sabato 22 giugno 2019

I Mandei


Sempre più Giovanni Battista ci appare come una figura universale, tanto da collocarsi all'incrocio di culture e religioni diverse, come ben argomenta lo studioso francese Michel Tardieu:
“I racconti sulla morte del Battista, che arrivano ai primi commentatori del Corano, rimandano a tradizioni orali e scritte che circolano nel Vicino Oriente e nella Mesopotamia del I-V secolo. Cristiani, ebrei, gnostici, manichei, musulmani, giudeo-cristiani, mandei hanno tutti qualcosa da dire su questa morte, i suoi protagonisti, il suo significato, le sue conseguenze. C'è più di un morto nella morte di Giovanni Battista. La violenza di cui sono colmi i racconti arriva agli arabi e serve a precisare delle identità religiose in un tempo in cui giudaismo e cristianesimo sono ancora gomito a gomito.”
Significativo di questa realtà sincretica è il caso dei Mandei, seguaci di una religione ancora praticata in Medio Oriente e oggi ferocemente perseguitata dai fanatici integralisti dell'Islamic State (ISIS). Seguaci di san Giovanni, così si definiscono i Mandei, adepti di una setta gnostica che ancora usa l'aramaico, la lingua parlata da Gesù duemila anni fa. Per alcuni un'eresia cristiana del secondo secolo, per altri una religione che raccoglie elementi di cristianesimo e manicheismo, il mandeismo si presenta come una religione monoteista, con forti tratti dualistici dove un Dio Supremo di Luce si confronta con lo Spirito delle Tenebre e del Male. La terra, luogo di illusione e sofferenza, è dove questo scontro avviene. Centrale nella religione mandea è la figura di Giovanni Battista (Drashia d-Yahia), l'ultimo dei Profeti, che con l'introduzione del battesimo permette all'uomo di incamminarsi verso il Regno di Luce. A lui vengono attribuiti molti degli attributi che il cristianesimo attribuisce al Cristo.

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