspicace, aveva subito capito tutto e non si era fatto imbrogliare. Che aggiungere! Una personcina proprio a modo, obiettiva e per nulla presuntuosa. E io avrei dovuto confrontarmi con uno così? Uno studioso, un vero uomo di scienza, quando non è in grado di dare una spiegazione razionale a certi fenomeni, riconosce in tutta onestà i suoi limiti e non si ostina a negarne l’evidenza, ribaltando verità e fatti. Meglio, dunque, rimanere ignorato da una scienza che si comporta così e che, non essendo in grado di comprendermi, mi oltraggia facendomi sfidare da un prestidigitatore (il mago Silvan) piuttosto che venir meno a quei principi cui mi sono sempre ispirato e che sono il fondamento stesso della mia vita.
Caro Blancato, ormai non posso più fare nulla per far capire a questa "scienza scettica" che oltre alla materia esiste anche lo "spirito", e che è proprio questo spirito – che è in tutti noi e che io intuisco appena appena – a farmi fare, a suo comando, tutte quelle cose che sbalordiscono e che invece qualcuno ha reputato trucchetti ridicoli. Io avevo dischiuso una porta alla scienza e Piero Angela l’ha chiusa. La sua arrogante piccineria non bloccherà il cammino dell’umanità verso lo spirito, ma certamente lo ritarderà di diversi anni. Aveva una porta aperta e l’ha chiusa a se stesso e al mondo intero. Ed è proprio questa la colpa che non gli perdonerò mai. Io andrò via da qui prima di lui e da lassù lo aspetterò col dito puntato per ricordargli il danno che ha causato con la sua vanitosa e cieca presunzione. Un giorno non lontano saremo tutti chiamati a rispondere delle nostre azioni e lui dovrà rendere conto, tra le altre cose, anche di questo".
Mi sono più volte chiesto perché mai Rol mi avesse raccontato questa sua dolorosa esperienza. Aveva moltissimi e potenti amici, mentre io ero una conoscenza ininfluente dell’ultima ora. Che cosa pensare? Il suo era stato soltanto uno sfogo o che altro? Forse sapeva già che, a differenza di tante altre persone cui aveva aperto il suo cuore, io ne avrei fatto tesoro e ne avrei parlato per difendere la sua onestà e la sua memoria. Ho vissuto empaticamente con lui l’amarezza di quei giorni e, vedendo il tormento che provava, ho contratto in cuor mio un debito morale che ora, a undici anni di distanza dalla sua scomparsa, sto finalmente iniziando a onorare.
recentemente ho letto il libro di Elio Blancato "Curare con le mani e con il cuore" e il pensiero è volato alla PDA. Il libro riporta i fatti salienti dell'esperienza di Giuseppe Trappo, pranoterapeuta e persona profondamente buona che, in un periodo della sua vita, ha collaborato con Gustavo Rol per alleviare le sofferenze ai malati in un ospedale di Torino.
Elio Blancato aveva conosciuto anche Gustavo Rol e aveva avuto modo di cogliere una testimonianza sugli eventi intercorsi con Piero Angela.
L’ultima volta che vidi Gustavo Rol fu in un assolato pomeriggio di fine settembre 1994, in una camera mortuaria dell’ospedale "Molinette" di Torino, in via Santena, a due passi dal Po. L’avevo sentito per telefono diverse volte, l’ultima delle quali a giugno, prima che lasciasse la città per un periodo di convalescenza al mare. Eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo risentiti a metà settembre, dopo il suo rientro in città. Non lo sentii più. Ora lo vedevo lì, composto nel feretro, elegantissimo nella sua giacca di cammello, con il rosario stretto tra le dita, il volto sereno, quasi sorridente. I suoi magnetici occhi azzurri erano chiusi per sempre. Chi lo incontrava non poteva non notarli: squarciavano l’animo mettendo a nudo la parte più nascosta dell’essere, quella che si ha paura di mostrare. Quando ti guardava era come se ti stesse leggendo dentro e tu capivi che lo stava facendo davvero. Se n’era andato a novantuno anni con un unico grande rammarico: non essere riuscito a farsi capire dalla scienza. Negli ultimi mesi avevamo parlato a lungo: era stanco, debilitato ma sempre molto lucido e pugnace. Mi aveva raccontato dell’inaspettato e durissimo attacco sferratogli anni prima da Piero Angela e delle successive polemiche alimentate da articoli e lettere pubblicati su "La Stampa" di Torino. Era amareggiato perché non riusciva a capacitarsi dell’acredine che il giornalista televisivo nutriva verso di lui e dell’accanimento con cui cercava di distruggere la sua immagine, deformando verità e fatti.
