giovedì 19 dicembre 2013

All'amico Bepin Segato perseguitato dall'Italia , alla sua onestà intellettuale


Lo hanno fatto morire per tutti gli anni passati in galera ingiustamente, solo perché voleva affermare un'idea. Con le spese legali, che ha dovuto sostenere, sono arrivati a mangiarli la casa.
 Era una persona mite, disponibile, con una vasta cultura sulla nostra regione ( mi fu di grande aiuto nella stesura del mio libro -IL CAPPELLO DEI MAGI) non ha commesso nessun reato e lo stesso si sono accaniti per le sue idee. Per ultimo dobbiamo sottolineare che la lega, in un primo tempo ha preso le distanze, d'altra parte Bepi non ha mai avuto simpatie verso il partito che doveva rappresentare i Veneti,  in quel maasma che era ed è il Parlamento. 
Giuseppe Segato: condannato per il reato di eversione. Non aveva partecipato all'azione, ma fu identificato come "l'Ambasciatore Veneto" .  e come l'ideologo del gruppo, fu perseguitato forse più degli altri.
Evviva Bepin Segato che rappresenta ancora quella parte di Veneto intelligente, onesto, laborioso, contro il servilismo e la mediocrità di un Veneto che si sta degradando.

Veneti: da Omero, a Tito Livio a Bepin Segato, una storia che continua !


Segato, un eroe discreto della causa veneta.


La causa veneta mi interessa prioritariamente sin da quando ero bambino. Ho visto, non a caso, nascere e svilupparsi tutto il movimento indipendentista veneto. Pensavo di conoscerne anche tutti i protagonisti, invece uno mi era completamente sfuggito: Bepin Segato, un patriota talmente impegnato che nell’elenco telefonico si era qualificato: “diffusore della cultura veneta”; lo conobbi nel 1997, ai margini dei fatti del Campanile di San Marco, tale era la sua discrezione.
Il primo contatto fu nei corridoi del Tribunale di Venezia, dove mi apparve in manette, trascinato da un nugolo di guardie carcerarie che lo traducevano ad un interrogatorio. Un uomo magro, dal corpo sofferto ma dallo sguardo veloce e particolarmente furbo. Il suo sorriso compiaciuto per la nostra presenza mi fece capire che saremmo diventati amici.
Segato fu condannato ad oltre cinque anni di prigione per essere stato “l’ambasciatore” dei Serenissimi, quelli che nella notte dell’8/9 maggio 1997 riproposero clamorosamente la questione dell’Indipendenza Veneta. In realtà Segato (per motivi che mi sono rimasti misteriosi) non ha partecipato direttamente all’evento, spiazzato dalla repressione che mise fine alla manifestazione alle prime ore dell’alba del 9 maggio. Avrebbe potuto dunque discolparsi facilmente e prendendo le distanze, invece confermò la sua partecipazione ideologica all’insorgenza subendo una pesante condanna: cinque anni di galera, - che minarono la sua salute – trascorsi per metà in carcere e per metà agli arresti domiciliari.
Nonostante i guai giudiziari, egli non smise di spendersi per far avanzare i suoi originalissimi progetti politici, anzi li moltiplicò: libri (“I Veneti”, “Io credo”, “Uno sconfitto di successo”, “Lettera aperta allo zio Tito Livio”, “Capodanno Veneto”), saggi di studi territoriali e toponomastici (carte geografiche con denominazioni venete, la pubblicazione “Nel Veneto i triangolo di Dio”), rilancio del capodanno veneto (1° marzo), stampa di calendari veneti, manifestazioni, conferenze. Una forza e una determinazione straordinarie, basate su una forte coscienza politica e una incrollabile (l’aggettivo era suo) fede nella libertà del popolo veneto.
La morte lo colse improvvisamente la notte del 27 marzo 2006.
Con la sua azione Segato non ha mai trovato in vita i tappetti sotto i piedi; le sue iniziative hanno avuto tutte un riscontro molto elitario; spesso doveva trascinare gli amici per la cravatta per la realizzazione delle sue iniziative.
Tanti suoi progetti (come il capodanno veneto) incominciano solo ora – dopo la sua morte - a prendere piede.
La commemorazione di Cittadella è una testimonianza dell’attenzione e dell’affetto particolare che la società veneta incomincia a riconoscergli.
Bepin, sarai sempre con noi.

Albert Gardin

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