domenica 27 gennaio 2013
Non esiste un'astrologia giudaica
Non è mai esistita un'astrologia giudaica (alcuni, pochi, ottimi astrologi ebrei sì, viceversa - su tutti il grandissimo Ibn-Ezra). La ragione è facile da comprendere. Il monoteismo mosaico presupponeva-comportava l'eradicazione di tutti gli dei che risplendono negli enti di Madre Terra e dell'universo (di qualunque credenza in essi), A COMINCIARE dagli astri beati e scintillanti. Doveva troneggiare sinistro, su una natura resa cosa inanimata e infinitamente manipolabile, solo quel Monos, l'arconte senza volto e senza nome, inattingibile, alieno, il Super-Ego tirannico delle tribù israelitiche che aveva fin da subito posto, nella loro mitologia - nel loro delirio -, il mondo e i suoi viventi in pugno alle mani "elette", stringendo con esse un "Patto" indissolubile. Com'è noto gli akhûm, i non-ebrei, gli stranieri, i gentili, per il Talmud, che porta alle estreme conseguenze le premesse contenute nella Torah, non sono semplicemente sottouomini, ma bestie(1) - il loro seme e coito è bestiale(2), sicché nel Midrash Kohêleth può leggersi: "Il santo e benedetto Iddio ha detto: io non ho inviato alcun profeta agli idolatri, i quali sono chiamati bestiame, come (Giona 4,11) viene detto: inoltre anche molti animali, come io [ne] ho mandati agli Israeliti, i quali sono chiamati uomini, come (Ezechiele 34,31) è detto: voi [siete] uomini"(3). E la parola "akhûm" è costituita dalle iniziali delle espressioni "abhôdhath kôkhâbhîm ûmazzâlôth", "abhdehê kôkhâbhîm ûmazzâlôth", ovvero culto o adoratori delle stelle e delle costellazioni (= idoatria, idolatri)(4). Nessuna corrispondenza, nessun rapporto tra l'"alto" e il "basso", il cielo e la terra, se non per il tramite di qualche invasato mitomane o di operazioni (cabala et similia) volte, in ogni caso, alla manipolazione, al possesso radicale e al dominio dell'immanente, della morta gora mammonica. Nella quale, massimo loro "trionfo", siamo ormai tutti imprigionati e dannati, nessuno escluso.
NOTE
(1) Baba meçia,114b.
(2) Kethuboth, 3b, Tôsâphôt; Synhedrin, 74b, Tôsâphôt.
(3) Cfr. Andreas Eisenmenger, Entdektes Judentum. Zeitgemäss überarbeitet und herausgegeben von Dr. Franz Xaver Schieferl, Dresden 1893, p. 298.
(4) Cfr. D. Hoffman, Der Schulchan Aruch un die Rabbinen über das Verhältniss der Juden zu Andersgläubigen, Berlin 1885, pagg. 106 sgg.
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3 commenti:
Vorrei confermare l'autenticità della citazione riportata dal mio amico sul Qohelet Rabbah (III, 18.1). La casa Editrice ebraica Giuntina ha pubblicato una traduzione ufficiale e autorevole in lingua Italiana a cura del professore di studi ebraici Piergabriele Mancuso. Eccola:
«Rabbi Bun disse: Il Santo − Egli sia benedetto − parlò così dicendo: Ho posto dei profeti in Israele che vengono chiamati uomini, come è detto: “Uomini voi siete” (Ezechiele 34,31). Non ho posto profeti tra i popoli idolatri perché venissero chiamati come bestie, come è detto: “E una grande quantità di animali” (Giona 4,11)» (Qohelet Rabbah, Midrash sul Libro dell'Ecclesiaste, A cura di Piergabriele Mancuso, Giuntina, Firenze 2004, p. 165).
Mancuso conferma in pieno la traduzione di Eisenmenger.
Omar Di Benedetto
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