"E dire – mi confessò – che fu proprio Angela a cercarmi attraverso comuni amici, chiedendomi di incontrarlo. In verità, io non incontro volentieri i giornalisti, ma con lui feci un’eccezione e sbagliai. Lo incontrai due volte in presenza di amici (ndr. buoni testimoni di quanto accadde), e feci alcuni dei miei soliti esperimenti che parve apprezzare. Mi era sembrato una persona seria, a modo e persino intelligente, poi i fatti mi fecero ricredere. Può immaginare il mio stupore quando, qualche tempo dopo, mi trovai citato in un libro che aveva nel frattempo scritto per dissacrare la parapsicologia e che la praticavi. Ero indignato! Riferendo degli incontri avuti con me, Angela ironizzava ferocemente sugli esperimenti che avevo fatto e che lui definiva giochetti ingenui e ridicoli ce qualsiasi prestigiatore da quattro soldi era in grado di fare. Anche le prove di lettura di un libro chiuso e di materializzazione di un dipinto erano presentati come trucchi da baraccone, sui quali era opportuno stendere un cortese velo di silenzio. Ora, lei capisce che questo non è un comportamento corretto. Se aveva qualcosa da dirmi, o se pensava che i miei esperimenti fossero trucchi, avrebbe dovuto dirmelo lì, sul momento, affinché io potessi replicare e dimostrargli che non era così, e non invece plaudire come hanno fatto tutti, per poi ribaltare verità e fatti. Chi si atteggia, come fa lui, a uomo di studio deve essere onesto, leale e soprattutto obiettivo perché altrimenti tutto ciò che fa o che dice non è "scienza", ma soltanto "manipolazione". In seguito, per giustificare in qualche modo il suo proditorio attacco, sentenziò che avrei dovuto farmi controllare da lui o da qualche suo tirapiedi, in grado di appurare la genuinità dei miei esperimenti. Ora, con quale animo avrei potuto sottopormi ai controlli di chi aveva già dichiarato al mondo intero che ero un impostore? Quali risultati avrei ottenuto? Avrebbe ritrattato le sue affermazioni? Certamente no. Ma, le dico di più: com’era possibile che scienziati di fama mondiale (ndr.Einstein, Fermi…), medici (Gavosto, Dogliotti, Mensi…), letterati (Buzzati, Pitigrilli, Bevilacqua, Temolo…), artisti (Fellini, Gassman, Zeffirelli…), giornalisti (Casalegno, Lugli, Allegri…), capi di Stato e di governo (De Grulle, Kennedy, Saragat, Fanfani…) industriali (Valletta, Agnelli, De Benedetti…) religiosi, filosofi e militari, più uno stuolo di altre persone di ogni cultura, ceto e paese che hanno assistito in più di mezzo secolo ai miei esperimenti, com’era possibile che tutti fossero stati ingannati da me? Eh sì, per Angela invece era proprio così, perché diceva che erano tutti incompetenti in trucchi, mentre lui, bravo e perspicace, aveva subito capito tutto e non si era fatto imbrogliare. Che aggiungere! Una personcina proprio a modo, obiettiva e per nulla presuntuosa. E io avrei dovuto confrontarmi con uno così? Uno studioso, un vero uomo di scienza, quando non è in grado di dare una spiegazione razionale a certi fenomeni, riconosce in tutta onestà i suoi limiti e non si ostina a negarne l’evidenza, ribaltando verità e fatti. Meglio, dunque, rimanere ignorato da una scienza che si comporta così e che, non essendo in grado di comprendermi, mi oltraggia facendomi sfidare da un prestidigitatore (il mago Silvan) piuttosto che venir meno a quei principi cui mi sono sempre ispirato e che sono il fondamento stesso della mia vita.
