venerdì 21 novembre 2014

La demenzialità dello stato attraverso politica e organi tecnici coinvolti nella strage dell'eternit durata quasi un secolo




Perché lo Stato Italiano è intervenuto sulla lavorazione e la vendita di prodotti a base di Amianto solo alla fine del novecento.
La produzione e lavorazione dell'amianto è fuori legge in Italia dal 1992, ma non la vendita. La legge n. 257 del 1992, oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti all'estrazione e la lavorazione dell'asbesto, è stata la prima ad occuparsi anche dei lavoratori esposti all'amianto. All'art. 13 essa ha introdotto diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un'esposizione al minerale nocivo. In particolare, tale beneficio è stato previsto: per i lavoratori di cave e miniere di amianto, a prescindere dalla durata dell'esposizione (comma 6); per i lavoratori che abbiano contratto una malattia professionale asbesto-correlata in riferimento al periodo di comprovata esposizione (comma 7); per tutti i lavoratori che siano stati esposti per un periodo superiore ai 10 anni (comma 8).
In questi ultimi giorni è tutto un fiorire di articoli e indignazione.
Questo STATO che dovrebbe avere cura della salute dei suoi cittadini è intervenuto con un ritardo di 90 anni. Già dai primi anni del novecento era nota l'azione patologica-cancerogena delle fibre di amianto.
Perché allora si è aspettato tutto questo tempo? quanti e quali interessi c'erano sotto. Non possiamo dare la colpa di questa strage solo all'industriale svizzero, coinvolto c'è anche uno stato con i suoi apparati, con i funzionari, con la medicina preventiva. Se il reato di strage non può andare in prescrizione bisogna processare anche tutti coloro che hanno acconsentito questa strage. 

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