sabato 26 gennaio 2013
I cristiani uccisero Ipazia e poi la trasformarono in Santa Caterina
Santa Caterina d'Alessandria e Ipazia unite da un comune destino di vita e atroce martirio. Ipazia figura storica filosofa pagana legata alla scuola di Plotino, perseguitata,torturata e uccisa dai cristiani per le sue idee e conoscenze, santa Caterina, pure, solo che la figura di santa Caterina celebrata dalla Chiesa, creduta, e fatta credere ai fedeli, quale figura reale e storicizzata è soltanto un'icona, emblematica, frutto di una mitizzazione acculturatrice ad opera della Chiesa, che di certo non pregiudica il valore spiriturale, ma pone l'obbligo e spunto di serie e importanti riflessioni in merito.
La filosofa Ipazia d'Alessandria
La mai esistita Santa Caterina d'Alessandria
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Di Fra' Ettore Marangi
I preti, i vescovi e i frati, che con tanto entusiasmo parlano di lei durante le omelie invocandone l’intercessione, lo sanno benissimo. Per questo sono portatori di una doppia verità: se alla gente umile che va a pregare nel santuario si racconta dei miracoli della Santa, alla gente colta che va a visitare il museo si spiega come è nata la sua leggenda. MA CHE CORAGGIO! Così non tradiamo proprio coloro che amiamo e ci amano di più?
Se qualcuno poi si permette di dire come stanno attualmente le cose, lo si accusa di mancare di rispetto alla ‘fede dei semplici’ e di ‘scandalizzare i più piccoli’. Ma perché non chiediamo loro cosa ne pensano? Saranno essi stessi a dirci se è mancanza di rispetto dir loro la verità o nasconderla. Chi è che non li rispetta veramente? Chi li considera dei sempliciotti incapaci di capire o chi li considera dotati di cervello come tutti gli 'atei' studiosi?
Il problema non è forse la mancanza di fede di coloro che guidano il popolo di Dio? Mi spiego: chi crede veramente in Dio? Colui che cerca la verità perché sa che alla fine proprio mediante la verità verrà glorificato Dio o colui che la nasconde perché teme che la verità possa generare la miscredenza? Ma Crediamo davvero che lo splendore della verità della fede in Dio possa fondarsi sul vuoto?
Se spieghiamo alla gente che la nascita delle leggende non ha niente di ingannevole, ma che è, come il racconto, uno strumento antico dell’umanità di tutte le latitudini, usato per trasmettere i valori in cui si crede, la gente capirà! Continuerà ad urlarci dietro solo qualche fondamentalista (suo malgrado) pescato all’interno di qualche circolo UAAR (Unione-Atei-Agnostici-Razionalisti).
Se è vero che di Santa Caterina d’Alessandria non si sa niente, è anche vero che di una certa Ipazia di Alessandria, quasi a lei contemporanea, si sa tutto; in questo caso però le notizie circa la sua vita sono storicamente certe e ci sono raccontate da Teone, il padre, da Filostorgio, Suda, Socrate Scolastico, Damascio e Pallada.
Ipazia era un’eminente filosofa neoplatonica ed una astronoma; come Caterina, esercitava un grande fascino per la sua sapienza; come Caterina perciò si attirò l’inimicizia degli intellettuali ‘maschi’ contemporanei (Caterina secondo la leggenda si attirò l’inimicizia dei filosofi pagani, Ipazia invece quella dei monaci cristiani); come a Caterina anche a lei venne chiesto di abiurare alle proprie convinzioni; come Caterina anche lei si rifiutò tenacemente; e per questo infine, come Caterina, anche Ipazia fu denudata, atrocemente torturata e fatta a pezzi (in una Chiesa!).
A questo punto non è difficile accorgersi come tra la vita di Caternia e quella di Ipazia ci sia un parallelismo fortissimo, e come non sarebbe fuori luogo ipotizzare che per Ipazia sia avvenuto quanto, secoli successivi, sarebbe avvenuto alle divinità dei negri trasportati come schiavi in America, i quali cominciarono a venerare negli eroi cristiani quasi una reincarnazione dei propri eroi africani (cf. il fenomeno della Santeria).
In tal caso la venerazione per Santa Caterina sarebbe stata una trovata della ‘povera gente’ per continuare a venerare senza pericolo la propria eroina, la propria santa, fatta fuori dai poteri forti dell’epoca. A suffragare questa tesi ci sarebbero alcuni affreschi che raffigurano Ipazia nella cappella medievale di Purgg, in Austria, consacrata proprio a Santa Caterina.
Se le cose sono andate veramente così, questa vicenda sicuramente disonora quei cristiani che in nome del loro Dio si posero e continuano a porsi dalla parte degli intolleranti e dei fondamentalisti, ma certamente non offusca la fede autentica della Chiesa basata sulla testimonianza del Nuovo Testamento in cui la Maddalena – poi purtroppo identificata con l’adultera del vangelo di Giovanni, da papa Gregorio Magno – in un mondo maschilista e patriarca le è scelta come l’“Apostola degli Apostoli”.
Da questo punto di vista la festa di Santa Caterina di Alessandria potrebbe rappresentare un’occasione unica per evidenziare come lo Spirito non indietreggia di fronte all’offensiva dei detentori del sapere ufficiale, ma continua la sua lotta nei cuori della povera gente, scorrendo per tutta la storia dell’umanità, e facendo germogliare, in particolare, nella tradizione giudaico-cristiana donne come: Maria di Nazaret che ‘compone’ una canzone rivoluzionaria (“Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”); Chiara d’Assisi che strappa al potere clericale il diritto di avere una regola; Annalena Tonelli che, per seguire Cristo (e senza mai parlare di apertamente di lui!), spende la vita come medico in Africa ed, a causa delle sue denuncie nei confronti dell’esercito keniano ed islamico somalo, finisce per essere ammazzata.
Buona Festa di Santa Caterina allora per il prossimo 25 novembre, giorno in cui ‘per pura coincidenza’ si celebra la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
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