Caro Blancato, ormai non posso più fare nulla per far capire a questa "scienza scettica" che oltre alla materia esiste anche lo "spirito", e che è proprio questo spirito – che è in tutti noi e che io intuisco appena appena – a farmi fare, a suo comando, tutte quelle cose che sbalordiscono e che invece qualcuno ha reputato trucchetti ridicoli. Io avevo dischiuso una porta alla scienza e Piero Angela l’ha chiusa. La sua arrogante piccineria non bloccherà il cammino dell’umanità verso lo spirito, ma certamente lo ritarderà di diversi anni. Aveva una porta aperta e l’ha chiusa a se stesso e al mondo intero. Ed è proprio questa la colpa che non gli perdonerò mai. Io andrò via da qui prima di lui e da lassù lo aspetterò col dito puntato per ricordargli il danno che ha causato con la sua vanitosa e cieca presunzione. Un giorno non lontano saremo tutti chiamati a rispondere delle nostre azioni e lui dovrà rendere conto, tra le altre cose, anche di questo".
Mi sono più volte chiesto perché mai Rol mi avesse raccontato questa sua dolorosa esperienza. Aveva moltissimi e potenti amici, mentre io ero una conoscenza ininfluente dell’ultima ora. Che cosa pensare? Il suo era stato soltanto uno sfogo o che altro? Forse sapeva già che, a differenza di tante altre persone cui aveva aperto il suo cuore, io ne avrei fatto tesoro e ne avrei parlato per difendere la sua onestà e la sua memoria. Ho vissuto empaticamente con lui l’amarezza di quei giorni e, vedendo il tormento che provava, ho contratto in cuor mio un debito morale che ora, a undici anni di distanza dalla sua scomparsa, sto finalmente iniziando a onorare.
8 commenti:
Quel signore tale Angela non è che un oscurantista come tanti altri, che si è scelto il suo destino come tutti, per reali motivi, anche se sono insondabili, all'attuale stato di evoluzione spirituale del genere umano. Per fortuna nessuno di questi signori ha il potere di fermare ne' il progresso scientifico nel campo materiale, ne' il progresso evolutivo dell'essere umano. Come nulla poté il cardinale Bellarmino contro le verità di Galilei.
Mah, trovo questo resoconto tenero e emblematico allo stesso tempo.
Non per via del misticismo in sè ma piuttosto perché non ha senso.
Mi spiego: la risposta più logica, ammettendo che Piero Angela volesse screditarlo, era farsi analizzare da un altro gruppo di persone, neutrali,con la presenza di Angela stesso o di chi altri volesse screditarlo.
In quel caso, l'avrebbe sbugiardato senza problemi.
Invece no, cosa fa? Si rifiuta e dice che Angela ha chiuso la porta della scienza, il che non ha senso.
Questo mi mette molti dubbi, onestamente.
Del CICAP non se ne parla più!Tanto osannato da Amgela, che fa parte di quella categoria di persone che in Rai ha dettato legge arrivando ad inserire il figlio come hanno fatto tanti altri che hanno messo parenti, figli e amici, questo è un principio mafioso, senza parlare dei potentati culturali controllati prima da Bernabei e ora dalla politica poco trasparente. Rol è sempre vissuto di suo, e per campare ha lavorato in Svizzera e ha svolto una attività completamente diversa, perché Rol non ha mai mischiato l'efflato e la conoscenza religios-spirituale con le necessità economiche, le ha sempre tenute divise e non ha mai tratto nessun guadagno dai suoi carismi, ha solo fatto del bene al singolo come all'umanità.......Rol è un uomo inattaccabile fuori dalle mischie e dalle miserie umane!
Del cicap non se ne parla più perché nessuno ha mai dimostrato SCIENTIFICAMENTE la verità di queste persone. Il milione di dollari è ancora lì e ci rimarrà per SEMPRE
Che ci capisce il cicap? L Esistenza non agisce su comando dei Pieri Angela. Voleva che quello che faceva Rol venisse replicato in laboratorio. Ok adesso Caro Oceano mi fai una tua onda in questo laboratorio altrimenti tu sei un trucco.
Tantissime sono le testimonianze che comprovano il prodigio inesplicabile di Gustavo Rol. Non basta un Piero Angela per distruggerlo! Non riesco a credere che Rol usasse volgari trucchi da prestigiatore
...Federico Fellini tenne in mano una carta da gioco (un 6 di fiori), il cui disegno si colliquò in una massa giallastra per diventare un 2 di cuori. Meditate, gente...
...Federico Fellini tenne in mano una carta da gioco (un 6 di fiori), il cui disegno si colliquò in una massa giallastra per diventare un 2 di cuori. Meditate, gente...
Posta un commento