giovedì 22 maggio 2014

Superando il pisciatoio



le Verre di Duchamp, nelle sue varie versioni è il tentativo di esaminare i meccanismo alchemici, con una Sposa che opera per i suoi nove scapoli tutto è in moto, anche attraverso eros e il nero del cioccolato ne è la prima fase. Sotto e sopra, affinché tutte le forze si amalgamino 


grandverre

Marcel Duchamp
La sposa messa a nudo dai suoi Scapoli, anche
o Il Grande Vetro
1915-1923
Olio, piombo e filo di piombo su vetro
278X176,5cm
Philadelphia Museum of Art - Filadelfia






Conclusa l'elaborazione degli studi preliminari, nel 1915 a New York, Duchamp comincia a lavorare al "Grande Vetro".

Nel 1923 lo dichiarerà definitivamente incompiuto finchè il caso ( ovvero l'accidentale rottura del Vetro alcuni anni dopo in occasione di una mostra ) non interverrà a completare il disegno dell'artista.

Su una grande superficie costituita da due pannelli di vetro disposti uno sopra l'altro Duchamp procede riproducendo i pezzi che aveva studiato separatamente: la Sposa, la Slitta, i Nove stampi maschi, la Macinatrice di cioccolato e altri minori, che insieme creano un complicato meccanismo d'amore e di sofferenza, regolato da leggi rigorose quanto arbitrarie e assurde.

Il senso di quest'opera è indefinibile: in essa si riversa una pluralità di significati, che qui convergono tanto dai lavori preliminari quanto da un vasto "corpus" di appunti che Duchamp raccoglie l'intenzione di pubblicarli a corredo del quadro.

Dalla lettura delle note e della legenda che serve a individuare i vari elementi della rappresentazione secondo la terminologia utilizzata dallo stesso Duchamp, si evince che il "Grande Vetro" è un'opera erotica, metafisica e ironica, in cui si realizza una perfetta mescolanza di forma e linguaggio.

L'universo femminile ed etereo della Sposa affronta quello dell'"Apparecchio Scapolo": nonostante l'esistenza di un complesso meccanismo non accade nulla di evidente e la sensazione che se ne ricava è di sospensione e di stasi.

Il senso di mistero è accresciuto dalla difficoltà di interpretare compiutamente il titolo, in cui la parola "meme" può assumere vari significati ( "anche", "mi ama", "riferito alla sposa" e "lo stesso", come a dire che Scapoli e Sposa sono due volti dello stesso principio ).

In un intervista del 1964 Duchamp dichiarerà: "Considero quella mia grande pittura su vetro qualcosa che non è necessario guardare per apprezzarla. Questa è una delle idee ( che stavano ) alla sua base".

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