mercoledì 19 giugno 2019

Il giorno più Magico dell'intero anno preceduto da una notte di prodigi e di guarigioni

l Sostizio d’estate!
Cosa esiste di più grandemente esoterico e magico del solstizio d’estate, in cui il Sole culmina allo Zenith, trovandosi così nel punto più alto della volta celeste. Questo è sicuramente uno dei periodi più amati e profondamente intessuti di leggende, miti, tradizioni e storia.
Nel giorno del solstizio d’estate, la Luce pare soverchiare il buio, ma già il giorno dopo il nero inizierà la sua marcia vittoriosa e tra sei mesi, mezzo anno, sarà il turno del buio di sopravvanzare e, apparentemente, vincere e stroncare la luce.
Siamo prossimi al giorno natale di San Giovanni Battista; consideriamo le erbe di questo periodo: la verbena porta prosperità, l’artemisia, sacra ad Artemide, sorella di Apollo, protegge dal malocchio, nella calendula e nell’iperico si raccoglie l’energia solare. L’iperico, legato nella memoria popolare al solstizio d’estate, risalta nelle grandi distese, come una gran macchia di color giallo-oro, misto a rame. I suoi fiori, così brillanti e luminosi, durano solo un giorno, per poi appassire, assumendo un colore rosso-ruggine. Si tratta di un fiore dei campi, detto “erba di San Giovanni” poiché anticamente chi si trovava per strada la notte della vigilia, quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggeva, infilandoselo sotto la camicia insieme con altre erbe . Ilsuo stretto rapporto con il Battista sarebbe testimoniato dai petali che, strofinati tra le dita, le tingono di rosso ed il succo è detto “sangue di San Giovanni”.. Forse dietro le storie dei raduni di incantatrici e fattucchiere nella notte di mezza estate si cela il ricordo dei riti solstiziali celtico/germanici intorno ad un albero, il cosiddetto “noce di Benevento”, o delle feste licenziose in onore della dea Fortuna che, nell’antica Roma, si tenevano il 24 giugno. Fortuna era la dea della casualità assoluta, del caos benefico e rigeneratore. La somiglianza di questa festa con i Saturnali del solstizio d’inverno fa del solstizio estivo una sorta di capodanno o di carnevale; un periodo caotico in cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con rimescolamento dei ruoli sociali e capovolgimento delle regole norma.
In questo giorno la midsummer o notte di mezza estate è diventata il titolo e l’atmosfera perfetta per un’opera del grande drammaturgo e poeta anglosassone tal William Shakespeare: la commedia “Sogno di una notte di mezza estate” e ciò non deve stupirci dato che midsummer, così enigmatica, carica di mistero e spiritualità, è l’ambiente ideale in cui collocare sogni, sortilegi, boschi incantati, fate e reami immaginifici...In questo giorno il Sole, simbolo del Fuoco, entra nel segno del Cancro, segno d’acqua, dominato dalla Luna. Così, secondo l’immaginario, Sole e Luna, Fuoco e Acqua, Luce e Ombra, Maschio e Femmina, Positivo e Negativo si fondono in una sorta di “matrimonio divino”, in grado di generare energie positive e benefiche sull’intero pianeta…. il Solstizio d’Estate ha alimentato, da tempi immemori, numerose leggende.. Una leggenda italiana si svolge nell’isola di Capri. Si narra che una perfida maga, invidiosa dell’armonia che regnava a Capri, impose un maleficio sul re e sul principe, trasformandoli, rispettivamente, in ranocchio e lucertola azzurra. Proprio nel giorno del solstizio d’estate, una fanciulla stupenda, anch’essa vittima di un sortilegio e trasformata in una falchetta, commossa dallo sguardo malinconico della lucertola azzurra, la prese fra le zampe, prendendo il volo verso il Sole. Entrambi vennero liberati dal maleficio, ritornando all’isola, accompagnati da una luce abbagliante, segno della ritrovata felicità, liberando dal sortilegio anche il re. Ancora oggi a Capri il solstizio d’estate è un giorno di festa e da questa leggenda sono nate linee di gioielli molto note sull’Isola..E poi c’e’ la famosa rugiada; “la guazza di Santo Gioanno fa guarì ogni malanno”; per cui ci si sveglia all’alba del 24 per gettarsi nude sull’erba affinchè la rugiada propizi figli belli e sani. Ci si può anche bagnare il viso per diventare più belle; oppure la si raccoglie in una boccetta per usarla negli incantesimi d’amore. Non solo l’acqua ma anche il fuoco ha tantissimi usi, tra cui quello di mantenere viva la potenza solare nonostante il sole sia destinato a “perire” tanto che anticamente la notte precedente al solstizio si accendono grandi falò, radunandosi intorno ad essi per ballare e mangiare, dando fuoco ad alcune ruote di legno fatte rotolare giù dalle colline come gesto apotropaico per mantenere vivo il potere del sole. Il fuoco, in combinazione con le erbe sacre , propiziava fortuna e abbondanza.In Veneto fino a pochi decenni fa si soleva allestire dei fuochi agli incroci, mentre a Pamplona, Spagna, si bruciano alcune erbe per scongiurare fulmini e tempeste, due manifestazioni atmosferiche tipicamente estive. Anche i Berberi che stanno in nord Africa hanno dei festeggiamenti in concomitanza del 24 giugno e per questa occasione accendono dei fuochi molto fumosi per propiziare il raccolto dei campi e per guarire chi vi passa in mezzo, in modo simile al rito celtico in occasione del Beltane..In Brasile, a Fortaleza, c’è la Festa Junina in onore di São João e i falò fanno da sfondo all’unione delle coppie. Una forte impronta nord europea, conosciuta anche in Italia, ci ha fornito un vasto folklore sulle fate e sul loro avvicendarsi nella notte del solstizio. Una dicerìa popolare sconsiglia di dormire sotto ad un biancospino, poiché verranno le fate per rapirci. Per vederle? E’ sufficiente un olio a base di timo e lavanda, spalmato sulle tempie, che ce le mostrerà luminose e scintillanti....

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