domenica 16 giugno 2013
Solstizi ovvero le porte del cielo controllate da Giano
Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che è il giorno più lungo dell'anno, ma che allo stesso tempo, rappresenta l'inizio del suo declino. Infatti, dopo il Solstizio d'Estate, le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio d'inverno, in quella che è la fase "calante" dell'anno.
Solstizio deriva dal latino sol stat, "il sole si ferma", e, infatti, pare quasi che il sole indugi un pò in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente. Il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso: inizia l'estate astronomica.
In Scozia, come del resto in tutti i paesi anglosassoni, il solstizio d'estate viene chiamato Midsummer, che significa "mezza estate" ed è stata resa celebre dell'opera di William Shakespeare, sogno d'una notte di Mezza Estate.
Pur se cristianizzata come la festa di San Giovanni (24 giugno) la notte di mezza estate ha conservato tutte le sue valenze magiche. In tutta Europa si traevano presagi ad opera delle ragazze nubili per sapere se si sposeranno ed eventualmente acquisire indizi sull'identità del futuro sposo. La scelta di cristianizzare questa data viene considerata uno dei tanti tentativi della chiesa per rimuovere le credenze pagane, sovrapponendole con le credenze della nuova religione. Infatti il periodo solstiziale era troppo importante all'interno della ritualità precristiana e, a differenza di altri culti, non fu facilemente sradicabile.
Il vischio è una pianta solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore romano Plinio pare che gli antichi druidi raccogliessero questa pianta con una falcetta d'oro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare. I rami di vischio al Solstizio d'Estate assumono un aspetto dorato, il famoso Ramo d'Oro dei miti.
Il fuoco, acceso in questa notte, viene simboleggiato dai falò accesi un pò ovunque in Europa nella notte solstiziale o di San Giovanni, fuochi che sono strettamente collegati a quelli del Solstizio d'Inverno o ai fuochi di primavera.
GIANO E LE PORTE SOLSTIZIALI
Attraverso il solstizio “porta” d’estate si entrava nella genesi e nella manifestazione
individuale; attraverso il solstizio “porta” d’inverno, invece, si accedeva agli stati
sopraindividuali. Questo simbolismo non era solo greco, ma si trova anche nei testi vedici,
anteriori al pitagorismo.
Nella tradizione romana il custode delle porte era il dio bifronte Ianus (Giano), signore
dell’eternità, come cantano i versi Ianuli del Carmen Saliare: “Tu sei il buon creatore, di
gran lunga il migliore degli altri re divini. Cantate in onore di lui, del padre degli dei,
sacrificate al dio degli inizi”. Il Carmen Saliare, in latino arcaico, veniva recitato nei rituali
praticati dai sacerdoti salii, il cui ordine si fa risalire ai tempi del mitico Re Numa Pompilio
Giano che ha uno scettro nella mano destra, emblema del potere regale, ed ha una chiave
nella mano sinistra, emblema del potere sacerdotale: insieme simboleggiano la funzione di
Re e sacerdote del Dio, al quale Ovidio fa dire nei Fasti: “Io solo custodisco il vostro
universo ed il diritto di volgerlo sui cardini è tutto in mio potere”. Ianus, che deriva dalla
stessa radice di ianua, cioè porta, è colui che conduce da uno stato all’altro e, dunque, è
un iniziatore, nel senso che ha la funzione catartica di eliminare ogni impurità in chi passa
attraverso di lui. Celebrare il solstizio ha una funzione purificatrice per poter accedere al
mondo spirituale (solstizio d’inverno) e, quindi, poter rinascere a vita nuova (solstizio
d’estate), seguendo il ciclo del sole.
Le due facce di Giano sono i due (o Jani o Zanni) San Giovanni, Battista ed Evangelista.
Nel rosario uno degli epiteti dati alla Maria è quello di Janua Coeli ovvero porte del cielo
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