venerdì 7 giugno 2019

Tuffarsi nel nuovo

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Nella nostra vita non nascerà mai nulla, mai un’idea originale, mai un pensiero nuovo se restiamo appiattiti sull’inerte, sul vuoto, sul quotidiano, se siamo soddisfatti, se ci accontentiamo. Certo potremo fare molti lavori, anche bene, in modo da essere apprezzati dagli amici, dai superiori. Poi scriveremo degli articoli, dei libri, delle canzoni ma, riguardandole, ci accorgeremo che saranno tutte uguali, tutte copie l’una dell’altra.
A molte persone piaceranno, a coloro che vivono nello stesso modo inerte, a coloro che si ripetono perché sono schiavi di una ideologa corrente.
Il nuovo può nascere solo col distaccarsi dalla terra o sprofondandovi dentro trascinati da forze telluriche, da una tempesta o un’inondazione. In ogni caso ad opera di un demone o un dio. Nessuno può uscire dall’inerzia da solo, devono muoversi e coinvolgerlo forze collettive che si presentano sempre come sconvolgimenti, annunciate da boati, da inquietudini, da presagi. L’uomo che vuol restare normale, essere come gli altri, le rifiuta anche se ogni tanto ne è attratto, affascinato. Si ritrae perché queste forze si presentano sempre con il marchio dell’imprevedibile e sconvolgono il futuro. Esse non chiedono mai di scegliere fra un solido modo di vivere e un altro diverso. Ma solo di lasciare il noto per un futuro incerto e tempestoso. La scelta è sempre un dilemma. Chi è predisposto vede sul fondo una luce, la speranza. Ma se vuol proseguire deve rischiare, buttarsi.
Dopo ha bisogno di amici, di persone con cui parlare, a cui chiedere conferma, aiuto. Ma spesso non le trova o le trova apatiche, spente, indifferenti. E questo non gli basta. Deve incontrare qualcuno che sta in alto, che ha forza, che lo capisce anche se il nuovo che annuncia è ancora avvolto nel fango, è quasi solo un luccichio che ha bisogno di essere pulito, messo in piena luce.
Per farlo occorre una energia immensa che può trovare solo in un grande ideale o in un grande amore.
Per questo nessun artista, nessun pittore, nessuno studioso, nessuno scultore, nessun poeta avrebbe incominciato una sua opera senza chiamare in suo soccorso un demone o una dea.

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