IL CASO
«Avvantaggia la vincitrice,
il concorso va annullato»
Polemica sul settore Cultura del Comune. Esclusa fa ricorso contro la compagna di Colasio
L'assessore alla Cultura Andrea Colasio (archivio)
PADOVA — A leggerne il testo sembra una delle tante beghe tra dipendenti comunali. Un concorso interno, la graduatoria che non soddisfa uno degli esclusi, il ricorso. Eppure il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica avanzato da Serena Cecilia Campagnolo, sta facendo discutere tutto Palazzo Moroni. L’istanza chiede l’annullamento dei risultati del concorso pubblico bandito dal Comune di Padova lo scorso 4 ottobre per tre posti a tempo indeterminato da funzionario culturale e sfociato nella graduatoria definitiva (risultante da una determinazione dirigenziale firmata il 24 dicembre 2010) che ha visto vincitrici Francesca Veronese, Elisabetta Gastaldi e Valeria Vettorato. Il Comune di Padova, sicuro della correttezza del proprio operato, ha deciso di resistere dando mandato all’avvocatura civica lo scorso 28 aprile. La particolarità che tanto sta facendo discutere Palazzo Moroni? Che la prima classificata, la dottoressa Francesca Veronese, titolata archeologa e grande esperta della via Annia, sia la compagna dell’assessore alla cultura Andrea Colasio. «Le voci che corrono mi amareggiano molto - ribatte Colasio ben a conoscenza della questione -. Sarei un pazzo a negare questa relazione, ma sono due cose che non c’entrano nulla. Il concorso è stato fatto secondo le procedure proprie dell’amministrazione, nelle quali non ho messo bocca, e la commissione giudicante ha valutato le prove e i curricula di un regolare concorso. Solo quelli dovrebbero essere oggetto di discussione».
Ma andiamo con ordine. Nel ricorso straordinario al Presidente della Repubblica stilato dall’avvocato Nicola Zampieri (procedura utilizzata perché i termini per presentare ricorso al Tar erano già scaduti), Serena Campagnolo contesta la sua esclusione dalla prova orale in una trentina di pagine. Va detto che non è la prima volta che la Campagnolo impugna una decisione del Comune di Padova. Nel 2009 infatti aveva già fatto ricorso al Tar per contestare la selezione pubblica per l’assunzione a tempo determinato (di tre anni) di un funzionario culturale al museo archeologico. La vincitrice? Sempre Francesca Veronese. Colasio allora - era il 2009 - siedeva alla Camera dei deputati e non aveva ruoli nell’amministrazione comunale. Ma veniamo all’ultima selezione. Campagnolo contesta la legittimità della commissione giudicante «in quanto il dottor Davide Banzato, capo settore Musei e Biblioteche del Comune è stato nominato presidente della commissione nonostante avesse l’obbligo di astenersi in quanto lo stesso aveva posto in essere un comportamento mobbizzante nei confronti della ricorrente, causato dalla circostanza che la dottoressa Campagnolo aveva impugnato il provvedimento (quello del 2009, ndr) con cui lo stesso aveva nominato la dottoressa Veronese.
Inoltre le altre due componenti della commissione (Franca Pellegrini e Roberta Parise) lavoravano con due delle tre vincitrici dagli anni 2002-2003 per cui non garantivano certo l’imparzialità e la segretezza (tanto che la dottoressa Gastaldi e la professoressa Pellegrini hanno redatto insieme un saggio sul restauro della pala del Romanino)». Ma il punto forse più contestato è il tema della prova scritta nella quale la Campagnolo è stata bocciata. «La dottoressa Veronese ha maturato il massimo punteggio riportando informazioni descrittive forse fin troppo dettagliate della piccola ara votiva, scelta dalla Commissione come oggetto della prova scritta, nonostante la stessa fosse bene a conoscenza della circostanza che la candidata sarebbe stata favorita in quanto aveva avuto modo di studiare i materiali della via Annia, progetto che ha coordinato per il Museo dal 2006». Colasio non vuole entrare più di tanto nel merito. Lui con il concorso non ha avuto nulla a che fare. Ma da referente del settore all’interno della giunta fa notare che «la contestazione relativa al tema scelto, la via Annia è priva di fondamento: innanzitutto perché la sezione sulla via Annia costituisce ormai il 75% del museo, e secondo perché il titolo dello scritto è stato estratto a sorte tra svariati titoli disponibili. Detto questo: hanno vinto tre candidate che già lavoravano nella macchina comunale, guardate i titoli, le pubblicazioni, la competenza. Sono i documenti che parlano. Io non ho fatto parte di nulla, sono rimasto assolutamente terzo rispetto a questo concorso. Se la dottoressa Campagnolo crede di essere stata esclusa ingiustamente è legittimo che faccia ricorso. Sarà l’ente competente a giudicare l’operato della commissione che sono sicuro essere stato corretto».
Luca Barbieri
10 maggio 2011(ultima modifica: 13 maggio 2011)
10 maggio 2011(ultima modifica: 13 maggio 2011)
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