𝗧𝗮𝗻𝗶𝘁 è una delle figure più importanti della mitologia fenicia e poi cartaginese, venerata come dea della fertilità, della natura e del cielo. Associata alla prosperità e alla protezione del popolo di Cartagine, il culto di Tanit si diffuse ampiamente nel mondo antico, lasciando un segno indelebile nella cultura mediterranea.
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Il culto di Tanit si diffuse in diverse regioni del Mediterraneo e oltre: dalla Numidia alla Mauritania, dalla Spagna alla Sardegna, la Sicilia e Malta. Inoltre divenne associata a diverse divinità del mondo antico: Astarte nella mitologia fenicia; Afrodite, Artemide e Demetra nella religione greca; Neith nell'antico Egitto; Lilith nella tradizione ebraica e cristiana.
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Il culto è legato al tophet, un'area sacra in cui, secondo alcune fonti, venivano sacrificati i primogeniti delle famiglie nobili. Tuttavia, questa informazione potrebbe derivare dalla propaganda anti-cartaginese. Alcuni archeologi sostengono che i tophet fossero luoghi dove venivano deposti i bambini morti prematuramente.
Nonostante la caduta di Cartagine nel 146 a.C. per mano dei Romani, il culto di Tanit non scomparve. Secondo alcune tradizioni, fu Scipione Africano a portare la dea a Roma. Durante il regno di Settimio Severo, un imperatore di origine africana, l'immagine di Tanit comparve sulle monete romane, associata a un leone.
Un tempio dedicato a Tanit sorgeva a Roma, vicino al santuario di Giunone Moneta, e questo segnò l’assimilazione di Tanit con Giunone, conosciuta come Dea Caelestis.
Persino a Delos, come nel mosaico nell’immagine di @massimo_osanna , isola sacra ad Apollo e (ovviamente) Artemide, Tanit era famosa e venerata.
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