"Il 'mistero dei misteri' non ci è esterno: è che noi siamo esterni a noi stessi, e così non ci accorgiamo di esso, ci tagliamo fuori dalla 'presenza' . Come è questo nostro non accorgerci che ci fa esseri finiti e contingenti, così null'altro che il convertirci e il ricongiungerci a noi stessi ci restituisce ad esseri immortali, a dèi."
(J.Evola, recensione del 1925 a G.R.S. Mead, Così in alto, così in basso, in J.E., I saggi di Bilychnis, Ar, Padova 1987).
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