"Cio' che noi vediamo delle cose sono le cose.
Perchè vedremmo noi una cosa se ce ne fosse un'altra?
Perche' vedere e udire sarebbe illuderci
Se vedere e udire sono vedere e udire?
L'essenziale è saper vedere,
Saper vedere senza fermarsi a pensare,
Saper vedere quando si vede,
E nè pensare quando si vede,
Nè vedere quando si pensa.
Ma questo (tristi noi che portiamo l'anima vestita!),
Questo esige uno studio profondo,
Un apprendistato a disimparare
E un sequestro nella liberta' di quel convento
Del quale i poeti dicono che le stelle sono le monache eterne
E i fiori i penitenti convinti di un sol giorno,
Ma dove infine le stelle non sono che stelle
Nè i fiori altro che fiori,
Per cui li chiamiamo stelle e fiori".
Perchè vedremmo noi una cosa se ce ne fosse un'altra?
Perche' vedere e udire sarebbe illuderci
Se vedere e udire sono vedere e udire?
L'essenziale è saper vedere,
Saper vedere senza fermarsi a pensare,
Saper vedere quando si vede,
E nè pensare quando si vede,
Nè vedere quando si pensa.
Ma questo (tristi noi che portiamo l'anima vestita!),
Questo esige uno studio profondo,
Un apprendistato a disimparare
E un sequestro nella liberta' di quel convento
Del quale i poeti dicono che le stelle sono le monache eterne
E i fiori i penitenti convinti di un sol giorno,
Ma dove infine le stelle non sono che stelle
Nè i fiori altro che fiori,
Per cui li chiamiamo stelle e fiori".
(Fernando Pessoa: "Poemi di Alberto Caeiro).
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