martedì 25 giugno 2013
Quando non si vuole studiare onestamente i fatti e la storia
La storia come è "rielaborata" e posta in pasto sopratutto ai giovani e alle nuove generazioni è una presa in giro. Riporto questi due brevissimi scritti, per capire quanto è complessa la questione dell'Impresa Fiumana, cartina al tornasole di un Italia dove la destra e la sinistra erano ampiamente superate. L'onestà intellettuale e gli uomini coraggiosi sono sempre le vittime dell'infame potere, oggi come ieri.
Antonio Gramsci difese dalle colonne de L'Ordine Nuovo tanto D'Annunzio quanto la Legione di Fiume, mentre i dirigenti dei Fasci Italiani di Combattimento elaborarono una mozione di condanna per l'attacco a Fiume da parte dell'esercito regio, firmata all'unanimità con l'unica astensione di Benito Mussolini. All'impresa Fiumana aderirono personaggi come Errico Malatesta, Il principale teorico del movimento anarchico italiano, e anche Alceste de Ambris sindacalista rivoluzionario italiano che elaborò, con d'Annunzio, la innovativa e modernissima carta costituzionale detta Carta del Carnaro.
Filippo Turati cosi scrisse ad un suo amico di questi giorni tumultuosi:
« Il povero Nitti è furibondo per le indegne cose di Fiume […]. Non solo proclamano la repubblica di Fiume, ma preparano lo sbarco in Ancona, due raid aviatori armati sopra l'Italia e altre delizie del genere. Fiume è diventato un postribolo, ricetto di malavita e di prostitute più o meno high-life. Nitti mi parlò di una marchesa Incisa, che vi sta vestita da ardita con tanto di pugnale. Purtroppo non può dire alla Camera tutte queste cose, per l'onore d'Italia. »
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