martedì 27 novembre 2012
Taranto, anche un Prete indagato per grossa somma di denaro stornata dall'ILVA in nero, forse, alla curia di taranto
Un paese allo sbando: Si ritiene ripristinare la salubrità dell'ILVA di Taranto con un decreto, questa è la grandiosa idea di Napolitano. E' implicato anche un prelato della curia per falsa testimonianza, un giro di denaro e di poteri occulti che coinvolge anche Vendola.........
Pubblicato il 27/11/2012 da TMNews
Roma, 27 nov. (TMNews) - Il governo pensa a un decreto da presentare al Cdm per risolvere il caos Ilva. Nell'incontro tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il premier Mario Monti, infatti, sono state esaminate le complesse questioni che sta sollevando la vicenda dell'impianto di Taranto, finito sotto sequestro ieri dopo una nuova raffica di indagati e occupato oggi dagli operai che sono entrati nella direzione dello stabilimento. Un caso che mette a rischio l'ordine pubblico, secondo il ministro Cancellieri, che ha detto: "Conto molto sul senso di responsabilità di tutti, bisogna tenere i nervi saldi". Mentre il direttore Adolfo Buffo, raggiunto ieri da un avviso di garanzia, ha assicurato che resterà al suo posto. "Ho la certezza di essere a posto con la legge e con la mia coscienza - ha spiegato - e per questo continuerò ad essere con orgoglio e senso di responsabilità direttore di questo stabilimento e uno dei 12 mila lavoratori dell'Ilva di Taranto". Intanto la lista degli indagati si è allungata anche oggi, con nuove iscrizioni. Insieme ad altri tre, nel mirino della magistratura jonica ci sono i nomi del sindaco della città, Ippazio Stefano, di un sacerdote, Marco Gerardo, segretario dell'ex arcivescovo di Taranto monsignor Benigno Luigi Papa, e di un ispettore della Digos, Cataldo De Michele, accusato di rivelazione del segreto d'ufficio. Il primo cittadino è indagato per omissione in atti d'ufficio, un atto dovuto dopo la denuncia del consigliere comunale Aldo Condemi che il mese scorso denunciò la mancata azione del sindaco a tutela della salute pubblica e la mancata costituzione di parte civile in un processo che si è concluso con la condanna dei vertici di Ilva. Al sacerdote, invece, la procura contesta il reato di false dichiarazioni. Il prelato, infatti, avrebbe raccontato al pubblico ministero di alcune elargizioni da parte dell'Ilva alla curia locale. Il sacerdote sarebbe stato smentito dallo stesso monsignore circa i diecimila euro che secondo l'accusa sarebbero stati consegnati da Girolamo Archina, arrestato ieri, al professor Liberti, all'epoca consulente della procura. Archinà disse agli investigatori che quella somma era destinata alla curia, cui faceva donazioni a Pasqua e a Natale.
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