domenica 23 giugno 2019

Il dio falco Horus


Her, o, nella forma latina, Horus (Horo in greco) significa esattamente la ‘faccia’; Horus è la faccia, l’apparenza sensibile di Ra invisibile, realizzata dall’Opera o genesi cosmica. Egli è, fin dall’origine, tenuto prigioniero (vale a dire trattenuto sulla terra) da suo fratello Seth; egli è la Luce divina, portata da tutto ciò che è divenuto sensibile attraverso Toum, la prima terra generata da Noun, il mondo arcangelico del cielo, attraverso l’atto irrazionale che è il principio del Divenire, il famoso segreto. Tutti i testi di tutti i tempi dicono, in una forma o nell’altra, esattamente la stessa cosa. […] La fine di tutta la genesi, l’ultima realizzazione, sarà l’unione in amicizia (e non più in inimicizia) di Seth ed Horus, per diventare ciò che la Tavola di Smeraldo afferma: ‘… e la sua forza è intera se essa viene convertita in terra … sarà la forza di ogni forza.’ Tutto questo significa, come precisano i testi, che tutto deve diventare un Fuoco vivente fisso, un Fuoco che nessun fuoco distruttore può più soffocare, chiamando ‘Fuoco’ la potenza spirituale che dona la vita ad ogni cosa come, semplicemente, il dolce tepore del fuoco comune mantiene la vita. Questa unione finale degli opposti dall’origine, che in ermetismo viene chiamata la ‘Pietra’, vale a dire la ‘cosa’ che serve come fondamento per l’edificio dell’Universo: ecco, questo è il Re per eccellenza, è il figlio di Ra che è come Ra, il figlio del Cielo in generale. E’ dunque di questo Re unico, in cui sono unificate le due corone – la bianco-argentea del Sud (Seth) e quella d’oro, rossa, del Nord (Horus) – di cui si tratta in questi testi ‘ditirambici’ , e non del Re umano che non è che il simbolo, l’immagine, il richiamo, l’evocazione del Re divino reale, il vero Re per Grazia di Dio. Horus in quanto apparenza – il colore di Ra – dev’essere, all’origine, salvato dalla sua prigione corporale così come dev’esserlo l’anima del mortale e, alla fine, egli sarà la specificazione divina dell’Essere perfetto. Ritroviamo, quindi, Horus messo in relazione con tutte le fasi della genesi fino all’uomo e poi dall’uomo fino alla resurrezione gloriosa. Horus universale è in tutto ciò che vive. Il Verbo divino è in ogni essere.
(Renè Schwaller de Lubicz)

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