L’amianto è responsabile del mesotelioma
pleurico e del carcinoma polmonare, per questo in Italia è proibito usare amianto dal 1992, lo stesso vale per
l’Occidente, dove è ormai vietato a partire dagli anni “80.
Questa
restrizione non vale per altri Paesi che, per la maggior parte, si trovano in
Africa e Occidente, infatti, l’amianto, viene ancora usato senza tenere
conto dei danni permanenti che è in grado di procurare.
Uno
di questi Paesi è l’India, che importa l’amianto da Russia, Brasile, Canada,
Kazakistan e Cina e, nello stesso tempo, lo esporta sotto forma di manufatti.
L’assurdità, proviene dal fatto che, questo materiale, sia ancora in
circolazione, ma la storia non finisce qui purtroppo.
La
sorpresa è che, nel 2011-2012, l’Italia figura il massimo importatore di
manufatti all’amiantodall’India: 1.040 tonnellate su un totale generale
di 1.296, mentre gli altri Paesi sono tutti africani e in via di sviluppo,
quindi, si tratta di una ottima occasione per propinare loro veleni.
L’Italia,
in questa storia, è quasi certamente complice, e visto che la madre di coloro
che si dedicano al malaffare è sempre incinta, probabile che l’importazione
dell’amianto serva al
mercato interno, ma soprattutto per il mercato estero, in quei luoghi dove il
costo della vita umana è prossimo se non pari allo zero.
Il
pubblico ministero di Torino Raffaele Guariniello, sempre sulle barricate
quando si tratta di fare chiarezza in questi intrighi, ha pensato bene di
aprire una inchiesta al riguardo, in considerazione del fatto che, nel 2013 e
nel 2014, le importazioni di amianto sono continuate.
Quanta
ignoranza alberga ancora nell’animo umano, visto che pur di fare profitti è
disposto ad avvelenare il prossimo. D’altra parte, in questi casi, non si
riesce a vedere altro, se non l’avida disposizione animo, testimonianza di un
male che è ancora lontano dal divenire un “rumore di fondo”.
Il
male è ancora, purtroppo, una presenza inquietante, soprattutto di questi
tempi, nei quali, probabilmente, è maggiormente bollato, manifestandosi con una
virulenza tesa a impedire che la luce risani questa anomalia.
Non
si può cambiare ciò che non si conosce, e allora questo male emerga se non può
farne a meno, se il tutto andrà a creare maggiore salute sulla faccia della
Terra. Siamo in presenza di una infezione che deve essere spurgata affinché la
parte malata possa essere risanata, il “pus” deve uscire.
Quanto
questa storia andrà avanti non è dato sapere, ma se ognuno vorrà fare la sua
parte, mettendo in atto una personale rivoluzione non violenta delle coscienze,
avremo fatto un passo avanti nel creare una umanità che abbia a cuore il bene
comune.
Fonte:
articolo di Mario Pappagallo pubblicato sul Corriere della Sera del 11 Gennaio
2015
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