giovedì 26 dicembre 2013

Una colpa attroce che nessuno può cancellare

Papa Innocenzo IV nella Bolla Ad extirpanda ammette la liceità della tortura.

Ad Extirpanda (dal latino: "Per estirpare") è una bolla pontificia emessa il 15 maggio 1252, ad opera di papa Innocenzo IV e di validità confermata sia da papa Alessandro IV il 30 novembre 1259 sia da papa Clemente IV il 3 novembre 1265. Tema di questa era la prima approvazione pontificia della tortura come strumento di ottenimento della confessione del reo, in particolare nei processi dell'Inquisizione. Questa approvazione è dichiaratamente rilasciata per fronteggiare l'insorgere dei numerosi movimenti eretici del XIII secolo; l'atto prende infatti il nome da uno dei suoi passaggi iniziali, che indicando la finalità della decisione recita:


(LA)
« Ad extirpanda de medio Populi Christiani haereticae pravitatis zizania... »
(IT)
« Per estirpare la maligna diffusione della pravità eretica da mezzo al popolo Cristiano... »
La bolla concede, per la prima volta, all'inquisitore la possibilità (praeterea Potestas) di avvalersi di un servizio personale di uomini e con la sua promulgazione lascia ad esso libera competenza e territorialità, nonché la scelta degli strumenti a disposizione, per estorcere la confessioneeretica, fra cui la tortura.
« (26) Teneatur praeterea Potestas, seu Rector omnes haereticos,quos captos habuerit, cogere citra membri diminutionem, et mortis periculum, tamquam vere latrones, et homicidas animarum, et fures sacramentorum Dei, et Fidei Christianae, errores suos expresse fateri, et accusare alios haereticos, quos sciunt, et bona eorum, et credentes, et receptatores, et defensores eorum, sicut coguntur fures, et latrones rerum temporalium, accusare suos complices, et fateri maleficia, quae fecerunt. »
(Canone 26 della Bolla)
La decisione papale segue di pochi mesi l'assassinio dell'inquisitore generale di MilanoPietro da Verona, ad opera dei catari nel bosco di Farga, a Seveso, il 6 aprile dello stesso anno, nel sabato successivo alla Pasqua, prima della domenica In Albis.
Pietro Martire (da Verona) era un inquisitore importante figlio di Catari, fu prematuramente tolto ai suoi genitori e avviato forzatamente al seminario, allevato a perseguitare gli eretici. I Veronesi non lo ebbero mai in simpatia difatti La chiesa di San Giorgetto fu intitolata a Pietro martire, ma i Veronesi ostinatamente continuarono a chiamarla San Giorgetto. 
vox populi vox dei!

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