giovedì 22 agosto 2024

Forse dedicato a Giove imberbe (Anxur)

 Il santuario che domina il monte sopra Terracina

Per i romani Mons Neptunius, ora Monte S. Angelo, si trova sulla ultima propaggine dei monti Ausoni che, prima del tagli della via Appia, si gettava direttamente nel mare. Terracina, per gli Ausoni, poi Anxur per i Volsci, il luogo fu fortemente conteso fino alla definitiva conquista dei romani nel V secolo a.C. Viene, ancora, chiamato tempio di Juppiter Anxur, ma vi sono diversi pareri circa la reale attribuzione al padre degli Dei, c’è discordia tra studiosi, alcuni dei quali propendono in Venere la Dea destinataria del luogo di culto, per una profonda fenditura nel terreno, luogo di riti della fertilità.


Lasciamo a loro l’eterna discussione e godiamoci oltre che il tempio, o quello che rimane, anche il panorama davvero mozzafiato. Ma qualcosa voglio dirvi. In epoca arcaica chi generava veniva considerata la prima delle divinità, e la terra è la generatrice per eccellenza. È la terra che ci nutre favorendo la crescita delle messi, è la terra che rigenera sé stessa con il passare delle stagioni e la terra, come la donna, che ha il potere di generare trasmettere, riprodurre, quindi in quei tempi remoti era la terra che doveva essere fecondata e quale sito della terra ha le caratteristiche che possiede la donna? Ecco che nel tempio di cui vi parlo c’è una fessura un crepaccio grande abbastanza per essere fecondato. Forse l’attribuzione a Venere non è del tutto errata. Una antichissima festività pagana sopravvive nella cultura celtica è nell’equinozio di primavera, il momento per la fecondazione rituale. Un antico rito si svolgeva in occasione dell’equinozio di primavera, festa della Oestara, in quel momento luce ed ombre sono in perfetto equilibrio. Vi è il risveglio della natura con il ritorno della luce e della primavera la Dea risale dagli inferi in cui le tenebre ed il freddo l’avevano confinata. Vi ricordo che nella Roma antica l’anno iniziava a marzo, il 21 il matrimonio cosmico simbolicamente l’unione, tra la divinità maschile legata alla sfera solare, e quella femminile legata alla terra o alla luna. Il dio sole, giovane appena rinvigorito si accoppia con la giovane terra nel momento del suo risveglio.


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