lunedì 24 giugno 2013
Da una recensione di Michela Saggioro
La rifondazione di Verona
Svelata l’origine esoterica e arcana del primo nucleo abitato
di Michela Saggioro
Verona è una città di misteri e vive di archetipi eterni che si perpetuano incessantemente. E’ quanto rivelano Luigi Pellini e Davide Polinari nel loro “Nascita di una città tra fisica, architettura, mistica e metafisica”, edito a gennaio da Vita Nova. Il libro è dedicato alla storia della rifondazione di Verona: i romani costruirono la città dentro l’ansa dell’Adige, intervenendo sul Colle di San Pietro per creare una macchina scenica che ripropone le forme dell’acropoli di Atene. Una cittadella d’immensa bellezza che colpiva per la maestosità e la luce riflessa dal candore del marmo levigato. Sfruttando l’orografia naturale, la collina fu tagliata e sagomata dai nostri predecessori e ai suoi piedi trovò posto il teatro romano, quasi a dominare e proteggere l’intera Verona.
“Nascita di una città” narra delle origini di tutti noi veronesi, abitanti del tempo, da sempre legati al movimento degli astri: come hanno scoperto e decifrato i due studiosi, Verona ha un’origine esoterica. Il luogo di fondazione è certamente Castel San Pietro, sede di riti propiziatori pagani e di insediamenti preistorici, oltre al tempio dedicato a Giano, il dio bifronte a cui pare sia stata dedicata il primo nucleo insediativo. Altri segni mistici della cultura romana e pagana sono presenti nei numerosi ritrovamenti, nei toponimi, nelle tradizioni, nonché nell’iconografia.
Pure le caverne e i labirinti di cui è disseminato San Pietro aggiungono fascinosi indizi a una probabile genesi occulta di Verona: l’ipotesi nasce dai due studiosi Pellini e Polinari che ne cercano conferma attraverso una ricerca minuziosa e attenta, senza cedere ai fanatismi ma con rigore scientifico. Questa idea non è nuova per i veronesi più attenti: nel suo saggio “I misteri di Verona romana” del 1956, lo storico Umberto Grancelli conferma il riscontro di archetipi storico-archeologici di questo tipo. Secondo Grancelli, Verona romana non è orientata secondo i punti cardinali, ma è allineata in base al solstizio d'estate. Come spiegano ampiamente da Pellini e Polinari nella loro teoria, la linea immaginaria di fondazione parte dal “piloton” a nord di Montorio, cioè il megalite deturpato poco tempo fa - pare dai cacciatori per liberare l'orizzonte di tiro -, e prosegue in direzione sud-ovest, passando dalla Chiesa di San Giovanni in Valle. Da notare che la festa dedicata al Santo cade proprio il giorno del solstizio, il 24 giugno. Proseguendo nella traiettoria disegnata dalla mente degli antichi si attraversa poi il foro di Piazza Erbe, si imbocca Corso Portoni Borsari e si oltrepassa il punto in cui sorgeva il convento di Santa Lucia Extra, in zona tribunale. Su questo asse si sviluppa il reticolo romano di Verona, con decumani e cardi: un percorso che oltre a rappresentare il percorso astronomico del sole, racchiude in sé le fasi della vita umana dalla nascita alla crescita verso la morte e la stessa storia di ascensione e discesa di tutti gli eroi.
La rilettura della fondazione di Verona che i due studiosi di offrono nel loro “Nascita di una città” si basa su miti e leggende, che creano un alone di mistero attorno alla nostra storia. Uno studio che forse potrebbe dar vita ad un turismo culturale e meno commerciale, alla scoperta delle nostre origini e soprattutto delle molteplici e universali forme di mistero che da sempre l’uomo ai posteri.
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